Bastano sei piccole modifiche al nostro stile di vita per contrastare il cambiamento climatico: i risultati di una ricerca sulla riduzione dei consumi
Avete letto l’ultimo report dell’IPCC e percepite un po’ di eco-ansia. Magari, di fronte all’immobilismo dei governi, vi sentite impotenti. Cosa si può fare individualmente per affrontare un problema enorme come la crisi climatica? Secondo la scienza, ben più del previsto. Una recente ricerca dimostra infatti che, attraverso alcuni piccoli cambiamenti nella nostra vita quotidiana, potremmo ridurre del 25% le emissioni globali.
La riduzione dei consumi contro il cambiamento climatico
Lo studio è firmato dall’Università di Leeds, in partnership con la società di consulenza Arup e C40, il network globale di città impegnate nel contrasto al cambiamento climatico. Concentrandosi sull’impatto ambientale dei consumi nelle aree urbane, i ricercatori sono espliciti: ne occorre una riduzione di 2/3 entro il decennio.
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È una constatazione grave, ma che al contempo dà grande potere ai cittadini degli Stati in cui il tenore di vita è migliore. Cambiando il proprio stile di vita possono contribuire alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, senza attendere l’intervento dei governi – che non è ancora abbastanza incisivo. Ma quali sono i cambiamenti da intraprendere?
The Jump: sei cambiamenti per salvare il Pianeta
La campagna “Take the Jump!”, lanciata nel Regno Unito, nasce proprio per sensibilizzare e indurre le persone ad agire in modo più sostenibile. La riduzione dei consumi proposta dalla campagna passa per sei semplici cambiamenti da adottare giorno dopo giorno:
- Modificare il contenuto del proprio piatto, optando per una dieta in buona parte vegetale e riducendo gli sprechi di cibo;
- Ridurre l’acquisto di nuovi oggetti, limitandosi a tre nuovi capi di abbigliamento all’anno;
- Usare gli apparecchi tecnologici per almeno sette anni;
- Rinunciare all’autovettura privata se si vive in aree urbane e ben servite dai trasporti pubblici o, come minimo, cambiarla meno frequentemente;
- È consentito un volo di breve raggio ogni tre anni, mentre ogni otto anni ci si può concedere un volo di lunga durata;
- Intraprendere almeno un cambiamento che dia un segnale al sistema: che si tratti di cambiare fornitore di energia o isolare la propria abitazione, anche così si dimostra al mercato di voler rendere i propri consumi più sostenibili.
Ridurre i consumi per un cambiamento sistemico
Certo, si possono sollevare varie obiezioni. In alcuni luoghi seguire una dieta vegetale è complicato dalla scarsa disponibilità di cibo locale e fresco. I viaggi in treno sono più costosi di quelli in aereo e non tutti possono permetterseli. I trasporti pubblici sono talvolta inefficienti o, in certe aree, del tutto assenti, rendendo l’auto privata un bene irrinunciabile. L’obsolescenza programmata degli apparecchi elettronici ne rende la sostituzione frequente quasi inevitabile.
Quando si parla di riduzione dei consumi, la perfezione è quindi difficile da raggiungere. Eppure secondo Tom Bailey, co-fondatore della campagna, l’importante è provarci. “Anche solo iniziare può avere un grande impatto”, spiega al The Guardian. Se invece i grandi consumatori – ovvero tutti noi nei paesi più agiati – non “faremo il salto” l’intero pianeta ne pagherà le conseguenze.
Il momento di agire
Incoraggiare i cittadini alla riduzione dei consumi non significa negare la responsabilità dei governi nel contrastare la crisi climatica. Significa riconoscere che non c’è più tempo per rimandare l’azione. “Non possiamo aspettare che un singolo gruppo agisca, abbiamo bisogno dell’azione di tutti gli attori adesso”, ribadisce Bailey. Anche i cittadini possono avere un ruolo nella protezione del pianeta, ed è il momento di rivendicarlo. Un piccolo cambiamento alla volta.