Oggi 20 giugno è la Giornata Mondiale del Rifugiato, un’occasione per costruire empatia, comprensione e trovare risorse affinché i rifugiati possano avere una vita più dignitosa
Oggi 20 giugno è la Giornata Mondiale del Rifugiato, una ricorrenza internazionale designata dalle Nazioni Unite per onorare i rifugiati di tutto il mondo. Ogni anno, il 20 giugno ricorre questo momento per celebrare la forza e il coraggio delle persone che sono state costrette a fuggire dal proprio paese ma è anche un’opportunità per mobilitare risorse politiche in modo che esse possano non solo sopravvivere ma anche prosperare.
Secondo l’ONU, quasi 80 milioni di persone nel mondo sono state costrette a lasciare il proprio paese nel 2019, il numero più alto degli ultimi 10 anni. Di queste, il 40% sono di età inferiore ai 18 anni. I rifugiati scappano da guerra, violenza ma anche per via di emergenze climatiche.
La Giornata Mondiale del Rifugiato rappresenta un’occasione per diffondere empatia e comprensione nei confronti della situazione di questi individui e per riconoscere la loro capacità di recupero nel ricostruire le loro vite. Oggi si mettono in luce non solo le loro storie ma anche i loro diritti, i loro bisogni e i loro sogni, con l’obiettivo finale che possano godersi una vita nelle migliori condizioni e sentirsi integrati nella loro nuova società.
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Guarire, imparare e risplendere
Il tema di quest’anno è “Insieme guariamo, impariamo e risplendiamo”, un modo per rappresentare i tre progetti di raccolta fondi nelle tre aree più urgenti su cui intervenire: la sanità, l’educazione e la creatività.
Bisogna ampliare l’accesso dei rifugiati all’assistenza sanitaria primaria e secondaria, alla salute sessuale e riproduttiva, alla nutrizione e ai servizi di salute mentale. L’accesso al supporto medico può salvare una vita, soprattutto dopo il viaggio percorso dai rifugiati.
I cambiamenti climatici e i rifugiati ambientali, una questione tutta da affrontare
L’istruzione aiuta le persone costrette a fuggire a costruire un futuro migliore. L’accesso dei bambini rifugiati a scuole di qualità è un investimento necessario per far sì che possano avere una vita solida e non sempre condizionata dal proprio passato.
Non meno importante è la creatività. Attraverso lo sport, l’Agenzia ONU per i Rifugiati cerca di creare ambienti sicuri e protetti in cui i rifugiati possano scoprire il proprio potenziale. Lo sport può migliorare la salute mentale e fisica e aiutarli ad acquisire fiducia, stringere nuove amicizie e, insomma, sentirsi a casa.