The Wicker Man – Ad Halloween l’horror legato alla Natura

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The Wicker Man – Ad Halloween l’horror legato alla Natura ultima modifica: 2022-10-30T07:31:25+01:00 da Emanuel Trotto
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Per Halloween tradizioni ancestrali dedicate alla Madre Terra si incontrano con la cultura contemporanea in The Wicker Man, film con Christopher Lee

Il fatto

In The Wicker Man il sergente Neil Howie si reca su un’isola sperduta della Scozia per indagare sulla misteriosa scomparsa di una ragazza. Ad attenderlo troverà non solo l’ostilità della popolazione, ma anche un culto pagano legato alla Terra che lo turberanno profondamente…

the wicker man film
The Wicker Man – Locandina

Il commento

L’uomo è votato al sacrificio, per la sua comunità e per la Natura. Questo ultimo elemento, con l’andare del tempo è un concetto che si è andato a perdere. Soprattutto in Occidente con l’avvento del cristianesimo che ha spazzato via, nel corso dei secoli, le numerose manifestazioni pagane dei vari popoli. Si è deciso di sostituire il legame alla Madre Terra con quello fra tutti gli uomini. Ovviamente questa semplificazione è stata usata diverse volte per tenere assieme i popoli: lo fece l’Imperatore Costantino per mantenere saldo l’Impero Romano d’Occidente. Secoli dopo lo fece anche Carlo Magno con il suo Sacro Romano Impero. Ciò non significa che numerose festività dei popoli pagani non siano ancora presenti tutt’ora nella nostra cultura.

The Wicker Man
The Wicker Man una scena tratta dal film

Una fra queste è Halloween, che deriva dalle Parentalia romane in cui si celebravano i parenti defunti. Andando ancora più indietro la si può collocare in Irlanda dove le popolazioni celtiche festeggiavano lo Samhain, ossia il loro Capodanno. L’anno vecchio si concludeva il 31 di ottobre e incominciava quello nuovo il 1 novembre. Ossia il periodo in cui la Natura “muore” con l’arrivo dell’inverno vero e proprio. La Natura si sta rinnovando sottoterra, ove riposano anche i morti. I loro spiriti, nel corso della notte che segna il passaggio da un ciclo all’altro, si uniscono ai vivi. In altre parole si esorcizzava la paura della morte, rappresentandola non come la fine di un viaggio, ma come una tappa obbligata della Natura, dalla quale può rinascere la vita.

Questo era uno dei tanti cicli che contraddistinguevano il calendario Celta. Un altro di essi era il Beltane che corrispondeva alla celebrazione dell’equinozio di primavera e al solstizio estivo, ossia il 1° maggio. Una ricorrenza che è stata così assunta dal neopaganesimo druidico e Wicca (che hanno origine nel XVIII secolo), legandosi alla celebrazione germanica del Calendimaggio. Essa si pone in chiara opposizione di data alla festa dei Morti, ossia il 1 novembre. Caratteristica del Calendimaggio è il grande falò che viene organizzato dalla comunità allo scopo di salutare l’inverno in vista della prosperità della nuova stagione.

the wicker man
Willow (Britt Ekland) la figlia dell’oste della comunità al centro di un rituale.

Il cinema, ovviamente, ha iniziato ad interessarsi a questo tipo di folklore. Lo ha fatto prendendo soprattutto il lato più inquietante e sovrannaturale di queste ritualità. Esse sono assolutamente comuni e per nulla spaventose. Tutt’al più hanno il fascino dell’ancestrale. Però l’occhio di un uomo contemporaneo, legato alla cultura cristiana, vede in tali ritualità un aspetto quantomeno blasfemo. Questo contrasto fra il perbenismo moderno e la libertà che queste manifestazioni suscitano hanno partorito il genere del folk horror. Si tratta di una costola del genere che racconta proprio questa dicotomia. Il film più famoso in tal senso è The Wicker Man (1973) di Robin Hardy.

