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Esportazione di plastica vietata, il nuovo accordo dell’Unione Europea

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Esportazione di plastica vietata, il nuovo accordo dell’Unione Europea ultima modifica: 2023-11-24T07:10:19+01:00 da Claudia Alo
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L’esportazione di rifiuti di plastica verso i paesi poveri è stata vietata da un nuovo accordo tra il Parlamento europeo e i Governi degli Stati membri dell’Unione.

L’esportazione di plastica è vietata, questo è quanto emerge dal nuovo accordo europeo raggiunto il 16 novembre.

Per entrare in vigore, il nuovo provvedimento dovrà essere approvato ufficialmente dal Consiglio dell’Unione Europea e dal Parlamento Europeo, ma il testo è stato concordato e l’approvazione definitiva sembra essere una formalità.

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I paesi verso cui non si potranno più esportare rifiuti di plastica sono quelli più poveri, ovvero che non appartengono all’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), organizzazione che riunisce 38 dei paesi più ricchi al mondo.

Cosa prevede l’accordo

Il divieto mira ad evitare che la plastica (che dovrebbe essere esportata per essere riciclata) non venga trattata adeguatamente a causa delle carenze delle infrastrutture o delle norme locali, finendo per essere dispersa nell’ambiente.

Saranno applicati anche maggiori controlli sulle esportazioni di plastica verso i paesi membri dell’OCSE.

Il divieto entrerà in vigore nel 2026 e prevede che, dopo 5 anni, un paese non membro dell’OCSE che voglia tornare a importare la plastica europea potrà farlo solo se dimostrerà alla Commissione Europea di gestire adeguatamente i rifiuti.

“L’Unione europea si assumerà finalmente la responsabilità dei propri rifiuti plastici vietandone l’esportazione verso i paesi non appartenenti all’Ocse” – ha dichiarato Pernille Weiss, membro danese del Parlamento europeo – “Ancora una volta, seguiamo la nostra visione secondo cui i rifiuti sono una risorsa quando sono gestiti correttamente, ma non dovrebbero in nessun caso causare danni all’ambiente o alla salute umana”.

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Il caso della Turchia

Al momento la maggior parte dei rifiuti di plastica prodotti nell’Unione Europea viene bruciata, mentre solo una piccola parte viene riciclata.

Le misure potrebbero far aumentare le esportazioni verso i paesi membri dell’OCSE, fra cui la Turchia, la maggiore importatrice di rifiuti di plastica europei. Infatti, nel 2022, l’Unione Europea ha esportato circa 319.000 tonnellate di rifiuti plastici in Turchia (il 29% di tutti i rifiuti esportati dall’UE), diventando di fatto la più grande destinazione di rifiuti plastici.

L’aumento di queste importazioni ha sollevato preoccupazioni circa le condizioni sanitarie e ambientali: Human Rights Watch ha riportato che, in Turchia, i lavoratori e i residenti nei pressi degli impianti di riciclaggio della plastica denunciano malattie respiratorie, mal di testa cronici e problemi alla pelle.

E spesso, soprattutto i lavoratori, non sono dotati di dispositivi di protezione e servizi sanitari.

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Altri paesi che importano grandi quantità di plastica sono la Malesia e l’Indonesia, responsabili anche di disperdere molta plastica in mare. Ma, non essendo membri dell’OCSE, dal 2026, non potranno più importare plastica dai paesi dell’Unione Europea.

[Foto di Magda Ehlers]

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25 anni vive a Monopoli ed è iscritta al corso di laurea in Scienze della comunicazione. Approda su eHabitat.it perchè desiderosa di conoscere e imparare come fare giornalismo

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