Occhiali neri – Gli animali di Dario Argento ci salvano dal terrore

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Occhiali neri – Gli animali di Dario Argento ci salvano dal terrore ultima modifica: 2022-03-06T07:38:36+01:00 da Emanuel Trotto
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Dario Argento è il maestro del brivido all’italiana. Nei suoi film gli animali sono fondamentali. Anche nell’ultimo, Occhiali neri.

Il fatto

In Occhiali neri Dario Argento, un killer che uccide brutalmente giovani donne, terrorizza Roma. Diana, per sfuggirgli, provoca un incidente d’auto in cui perde la vista. Dovrà ricominciare a vivere e sopravvivere grazie all’amicizia con il piccolo Chin e al proprio cane guida…

Occhiali neri Dario Argento
La locandina del film Occhiali neri di Dario Argento

Il commento

Il cinema del brivido in Italia ha un nome: Dario Argento. Ci sono altri grandi autori che hanno scritto la storia del cinema horror e thriller nel nostro Paese: da Mario Bava a Lucio Fulci; da Antonio Margheriti a Riccardo Freda. Giusto per citare alcuni nomi. Il più famoso di tutti resta Argento, nella memoria dello spettatore medio. Egli può vantare di una fanbase notevole. Una fanbase che abbraccia diverse generazioni. Queste generazioni sono state trapassate dalla sua macchina da presa.  Essa è un coltello che colpisce l’occhio dello spettatore.

Ha stimolato costantemente l’occhio dello spettatore. Non è un caso che una raccolta di saggi su di lui sia intitolata L’eccesso della visione (a cura di Giulia Carluccio, Giacomo Manzoli e Roy Menarini, Lindau 2003). La moltiplicazione dei punti di vista e delle visioni caratterizza il suo cinema. Di quello che vediamo e di quello che ricordiamo. Delle immagini nella nostra mente. Dei dettagli nascosti in esse rimaste impigliate. Proprio in quelle immagini si trova, il più delle volte, la soluzione dell’enigma. Il mezzo cinema diventa piccolo per insinuarsi nella nostra retina. E amplia quello che ci è passato davanti. Il cinema è potenza visiva. In questo modo la trama non conta più o quasi.

The Bay, più vero del vero

È proprio nell’annullamento della visione che si basa il suo ultimo titolo, Occhiali neri, presentato all’ultima Berlinale e uscito in sala il 24 febbraio 2022. È la storia di una escort, Diana (Ilenia Pastorelli) che, per sfuggire a un killer che sta terrorizzando Roma, ha un grave incidente automobilistico. In esso perde la vita una coppia di cinesi e Diana perde la vista. Subisce un trauma cranico che rende la cecità irreversibile. Tutto il film lavora sul buio, sull’eccesso di luce, sulle tenebre impalpabili. Dall’eclissi profetica e visionaria con cui si apre, ai boschi della campagna laziale illuminati debolmente dalle stelle. Nei quali, per sfuggire alla morte, la giovane protagonista dovrà affidarsi agli altri sensi per arrivare (e far arrivare lo spettatore) alla soluzione dell’enigma.

Diana (Ilenia Pastorelli), Chin (Andrea Chang) e la cagnetta guida in una scena di Occhiali neri.

Se si pensa ad Argento si pensa alla colonna sonora dei Goblin per Profondo Rosso (1975). Originariamente il film si doveva intitolare La tigre dai denti a sciabolaL’elemento animale che era presente nei suoi primi tre titoli cinematografici (1970 – 1971): L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code, Quattro mosche in velluto grigio.

L’elemento animale assume un ruolo fondamentale all’interno della storia: dai gatti, ai cani, ai corvi.  Prendendo da modello Edgar Allan Poe, gli animali sono un tramite per spurgare l’animo dei suoi personaggi. La loro presenza fa emergere il disequilibrio della mente umana, cercando di porci un equilibrio. In caso contrario questo caos regnerebbe.  Esempio lampante è appunto il gatto in The Black Cat episodio del film Due occhi diabolici (1990). Egli fa emergere la natura omicida repressa del fotografo Roderick Usher (Harvey Keytel) ossessionato dal desiderio di immortalare la morte in tutta la sua crudeltà.

In altri casi gli animali sono l’autentico deus ex machina che risolvono situazioni di stallo. Emblematico è Phenomena (1984). Un killer uccide barbaramente alcune ragazze ospiti di un esclusivo collegio in Svizzera. Quasi tutta la detection viene affidata (indirettamente) agli animali. Gli animali in questione sono quelli meno considerati: gli insetti. Le indagini fanno progressi seguendo le larve della mosca “Sarcophaga” che si nutrono della carne in putrefazione. Una soluzione alla quale si riesce ad arrivare grazie a McGregor (Donald Pleasence), entomologo al quale si rivolge la polizia.

Il Dott. McGregor (Donald Pleaseance) e la scimpanzé Inga in Phenomena.

C’è la giovane studentessa Jennifer (Jennifer Connely) che ha il dono di poter comunicare telepaticamente con queste creature. Iconica è la scena in cui riesce ad evocare un immenso sciame di mosche che avvolge l’intero collegio. L’ispirazione del film, ad Argento, è scaturita dal profondo interesse che ha per l’infinitamente piccolo, costringendo la macchina da presa ad autentiche acrobazie visive.

Queste vicende hanno teatro in un ambiente naturale che assume anch’esso il ruolo di personaggio. Anche questo lo si trova non solo in Phenomena, ma anche in Opera (1987), Trauma (1993) o nel più recente Dracula 3D (2012).

L’animale abusato. Il cinema e la dignità degli animali

Si arriva a prefigurare un anomalo rapporto “familiare” fra la giovane Jennifer, l’entomologo e lo scimpanzé Inga che lo accompagna. In Occhiali neri ci sono Diana, il proprio cane guida (femmina) che “adottano” Chin, il bimbo rimasto orfano nell’incidente. La motivazione di questi gruppi familiari è che l’essere umano sa essere veramente terrificante. Per questo motivo Dario Argento antropomorfizza l’animale sottraendo l’umanità ai protagonisti umani. Un movente più che valido.

Scheda film di Occhiali Neri di Dario Argento

  • Regia: Dario Argento;
  • Soggetto e Sceneggiatura: Dario Argento, Franco Ferrini;
  • Interpreti: Ilenia Pastorelli (Diana), Andrea Wang (Chin), Asia Argento (Rita), Andrea Gherpelli (Matteo), Guglielmo Favilla (Jerry), Paola Sambo (suora), Maria Rosaria Russo (ispettrice Bejani), Ivan Alovisio (medico oftalminco), Mario Scerbo (facchino d’albergo), Antonio Tentori (testimone oculare);
  • Origine: Italia, Francia, 2022
  • Durata: 90’;
  • Temi: CINEMA, ANIMALI

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Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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