Arriva a novembre nelle sale italiane il documentario di Tom Boothe sull’innovativo Park Slope Food Coop
All’interno di un supermercato un’assistente sociale, una psicanalista, due filmmaker, un grafico e una maestra d’asilo si muovono fra scaffali e casse, magazzini e frigoriferi, in un temporaneo “gioco di ruolo” che permetterà loro di poter acquistare i prodotti venduti in quello stesso punto vendita. È questo l’inizio del documentario Food Coop di Tom Boothe che a novembre sarà nelle sale italiane grazie alla distribuzione dal basso della piattaforma di Theatre on Demand Movieday che permette ai film di arrivare in sala in modo completamente innovativo.
Dopo il positivo riscontro dei documentari Figli della Libertà e Unlearning, la Film Compaigner Agency Gli Azionisti promuove il progetto lavorando per creare una community critica che lo sostenga, una rete di operatori culturali, sognatori, semplici cittadini che, al lancio del film nelle sale, a novembre 2017, si faccia veicolo del potente messaggio di fondo di questo lavoro.
Per 97 minuti il regista Tom Boothe si muove all’interno del Park Slope Food Coop, un supermercato sui generis nel quale le vendite per metro quadro superano la media nazionale di quasi dieci volte. Ogni anno lo stock viene venduto 70 volte, mentre la media nazionale si ferma a 15 volte.
Qui le persone sono disposte a fare anche 40 minuti di coda alle casse per assicurarsi un cibo migliore e meno caro. Com’è possibile? Semplice: il Park Slope Food Coop di Brooklyn (New York) è un supermercato cooperativo aperto ai soci, ma nel quale tutti possono iscriversi. Se si vogliono acquistare i prodotti in vendita bisogna accettare la regola principale del gioco ovverosia mettere a disposizione, mensilmente, 2 ore e 45 minuti del proprio tempo fra gli scaffali, nei magazzini, alle casse o nei banchi di frutta e verdura.
L’idea è geniale e apre gli occhi sul valore del tempo e del lavoro. Il Park Slope Food Coop è una spallata alla dittatura della competizione e della massimizzazione dei profitti. Il 75% del lavoro è fatto dai soci lavoratori, mentre il restante 25% è svolto dai lavoratori stipendiati che svolgono principalmente un’attività di coordinamento.
L’alta frequenza della rotazione dei cibi riduce al minimo lo spreco alimentare e il rapporto diretto con i coltivatori consente al Park Slope di incrementare soltanto del 20% il prezzo dei prodotti agricoli per il pubblico.
Un’altra distribuzione alimentare è possibile ci spiega Tom Boothe con una regia asciutta e un’approfondita indagine su questo punto vendita che conta su 16mila clienti-lavoratori e genera un fatturato di 60 milioni di dollari all’anno.
Fondato nel 1973 da un gruppo di idealisti che condividevano il disprezzo per la guerra in Vietnam e molte battaglie per i diritti civili fondamentali, il supermercato cooperativo Park Slope è un invito continuo a disobbedire alle logiche dell’agricoltura intensiva e di uno sfruttamento delle risorse in ragione di un benessere collettivo che è il vero motore di questa piccola rivoluzione.
Il regista Tom Boothe, americano ma residente a Parigi, per cinque anni ha studiato il funzionamento della Slope, intervistando soci pionieri e nuovi affiliati, cercando di mostrare, anche tecnicamente, le complessità di un’avventura, nata come semplice esperimento, ma che, a tutt’oggi, rappresenta l’unico modello alternativo davvero efficiente nel campo della grande distribuzione a stelle e strisce.
Tornato in Francia, folgorato da ciò che aveva visto possibile succedere, Tom ha sviluppato il progetto La Louve: un supermercato cooperativo organizzato sugli stessi principi del Park Slope. Oltralpe l’uscita del film (più di 25mila biglietti venduti) ha ispirato più di trenta cooperative a replicare il modello.
In Italia c’è terreno fertile per allestire supermercati del genere? Per il momento Gli Azionisti stanno lavorando per “seminare” una nuova visione del mondo: ogni proiezione sarà presentata da una cooperativa, un Gas o un gruppo di amici e sarà l’occasione per raccogliere le adesioni di chi si sente pronto a portare un pezzo di Park Slope nella propria città o nel proprio paese.
Chi volesse avere maggiori informazioni sulle proiezioni e sugli eventi connessi alla distribuzione del film può seguire la pagina Facebook Food Coop – Il documentario.