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Questi ha preso ispirazione dal romanzo Ritual di David Pinner. Da esso Hardy, assieme allo sceneggiatore Anthony Schaffer, ha attinto anche per il seguito del film, The Wicker Tree, uscito nel 2013.  Il genere è di successo: nel corso degli anni ha coinvolto anche autori come Stephen King con il suo racconto Children of the Corn da cui è stato tratto l’omonimo film nel 1984 (Grano Rosso Sangue di Fritz Kiersch). A livello cinematografico si sono succeduti numerosi altri film che hanno riproposto il format di Wicker Man con risultati più o meno riusciti. Si passa da Il prescelto del 2006, remake del film del 1973; a Kill List di Ben Wheatley, 2011 fino ai recenti Apostle di Gareth Evans del 2018 e Midsommar – Il villaggio dei dannati di Ari Aster, 2019.

The Wicker Man è letteralmente l’”uomo di vimini” ossia un’enorme statua fatta di questo legno nella quale venivano bruciati vivi i criminali. Questo è raccontato nel De bello Gallico di Giulio Cesare. Da questa immagine Schaffer ha iniziato a elaborare la storia, che coniuga le ritualità pagane con un’ambientazione contemporanea più credibile possibile. Il pretesto di queste ritualità è ai fini di manipolare la Natura anziché servirla. Il film è ambientato in un’isola delle Ebridi in Scozia. Un agronomo vittoriano, Lord Summerisle (“isola d’estate” letteralmente) ha sviluppato nuovi ceppi di piante, soprattutto mele, per favorire l’economia locale. Per allontanare il fatalismo degli isolani, egli instaurò nuovamente nella popolazione la fiducia per le antiche divinità della fertilità.

the wicker man uomo di vimini
L'”uomo di vimini” brucia al tramonto.

Anni dopo il nipote (Christopher Lee) porta avanti questa tradizione. Proprio costui denuncia la scomparsa di una ragazza, Rowan, della sua comunità alla polizia sulla terraferma. Ad indagare si presenta il sergente Neil Howie, fervente episcopale. Quello che il poliziotto incontra sull’isola è l’ostilità a volte assurda da parte degli isolani. Essi arrivano a negare persino l’esistenza di questa ragazza, compresa la madre. A ciò si aggiungono numerose attività che Howie ritrova immorali. Dall’assenza di chiese e di un prete, a danze fin troppo libertine.

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Per il poliziotto si tratta di una autentica isola del peccato. Si tratta di una visione estremamente ristretta della questione. Quello che racconta The Wicker Man non è l’orrore che un rito ancestrale può indurre. Ma piuttosto la tragedia della modernità nella quale le distinzioni fra la ragione e l’istinto sono più che mai marcate. Il loro scontro causano il dramma, e anche il dipanarsi della vicenda: da una parte l’equilibrio apollineo di Howie, dall’altra il dionisiaco di Summerisle. Proprio come aveva teorizzato Friedrich Nietzsche in La nascita della tragedia (1871) è in questo scontro prima e nel dialogo poi che avviene la rottura dell’individuo con il mondo e il suo unificarsi all’essere originario. Nel film essa è la Natura o la Madre Terra, a cui l’uomo civile si è allontanato. The Wicker Man racconta l’orrore di noi stessi che ci siamo perduti.

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Scheda film di The Wicker Man

  • Regia: Robin Hardy
  • Sceneggiatura: Anthony Shaffer, liberamente ispirato dal romanzo Ritual di David Pinner e dal saggio Il ramo d’oro di James Frazer;
  • Interpreti: Edward Woodward (Sergente Howie), Christopher Lee (Lord Summerisle), Diane Cilento (Miss Rose), Britt Ekland (Willow), Ingrid Pitt (bibliotecaria), Aubrey Morris (becchino), Lindsay Kemp (Alder McGregor), Russell Waters (capitano del porto);
  • Origine: Regno Unito, 1973
  • Durata: 88’ (versione cinematografica); 102’ (director’s cut);
  • Temi: CINEMA, NATURA

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Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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