latte vegetale nelle scuole

Latte vegetale nelle scuole, no del Parlamento europeo

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Latte vegetale nelle scuole, no del Parlamento europeo ultima modifica: 2023-05-23T06:25:02+02:00 da Marco Grilli
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Il Parlamento europeo riunito in plenaria ha votato contro l’introduzione del latte vegetale nel programma per una sana alimentazione a scuola, la battaglia continua ora in Commissione

Strada in salita per l’introduzione delle bevande vegetali nelle scuole. In riunione plenaria, il Parlamento europeo ha analizzato la relazione d’iniziativa (INI) sul programma “Frutta latte e verdura nelle scuole”, esprimendo un voto contrario all’inserimento delle valide e sane alternative vegetali al latte vaccino. Sono state così accolte le richieste degli allevatori ma non quelle di coloro che reclamano possibilità di scelta all’insegna della sostenibilità.

Il documento inviato agli europarlamentari

Prima del voto 32 tra aziende ed associazioni europee (tra cui Eurogroup for Animals, European Environmetal Bureau, European Plant-based Food Association, European Vegetarian Union, Greenpeace, Essere Animali, Human Society International Europe ecc.), hanno inviato un documento agli europarlamentari teso a sottolineare l’importanza dell’introduzione delle bevande vegetali nel programma sopra citato, che mira a promuovere la sana alimentazione tra i bambini.

Ad oggi il bilancio totale dell’Unione europea destinato a “Frutta latte e verdura nelle scuole” è pari a 130,6 milioni di euro per frutta e verdura e 90,1 milioni di euro per il latte, ma la Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (AGRI) del Parlamento europeo ha votato per aumentare le cifre, esortando al contempo gli Stati membri ad utilizzare almeno il 10% dei fondi Ue e nazionali stanziati per misure educative.

Riteniamo fondamentale che un programma di tale portata diventi inclusivo, distribuendo bevande vegetali a tutti quei bambini che non possono o non vogliono bere latte, e cessi di rifornirsi da allevamenti intensivi, essendo di fatto allo stato attuale un ulteriore sostegno a un sistema che provoca gravi sofferenze agli animali”, scrive Essere Animali, tra i firmatari del documento.

D’altronde, la strategia Farm to Fork e lo stesso report della Commissione europea sulla sicurezza alimentare hanno evidenziato la necessità di una transizione verso modelli più sostenibili di consumo, indicando anche i vantaggi del passaggio verso una dieta a base di vegetali, che non solo ha effetti benefici per la sanità pubblica ma riduce pure drasticamente l’impatto ambientale del sistema di produzione alimentare.

I sottoscrittori del documento chiedono quindi che vengano riconosciuti i diritti delle giovani generazioni, che per motivi di salute, etici, ambientali o semplicemente di gusto, non possono o non vogliono bere latte vaccino. L’inclusione delle bevande vegetali a scuola è ritenuta dunque “essenziale in termini di inclusione, disponibilità, sostenibilità e convenienza”.

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Nel documento inviato agli europarlamentari le scuole sono definite “potenti agenti di cambiamento”, con un ruolo fondamentale nell’educare le giovani generazioni sull’impatto delle loro scelte alimentari sull’ambiente e sulla salute individuale, pertanto “l’ampliamento delle scelte disponibili nel programma sosterrà la creazione di abitudini alimentari più sane e sostenibili negli anni successivi”.

L’importanza delle bevande vegetali 

Le associazioni e le aziende che hanno fatto appello agli europarlamentari non hanno timori nel riferire che le bevande vegetali fortificate rappresentino un’alternativa salutare e di alto valore nutrizionale al latte vaccino. Nel documento sono citati studi che dimostrano che il latte vegetale ha lo stesso apporto nutrizionale di quello di mucca, pur con un minore impatto ambientale.

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Le fibre naturali contenute in queste bevande rappresentano inoltre un valore aggiunto. Varie alternative al latte vaccino presentano un contenuto più basso di grassi saturi (non salutari) e più elevato di grassi insaturi (al contrario benèfici per la salute), mentre il latte di soia ha lo stesso contenuto proteico e una qualità iperproteica comparabile a quella delle proteine animali.

Più in generale, cibi salutari sono ritenuti quelli ad alto contenuto di vitamine, minerali, fibre e grassi insaturi, ed a basso apporto di zuccheri aggiunti, grassi saturi e sodio. Dati del tutto in linea con quelli delle bevande vegetali.

È poi indubitabile che ci ritroviamo nel pieno di una crisi climatica, dove l’agricoltura contribuisce per il 10,3% alle emissioni di gas serra in Europa, con l’apporto più rilevante a questa percentuale di settore che proviene dall’allevamento di bestiame (70%).  La stessa Strategia europea di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento (IPPC) è lucida nel delineare i benefici ambientali dei cibi vegetali, che hanno un impatto nettamente minore in termini di sfruttamento del suolo, emissioni di gas serra, consumo di acqua dolce ed eutrofizzazione, rispetto alla produzione di carne, latte e prodotti caseari. Senza dimenticare che le produzioni necessarie a realizzare le bevande vegetali sono prettamente europee e quindi permettono di sostenere gli agricoltori del Vecchio Continente e ridurre l’impronta di carbonio legata ai trasporti.

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I pasti scolastici hanno un potenziale notevole nel promuovere abitudini alimentari sane e sostenibili tra i bambini. Le ricerche dimostrano che è essenziale la focalizzazione sull’incremento delle opzioni vegetali nel catering del settore pubblico”, scrivono i sottoscrittori del documento.

Non va sottovalutata inoltre la notevole crescita di mercato degli alimenti di origine vegetale, un settore che pur essendo ancora giovane ha realizzato un incremento del 49% tra il 2018 e il 2020, per un valore stimato in 7,5 miliardi di euro entro il 2025 e 16,7 miliardi di euro entro il 2029. Le bevande vegetali hanno una notevole importanza in questa branca alimentare perché sono preferite non solo dai vegetariani e vegani ma anche dagli intolleranti al lattosio e dagli allergici al latte vaccino. A beneficiarne sono anche le tasche, poiché in termini di prezzo medio unitario questi prodotti sono stati meno interessati dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi, con un incremento dell’1% decisamente più basso rispetto al +17% fatto registrare dal latte convenzionale.

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Siamo di fronte alla crescita della sensibilità ambientale tra i cittadini europei, a rinnovate domande dei consumatori e alla necessità di rispettare l’Accordo sul clima di Parigi: l’Europa è a un bivio e può assumere la guida nella transizione verso il cibo sostenibile. Questo è quanto auspicano i sottoscrittori del documento, che dopo la sconfitta riportata al Parlamento europeo guardano con favore verso la Commissione europea, chiamata entro la fine dell’anno a formulare la sua proposta per attuare il programma di sana alimentazione a scuola, magari anche con l’introduzione delle bevande vegetali.

Dal canto loro i cittadini europei paiono avere già le idee chiare. La consultazione della Commissione europea sul programma “Frutta, verdura e latte nelle scuole”, promossa nel luglio 2022, ha ricevuto settemila risposte. Il 72% dei partecipanti si è espresso favorevolmente all’introduzione delle bevande vegetali a scuola, dimostrando come questi prodotti siano entrati ormai a far parte della quotidianità.

Latte vegetale nelle scuole, no del Parlamento europeo ultima modifica: 2023-05-23T06:25:02+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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