Faune Christiane Vadnais

Faune di Christiane Vadnais, climate fiction per una narrativa alla scoperta del non umano

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Faune di Christiane Vadnais, climate fiction per una narrativa alla scoperta del non umano ultima modifica: 2023-12-01T07:57:26+01:00 da Davide Mazzocco
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Nelle pagine di Faune di Vadnais lo specchio di una delle tendenze delle narrazioni contemporanee: quella della deantropizzazione delle storie

Faune di Christiane Vadnais, pubblicato da Codice Edizioni nella traduzione di Piernicola D’Ortona, è un eccellente esempio di un genere, quello della climate fiction, che sta godendo di un numero crescente di autori, titoli e lettori. Questa tipologia di racconto – catalogabile come sottogenere della fantascienza – descrive un mondo trasformato dai cambiamenti climatici e lo fa, quasi sempre, adottando i colori foschi della distopia.

Anche il mosaico di frammenti narrativi di Christiane Vadnais non sfugge a questa regola, ma impone sin da subito al lettore le regole di un testo deantropizzato, nel quale tutti i regni hanno la stessa dignità. Se il genere del romanzo è nato e cresciuto ipertroficamente all’interno della costellazione valoriale del capitalismo e dell’antropocentrismo, l’avanguardia della climate fiction impone un approccio critico nei confronti del sistema responsabile della crisi e sbilancia gli equilibri narrativi a favore della vita in tutte le sue forme (“Tutto è vivente” è, non a caso, la frase che chiude il libro di Vadnais).

Come comunicano gli animali, il libro sulle conversazioni segrete del mondo vivente

Tutto è vivente, tutto è importante

Laghi, piogge, leoni, pesci, alberi, conigli, funghi e insetti sono gli elementi di un panorama narrativo dove non vi sono gerarchie fra le specie e dove anche gli elementi diventano protagonisti della narrazione. Il libro si apre con una pioggia incessante, “nell’incertezza dell’acqua e del cielo”, poi si raccontano, in un perfetto bilanciamento, l’assassinio di un uomo a opera di una leonessa e quello di un coniglio a opera di una donna. In Vadnais non esiste giudizio, ma la fredda registrazione di una violenza interspecista che continua a esistere nonostante inattese ibridazioni: quella di Thomas che nuota sicuro grazie alla sua pinna dorsale,  quella di Laura la cui pelle si sta riempiendo di piume.

I personaggi partoriti dalla fervida immaginazione di Christiane Vadnais in Faune  vivono in una sorta di età di mezzo, Cathy, per esempio, “non distingue più gli animali dalle loro ombre. I vivi dai morti. I rumori umani dal raspare e dagli ansiti resuscitati nel buio pesto”. Ciò che le accade è molto simile a quello che succede al lettore, chiamato dall’autrice québécquoise ad allargare lo spettro del proprio sguardo.

Dettagli che sarebbero trascurabili per la maggior parte degli scrittori diventano centrali in Vadnais: “Muschi e funghi si abbrancano alle case di legno, e le spore, sospinte dal vento o dalla nebbia, spiccano immediatamente il volo. Le finestre non sono mai pulite fino in fondo. Ovunque ci si trovi, un fuscello, una forficula o lo spuntare di una muffa ricordano sempre l’ambiente”.

Ogni amico è un tesoro, quando la convivenza fra specie è vincente

Narrazioni oltre l’umanesimo

La tendenza a narrazioni sempre più aperte agli altri regni sta conquistando fette sempre maggiori di mercato. Non parliamo di opere scientifiche e accademiche, ma di fiction e non fiction capaci di offrire ai lettori una visione del mondo svincolata dal monopolio dell’umano: negli ultimi anni, sulle pagine di eHabitat, vi abbiamo raccontato alcuni libri di Stefano Mancuso, i linguaggi degli animali, le loro migrazioni e le loro simbiosi interspeciste, vi abbiamo anche spiegato come l’evoluzione del comportamento umano segua regole che sono comuni a tutto il regno animale.

Cent’anni di Disney hanno deformato la visione che gli umani hanno delle altre specie, hanno perpetuato l’antropomorfizzazione degli animali nata nelle narrazioni dell’antichità e ne hanno fatto un canone stilistico: l’animale come copia dell’umano quando non un organismo a esso ancillare. I tempi stanno cambiando, nelle storie raccontate dagli umani il non umano è libero di muoversi con le sue ali, le sue piume, le sue zampe oppure trasportato dal vento. Film come Gunda di Victor Kossakovsky e Cow di Andrea Arnold sono esemplari di un cambiamento che non investe solo la letteratura, ma tutti i linguaggi. Per chi ha voglia di tenere occhi e orecchie ben aperti le occasioni di cambiare il proprio sguardo non mancano.

Gunda – A TFF38 gli animali ci guardano e noi guardiamo loro

[Foto Pixabay]

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Faune di Christiane Vadnais, climate fiction per una narrativa alla scoperta del non umano ultima modifica: 2023-12-01T07:57:26+01:00 da Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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