Con Bologna Città 30 il capoluogo emiliano inizia il processo di abbassamento della velocità a 30 km/h per rendere la città più sicura, spaziosa e vivibile
Più spazio alle persone: con questo motto il capoluogo emiliano lancia Bologna Città 30, un percorso di trasformazione che dal primo luglio prevede l’abbassamento del limite di velocità a 30 km/h al fine di migliorare la sicurezza stradale e la qualità della vita.
Bologna è la prima grande città italiana ad intraprendere questa svolta, ispirata dalle numerose capitali europee che hanno già adottato con successo le zone a basse emissioni. Forse non poteva essere altrimenti per la città soprannominata la Dotta per via della sua Università che è la più antica al mondo. Ben più di una semplice misura di abbassamento del limite di velocità, città 30 vuole essere “una città che si trasforma per diventare più silenziosa e più spaziosa, con strade più accessibili e sicure, con nuove aree verdi e pedonali, con spazi protetti davanti alle scuole, con un traffico più fluido e meno stressante per tutti. Bologna Città 30 è un nuovo concetto di città, ancora più vicina alle esigenze di tutte le persone che la abitano. Nessuna esclusa”, si legge nella presentazione all’interno del sito ufficiale del progetto.
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I vantaggi delle città 30
Città meno inquinate e trafficate, più sicure, silenziose e vivibili, dove al centro sono le esigenze delle persone per una maggiore socialità: potremmo tradurre così i vantaggi per i centri urbani che adottano il limite di velocità a 30 km/h.
Perfino l’Organizzazione mondiale della Sanità ha sottolineato il ruolo cruciale delle Città 30, non solo per la sicurezza stradale in termini di riduzione del traffico, degli incidenti e del numero di vittime, ma anche per il raggiungimento di alcuni degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda Onu 2030.
Nelle città 30 il traffico è minore e più fluido, diminuiscono incidenti e rumori, aumentano gli spazi per le biciclette e di conseguenza il loro utilizzo, mentre il centro urbano più verde e pedonale favorisce la coesione sociale e il commercio di vicinato. Chi le adotta punta dunque sulla qualità della vita e sulle esigenze di categorie più vulnerabili quali bambini, anziani e persone con disabilità. In più contribuisce proficuamente alla lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico, perché la velocità più bassa e uniforme tende a diminuire le emissioni di gas climalteranti e rende più fluido il traffico, riducendo i continui stop and go tanto nocivi all’ambiente, che oltre tutto non comportano vantaggi di tempo negli spostamenti.
Città dei 15 minuti, un modello urbano sostenibile basato sulla prossimità
Ad accorgersi di tutto ciò sono state numerose città europee che da tempo puntano sulle zone 30, ottenendo numerosi benefici confermati dagli studi. Alcuni esempi: il rumore percepito può arrivare a dimezzarsi con un calo compreso dai 2 ai 4 decibel, gli incidenti e le vittime della strada diminuiscono sensibilmente (a Grenoble 22% di morti in meno dopo tre anni di città 30, a Graz -24% dopo il primo anno, a Bruxelles -50% dopo i primi mesi ecc.), mentre i tempi di percorrenza sono praticamente identici nei tragitti brevi o solo leggermente più lunghi in quelli a media distanza.
Stando allo studio di impatto su Bologna Città 30, che ha previsto l’applicazione di stringenti criteri di analisi economica, “l’insieme di tutti i benefici (meno incidenti, morti e feriti, minore congestione, più spostamenti a piedi e in bici, etc.) vale ben il doppio dei costi (possibili perdite di tempo)”.
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Al di là di altri preziosi esempi su scala più piccola (Olbia, Cesena, Comuni della costa teramana), Bologna è il primo capoluogo di regione in Italia che s’appresta con decisione a diventare città 30, Milano potrebbe seguirla a breve, mentre nel resto d’Europa tali realtà sono davvero numerose. Nel frattempo sul tavolo vi è una proposta di legge nazionale sulle città 30 che prevede in primis l’inversione fra regola ed eccezione nei limiti di velocità urbani rispetto ad oggi: al posto dei 50 km/h validi in generale salvo le zone 30, i 30 km/h dovrebbero diventare la norma in tutte le strade classificate dai Comuni come di quartiere, interzonali e locali, salvo solo gli assi di scorrimento veloce a 50 km/h.
