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Regione Piemonte, che fine ha fatto la dichiarazione di emergenza climatica?

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Regione Piemonte, che fine ha fatto la dichiarazione di emergenza climatica? ultima modifica: 2022-01-27T06:58:19+01:00 da Fabiana Re
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A due anni dall’approvazione in Consiglio, i movimenti ambientalisti scendono in piazza per chiedere alla Regione Piemonte di adottare misure concrete per contrastare l’emergenza climatica

“Emergenza climatica, la Regione Piemonte ha fallito”. Scandendo questa accusa, Extinction Rebellion Torino scenderà in piazza insieme a numerose realtà ambientaliste della città domani, venerdì 28 gennaio. L’appuntamento è in Piazza Castello lo stesso giorno in cui, due anni fa, il Consiglio Regionale del Piemonte approvava la Dichiarazione di emergenza climatica. Da allora, afferma il movimento, non è stata intrapresa alcuna azione concreta per far fronte alla crisi.

La manifestazione del 28 gennaio

Il presidio di domani pomeriggio, davanti al Palazzo della Regione, vedrà alternarsi musica, discorsi e flashmob organizzati dalle numerose associazioni coinvolte. Chiunque può inoltre partecipare al “Cacerolazo”, manifestazione di protesta popolare presa in prestito dal Cile in cui ci si fa sentire percuotendo padelle e casseruole. Sul fronte politico, l’obiettivo è richiedere che la crisi climatica ed ecologica diventi la priorità della Regione Piemonte, guidando ogni sua decisione. Al contempo si vuole anche sollecitare la cittadinanza a fare più pressione su chi è al potere, prendendo coscienza dei rischi a cui stiamo andando incontro.

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L’emergenza climatica dichiarata dalla Regione Piemonte

L’intuizione di fondo, in quel 28 gennaio 2020, sembrava promettente. Durante una seduta dedicata al cambiamento climatico e ai problemi ambientali il Consiglio Regionale del Piemonte approvò l’ordine del giorno presentato da Maurizio Marrone, capogruppo di Fratelli d’Italia. “Stato di emergenza climatica”, si intitolava. Una presa di coscienza della gravità della situazione dopo decenni passati a maltrattare gli ecosistemi. In Aula Marrone aveva ribadito i futuri intenti. “Non fermarsi a un approccio ideologico di dichiarazione solo simbolica e propagandistica, bensì andarla a riempire con dei contenuti molto forti e concreti”. Il buonsenso era dalla sua parte: qual è lo scopo di dichiarare un’emergenza se poi non si agisce?

Dichiarazioni controverse

Eppure già allora vi erano dei campanelli d’allarme da considerare. Il primo, le dichiarazioni di Marrone stesso in merito alle strategie per affrontare la crisi climatica. “Piani di rilancio industriale ispirati alla mobilità elettrica e completamento della Torino-Lione”, elencava. La ricetta della crescita verde: l’obiettivo è “ammodernare la produzione in senso ecosostenibile”, dicendo no a “misure repressive che vanno solo a mortificare il nostro tessuto economico”.

L’assessore all’Ambiente Matteo Marnati non sembrava neppure troppo convinto della necessità di un’azione immediata. “In materia ambientale il Piemonte è una Regione virtuosa”, spiegò in un comunicato stampa. “Mi chiedo cosa comporti il riconoscimento dell’emergenza climatica: in Piemonte non esiste uno stato di pericolosità immediata”.

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Regione Piemonte, il clima sta cambiando

La Regione Piemonte sta invece sperimentando sulla sua pelle le prime conseguenze del cambiamento climatico. Extinction Rebellion le elenca con precisione, mettendo in fila gli eventi. I roghi in Val Susa dell’autunno 2017, che hanno portato alla distruzione di 3mila ettari di bosco. Le violente grandinate nel vercellese nell’estate 2019, poi la tempesta Brigitte nell’ottobre 2020 con le sue piogge alluvionali. Secondo Arpa Piemonte nel 2020 si è registrata un’anomalia termica media di +1,1°C. Quell’anno ha inoltre chiuso il decennio più caldo per la regione dagli anni ’60, ovvero dall’inizio delle serie storiche.

I prossimi passi

Ecco che il fallimento della Regione Piemonte si materializza: il cambiamento climatico è una realtà concreta e occorrono politiche di mitigazione e adattamento adesso, non tra decenni. Per riportare l’attenzione del Consiglio su questi temi c’è chi ha messo in pericolo la propria salute. L’attivista Ruggero Reina, di XR Torino, ha portato avanti per 8 giorni uno sciopero della fame, protestando contro l’inazione della Regione. Afferma di aver messo il suo corpo a repentaglio come simbolo di tutti i corpi a repentaglio per la crisi climatica.

Ruggero si è fermato solo quando, pochi giorni fa, la Regione Piemonte ha accettato di convocare un consiglio regionale aperto sullo stato di emergenza ecoclimatica. La seduta si terrà il 21 febbraio e vedrà l’intervento di associazioni ambientaliste ed esperti del settore. L’obiettivo è definire misure concrete per raggiungere l’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030.

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Studentessa torinese di Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, trascorre il suo tempo a districarsi tra molteplici passioni e a rincorrere mille sogni. Tra lettura, disegno, scrittura creativa ed esperimenti di cucina vegana di alterno successo, i giorni di sole 24 ore finiscono sempre troppo in fretta.

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