Volando verso il fallimento climatico, Greenpeace contro il greenwashing delle compagnie aeree

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Volando verso il fallimento climatico, Greenpeace contro il greenwashing delle compagnie aeree ultima modifica: 2022-06-13T07:14:20+02:00 da Fabiana Re
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Il nuovo report di Greenpeace denuncia false soluzioni e pubblicità ingannevoli delle compagnie aeree responsabili della crisi climatica

Si chiama EcoPlane la prima compagnia aerea al mondo a emissioni zero. Purtroppo per noi, esiste soltanto nel video diffuso da Greenpeace per il lancio del rapporto “Volando verso il fallimento climatico” . Un’indagine accurata sul comportamento delle 7 principali compagnie aeree europee – Lufthansa, Air France-KLM, International Airlines Group (IAG), Ryanair, easyJet, SAS e TAP Air Portugal – di fronte alla crisi climatica. Gli impegni di riduzione delle emissioni sono sufficienti e, soprattutto, veritieri?

L’analisi di Greenpeace sulle compagnie aeree europee

Forse nessuno si sorprenderà, ma la risposta è un netto “no”. Greenpeace denuncia che le compagnie aeree non hanno adottato misure sufficienti per ridurre le emissioni di gas serra in linea con l’Accordo di Parigi. I loro sforzi sono concentrati piuttosto sulla creazione di una parvenza di sostenibilità: promesse per il futuro accompagnate dalla proposta di soluzioni false e inefficaci. La ricerca è basata  sull’analisi di 339 indicatori che spaziano dall’impatto climatico alla tutela dei lavoratori. I bassi punteggi ottenuti dimostrano che il settore aeronautico è socialmente ingiusto e dannoso per il clima.

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Partiamo dalle promesse di decarbonizzazione. Sei delle sette compagnie aeree analizzate dichiarano di voler raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Peccato che tale affermazione non sia supportata da obiettivi sul breve termine e strategie di riduzione delle emissioni. In compenso, le compagnie aeree insistono molto su quelli che i ricercatori definiscono “miti della tecnologia”. Eccessivo ottimismo è riposto in soluzioni false, come le compensazioni di carbonio, o irrealistiche in tempi brevi, come gli aerei elettrici e i carburanti sostenibili.

I combustibili sostenibili, una soluzione falsa per Greenpeace

Il cosiddetto SAF (Sustainable Aviation Fuel) è promosso come panacea dell’impatto climatico. Cinque delle sette compagnie aeree del report affermano di utilizzare già combustibili sostenibili, ma non annunciano con la stessa enfasi le quantità che impiegano. Come dimostrato da Greenpeace, nel caso di Air France-KLM solo lo 0,08% del combustibile utilizzato è sostenibile. Per di più, non tutto il SAF ha un impatto ambientale irrisorio: spesso infatti è prodotto a partire da semi oleosi e, in particolare, dall’olio di palma. Ed è già ben noto il rischio di deforestazione legato a queste coltivazioni.

I combustibili sostenibili sono una soluzione falsa perché non possono rispondere alle necessità di un settore aeronautico sempre più vorace. Secondo l’International Energy Agency, nel 2040 il 19% dei combustibili usati dalle compagnie aeree sarà sostenibile. Ciò ci lascia con un impiego di combustibili fossili pari all’81%. Non possiamo permettercelo.

Il greenwashing delle compagnie aeree

Greenpeace denuncia inoltre le pubblicità ingannevoli delle compagnie aeree, che si promuovono come campionesse di sostenibilità. Un esempio da manuale è fornito da Ryanair, con il suo slogan “la compagnia con le tariffe e le emissioni più basse d’Europa”. Nel report di Greenpeace, la compagnia ha ricevuto punteggi inferiori a molte delle sue concorrenti per quanto riguarda l’impegno climatico.

C’è poi Iberia, che si è dipinta di verde sponsorizzando la COP25 di Madrid nel 2019. Tra le pratiche di greenwashing rientra anche la possibilità di piantare alberi per compensare le emissioni dei voli. Una recente inchiesta condotta da Greenpeace e The Guardian ha sollevato seri dubbi sulla capacità dei progetti di riforestazione di compensare tali emissioni come dichiarato dalle compagnie aeree.

Le soluzioni proposte da Greenpeace

Che fare allora? Le compagnie aeree dovrebbero sviluppare dei piani realistici per la decarbonizzazione entro il 2040. Significa rinunciare ai combustibili fossili e, contemporaneamente, ridurre il numero di voli. Greenpeace calcola che un terzo delle 250 tratte a breve raggio più frequentate potrebbe essere rimpiazzato da collegamenti ferroviari. Inoltre il 30% dei viaggi di lavoro dovrebbe essere sostituito da meeting virtuali. Queste due soluzioni permetterebbero all’Europa di risparmiare 8 milioni di tonnellate di carburante all’anno.

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Occorre però un deciso intervento dell’Unione Europea, che finora ha sussidiato generosamente il settore. Nella ripresa post-Covid, le compagnie aeree hanno ricevuto più di 30 miliardi di euro di fondi pubblici e sussidi sui carburanti fossili. Greenpeace chiede all’Unione Europea di non concedere più simili benefici a un settore così inquinante e dipendente dal petrolio. Nel 2019, le sole sette compagnie aeree del report sono state responsabili di 170 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra, più delle emissioni annuali totali dei paesi scandinavi (Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia) messi insieme.

E noi, in quanto singoli cittadini, come dobbiamo agire? Innanzitutto guardando con occhio critico le pubblicità che promuovono compagnie aeree “sostenibili”, con la consapevolezza che probabilmente si tratta di greenwashing. Se poi stiamo pensando alle vacanze estive, perché non rinunciare all’aereo e optare invece per il turismo lento, magari un viaggio a piedi?

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Studentessa torinese di Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, trascorre il suo tempo a districarsi tra molteplici passioni e a rincorrere mille sogni. Tra lettura, disegno, scrittura creativa ed esperimenti di cucina vegana di alterno successo, i giorni di sole 24 ore finiscono sempre troppo in fretta.

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