I rischi della crisi climatica per il World Economic Forum

World Economic Forum, la crisi climatica è il più grande rischio globale

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World Economic Forum, la crisi climatica è il più grande rischio globale ultima modifica: 2022-01-17T06:41:39+01:00 da Fabiana Re
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Il nuovo report del World Economic Forum elenca i principali rischi che il mondo dovrà affrontare nei prossimi 10 anni: ai primi posti ci sono i problemi ambientali

L’avvertimento, questa volta, arriva dal mondo della finanza e del “capitalismo etico”. Il Global Risks Report 2022 del World Economic Forum avvisa che la crisi climatica è il più grande rischio che l’umanità debba affrontare. È l’ennesimo campanello d’allarme di un problema sotto i nostri occhi da anni, che avanza silenzioso ma inesorabile in assenza di politiche climatiche di maggiore impatto.

Cos’è il Global Risks Report

Il consueto meeting annuale del WEF era programmato per il gennaio 2022 ma è stato rimandato alla prossima estate a causa della pandemia. La Fondazione ha però pubblicato la nuova edizione del Global Risks Report, una classifica dei rischi mondiali per livello di gravità. Per stilarla sono stati intervistati accademici, economisti e leader politici, chiedendo loro di valutare la situazione attuale e quali eventi o condizioni possano avere un impatto negativo su Stati e imprese nei prossimi 10 anni.

Emerge un clima di cauto pessimismo. Il 61% degli intervistati si dice “preoccupato” (concerned) dalle condizioni globali attuali, il 23% addirittura “spaventato” (worried). La fazione dei “positivi” (12%) e degli “ottimisti” (meno del 4%) è ben più magra.

I rischi globali secondo il World Economic Forum

A preoccupare non è solo la situazione sanitaria e la difficile ripresa economica. Leggendo la classifica dei rischi mondiali stilata dal World Economic Forum, si scopre che il podio è occupato da rischi ambientali. Sono loro i più gravi: al primo posto la mancata azione climatica, seguita dagli eventi atmosferici violenti e dalla perdita di biodiversità. Al quarto posto incontriamo l’erosione della coesione sociale, poi le crisi umanitarie legate al sostentamento. Le malattie infettive (come il Covid) sono soltanto al sesto posto tra i rischi globali sul lungo periodo.

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L’impatto della pandemia

Anche il World Economic Forum sostiene quindi che il ticchettio dell’orologio climatico sia un suono sempre più minaccioso e inquietante. Il report illustra il legame tra le conseguenze della crisi sanitaria attuale e il ritardo nelle azioni di mitigazione del cambiamento climatico. È infatti evidente l’impatto del Covid sulle disuguaglianze economiche e sociali. In un mondo in cui gli Stati già prima viaggiavano a diverse velocità, sono quelli più poveri ad avere una bassa percentuale di popolazione vaccinata. All’esacerbarsi delle disuguaglianze sociali seguirà, secondo il WEF, una “disomogeneità della ripresa economica”. Come in un circolo vizioso, questa aggraverà “fratture sociali e tensioni geopolitiche”.

Una transizione ecologica disordinata

La notizia peggiore è che difficilmente un mondo così disgregato potrà trovare un accordo climatico efficace e in breve tempo. Il rischio dell’inazione è dietro l’angolo. “Più attendiamo, più sarà probabile affrontare una transizione (ecologica, ndr) disordinata”, avverte il World Economic Forum. Se i governi non adottano politiche tangibili nei prossimi 12-18 mesi sarà impossibile raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni posti per il 2030. Quando la crisi climatica esploderà in tutta la sua forza saranno allora necessarie azioni forti e in rapida successione, come quelle che abbiamo vissuto per contrastare il Covid.

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Il World Economic Forum ne legge le conseguenze con razionali lenti economiche. Un tale cambiamento improvviso darebbe alle imprese poco tempo per adattarsi. Destabilizzerebbe il sistema finanziario e l’economia. Provocherebbe la perdita di migliaia di posti di lavoro – soprattutto in settori ad alta intensità di carbonio – senza riuscire a generarne altri.

I suggerimenti del World Economic Forum

Il punto è che “una transizione ordinata sembra molto improbabile”. La decarbonizzazione richiede un incredibile cambiamento a livello tecnologico, economico e sociale e la lentezza dei processi istituzionali la ritarda sempre più. Il World Economic Forum incoraggia allora le imprese ad “abbracciare” questo disordine e coglierlo come un’opportunità per investire sulla transizione ecologica, anticipando il cambiamento. Al tempo stesso anche i governi sono chiamati all’azione, con la richiesta di introdurre politiche climatiche più ambiziose.

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Studentessa torinese di Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, trascorre il suo tempo a districarsi tra molteplici passioni e a rincorrere mille sogni. Tra lettura, disegno, scrittura creativa ed esperimenti di cucina vegana di alterno successo, i giorni di sole 24 ore finiscono sempre troppo in fretta.

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