Annunciati i vincitori del Goldman Environmental Prize 2021, il più prestigioso premio mondiale dedicato ad ambiente ed ecologia. Per l’Europa vincono le donne bosniache in lotta contro le centrali idroelettriche.
Sono stati assegnati i riconoscimenti dell’edizione 2021 del Goldman Environmental Prize, premio per la conservazione ambientale che viene assegnato annualmente, dal 1990, a sei attivisti di diverse parti del mondo.
“Questi eroi quotidiani dimostrano il potere dell’attivismo di base nella lotta per proteggere il nostro pianeta“, hanno commentato gli organizzatori.
A consegnare i riconoscimenti, nel corso di una cerimonia svoltasi online, è stata la pluripremiata attrice Jane Fonda, da sempre attivista a favore dell’ambiente; all’evento hanno partecipato anche Sigourney Weaver e Vanessa Nakate, oltre alle performance di svariati musicisti, tra cui Lenny Kravitz.
Europa: premiata la lotta alle centrali in Bosnia ed Erzegovina
Il Goldman Prize 2021 per l’Europa è andato alla bosniaca Maida Bilal, da anni alla guida di un gruppo di donne del suo villaggio che, grazie a un presidio durato oltre 500 giorni e notti, sono riuscite a bloccare la realizzazione di due centrali idroelettriche sul fiume Kruščica, resistendo a un freddo e lungo inverno nonché a numerosi tentativi (anche violenti) di sgombero.
“I Balcani sono la patria degli ultimi corsi d’acqua a flusso libero in tutto il continente europeo -si legge nella motivazione del premio- Tuttavia, un massiccio boom idroelettrico nella regione minaccia di danneggiare irreversibilmente migliaia di chilometri di fiumi incontaminati“.
Stop alle dighe in Bosnia ed Erezegovina, esultano gli ambientalisti
È la seconda volta negli ultimi tre anni che questo premio va agli attivisti che lottano contro la costruzione indiscriminata di centrali nei Balcani. Nel 2019, la macedone Ana Colovic Lesoska era stata premiata per la campagna contro i progetti di dighe nel suo Paese.
Nord America e Africa unite dalla battaglia alla plastica
Legati al fil rouge della lotta all’inquinamento da plastica sono invece i premi assegnati per il Nord America e l’Africa.
L’insegnante statunitense Sharon Lavigne ha fermato la costruzione di un impianto per la produzione di materie plastiche lungo il fiume Mississippi a St. James Parish, in Louisiana, organizzando proteste pacifiche per difendere la sua Comunità (prevalentemente afroamericana) dalla creazione di 500 mila tonnellate di rifiuti pericolosi all’anno, in una regione già alle prese con gravi problemi di inquinamento atmosferico.
Gloria Majiga-Kamoto, del Malawi, ha combattuto l’industria della plastica e galvanizzato un movimento di base a sostegno dell’introduzione di un divieto nazionale di produzione, importazione, distribuzione e uso della plastica sottile mono-uso.
Goldman Prize 2021 e biodiversità in Asia e America Latina
Il Goldman Prize 2021 per l’Asia è andato a Thai Van Nguyen, fondatore di Save Vietnam’s Wildlife, che ha salvato 1.540 pangolini dal commercio illegale di fauna selvatica tra il 2014 e il 2020. Nguyen ha anche istituito la prima unità anti-bracconaggio del Vietnam che, dal 2018, ha distrutto 9.701 trappole per animali, smantellato 775 accampamenti illegali, confiscato 78 armi e arrestato 558 persone per bracconaggio, portando a un calo significativo delle attività illegali nel parco nazionale Pu Mat.
Nel segno della biodiversità anche il riconoscimento per l’area del Centro e Sud America. Lo ha ritirato Liz Chicaje Churay: grazie al suo impegno, unito a quello di altri attivisti, il governo peruviano ha creato il Parco Nazionale Yaguas, che protegge più di 8mila chilometri quadrati di foresta amazzonica nella regione nord-orientale di Loreto, dove vivono migliaia di specie rare e uniche di fauna selvatica, oltre a popolazioni indigene.
Il sesto premio -riservato a isole e nazioni insulari- è andato alla nipponica Kimiko Hirata, attivista contro le centrali a carbone, che il Giappone aveva scelto di potenziare dopo il disastro nucleare di Fukushima del 2011. Grazie alla campagna di Hirata, sono state cancellati i progetti di 13 centrali a carbone, dalla potenza complessiva di 7 GW e che avrebbero rilasciato più di 1,6 miliardi di tonnellate di CO2 nel corso della loro vita: l’equivalente di togliere dalla strada 7,5 milioni di autovetture ogni anno per 40 anni.
[Cover Image: Goldman Environmental Prize]