Il progetto
Il graduale passaggio a Città 30 è stato sancito con l’approvazione del Piano particolareggiato del traffico urbano (Ppptu) da parte della giunta Lepore. “La delibera, che dà attuazione ai piani internazionali, europei, nazionali e locali per la sicurezza stradale, prevede che i 30 km/h diventino di fatto la normalità sulle strade urbane, rendendo anche più semplice il passaggio a uno stile di guida a velocità costante e uniforme, e che solo alcune strade della città, con particolari caratteristiche, rimangano ai 50 km/h”, si legge sul sito di Bologna Città 30.
Avendo apportato un cambiamento così rilevante anche dal punto di vista culturale, il Comune di Bologna ha deciso di promuovere una grande campagna di sensibilizzazione ed informazione alla cittadinanza della durata di sei mesi, durante i quali non saranno comminate sanzioni legate ai nuovi limiti di velocità. Più nello specifico sono previste tre campagne multisoggetto a tappe con le più svariate attività, oltre ad un questionario online di ascolto dei cittadini che mira a renderli protagonisti di questa importante trasformazione urbanistica.
Da luglio a settembre il settore mobilità sostenibile installerà la segnaletica orizzontale e verticale e adotterà le relative ordinanze stradali che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2024. Nel complesso è prevista la sostituzione o installazione di oltre 500 cartelli e la realizzazione di circa 300 bolloni su strada.
Attualmente a Bologna il limite dei 30 km/h riguarda solo il 30% della rete viaria urbana con diffusione a macchia di leopardo. Con la trasformazione in città 30 tale limite è destinato a riguardare il 70% delle strade dell’intero centro abitato, con un disegno organico che ne renderà facile sia la comprensione che il rispetto delle regole. Nel perimetro che racchiude la parte più densamente abitata della città (l’asse tangenziale-autostrada più le zone residenziali esterne di Borgo Panigale-Reno, Navile e San Donato-San Vitale) le zone 30 raggiungeranno il 90%, mentre nelle aree collinari e di pianura esterne al centro abitato vi saranno progressivi interventi di moderazione della velocità e messa in sicurezza.
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Naturalmente per circoscrivere l’area della città 30 è stato necessario un lungo e meticoloso lavoro preparatorio, basato su un’analisi tecnica commissionata ad una società che ha preso in considerazione i dati statistici sull’uso, i flussi e l’incidentalità della rete stradale, senza prescindere dai fondamentali confronti e incontri con i portatori di interesse.
Più in generale, Bologna Città 30 implica un generale ripensamento dello spazio urbano, dove la mobilità sostenibile esalta la qualità della vita privilegiando una dimensione di prossimità. “Fra interventi di messa in sicurezza di strade, incroci e attraversamenti, nuove piazze pedonali e scolastiche, piste e corsie ciclabili, riqualificazione di marciapiedi e abbattimento di barriere architettoniche, sono in attuazione o in progettazione investimenti per la Città 30 già finanziati a bilancio per oltre 24 milioni di euro”, specificano dal Comune di Bologna.
Cinque nuove piazze scolastiche pedonali sono state finanziate grazie a 500.000 euro di fondi europei React EU, una riconfigurazione degli spazi che valorizza le connessioni pedonali – per evitare le problematiche che si creano tra tra auto e pedoni negli orari di entrata e uscita dalle scuole – e realizza aree “kiss&ride” grazie alle quali gli alunni possono raggiungere in sicurezza le scuole.
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La nuovissima Città 30 sarà inoltre il tempio della bicicletta, che potrà diffondersi notevolmente in virtù dei fondi destinati al completamento della bicipolitana. 800.000 euro dei fondi React EU finanzieranno la Ciclo Salus che sarà completata entro luglio come percorso ciclabile verso il centro multifunzionale Salus Space, mentre partirà pure la fase 2 del piano di attuazione del Biciplan.
In generale, il Comune di Bologna specifica che con il progetto di Città 30 ci saranno numerosi interventi fisici di moderazione del traffico e della velocità (come attraversamenti rialzati e colorati, dossi, segnaletica orizzontale integrativa), oltre ad investimenti per la messa in sicurezza.
Bologna Città 30 merita un bel 30 e lode.
[Credits foto: Daniele Guerriero]
La decisione di Bologna di diventare la prima “città 30” d’Italia è il segno che davvero qualcosa sta cambiando: l’interesse per la tutela dell’ambiente sta diventando un tema sempre più importante. L’obbligo di circolare a velocità ridotte, infatti, non solo consentirà di rendere la città più sicura per pedoni, ciclisti e monopattini elettrici, ma consentirà di ridurre nettamente le emissioni inquinanti prodotte da veicoli e mezzi di trasporto pubblici.