Fiume Vjosa foto Thuile-Bistarelli - Save the Blue Heart of Europe

Niente dighe, il fiume Vjosa in Albania continuerà a scorrere liberamente

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Niente dighe, il fiume Vjosa in Albania continuerà a scorrere liberamente ultima modifica: 2020-10-07T13:37:34+02:00 da Francesco Rasero
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Il primo ministro albanese Edi Rama ha ufficialmente annunciato che non verranno costruite centrali idroelettriche sul fiume Vjosa, uno degli ultimi corsi d’acqua selvaggi d’Europa.

Si era mobilitato anche l’attore Leonardo DiCaprio, insieme a tanti attivisti locali ed europei, per salvare il fiume Vjosa, in Albania, dalla minaccia di vederne per sempre distrutto l’ecosistema selvatico a causa della creazione di invasi artificiali per la generazione di energia elettrica.

Dopo mesi di battaglie, la lotta degli ambientalisti pare aver segnato un punto decisivo. Il premier albanese, Edi Rama, ha infatti dichiarato che saranno bloccati tutti i progetti per costruire le centrali idroelettriche sul corso d’acqua, che nasce dalle montagne dell’Epiro, in Grecia, per sfociare nel mare Adriatico nei pressi di Narta, pochi chilometri a nord di Valona.

Fiume Vjosa Edi Rama
Il premier albanese Edi Rama, che su Twitter ha annunciato il blocco dei progetti per la costruzione di centrali idroelettriche sul fiume Vjosa, uno degli ultimi corsi d’acqua selvaggi d’Europa (foto kryeministria.al)

«Il nostro Governo ha dichiarato Parco nazionale la parte superiore del Vjosa -ha twittato Rama- Il Ministero dell’Ambiente ha quindi ufficialmente rifiutato di concedere l’autorizzazione per i progetti di centrali idroelettriche nella parte inferiore del fiume, che verrà anch’essa integrata nel Parco».

Il fiume Vjosa è salvo, festeggiano gli ecologisti

La notizia è stata accolta con entusiasmo dalle organizzazioni ambientaliste, albanesi e internazionali, che da tempo si battevano in difesa del fiume Vjosa e che, in generale, stanno contrastando i progetti di sviluppo dell’energia idroelettrica nei Balcani, a discapito degli habitat naturali dei fiumi.

DiCaprio si schiera in difesa del Vjosa, il fiume selvaggio d’Albania

Alcune di loro -EcoAlbania, Riverwatch ed EuroNatur- erano state autrici, solamente alcune settimane prima, di una denuncia nei confronti del Governo albanese per le procedure relative a due progetti di dighe sul fiume Vjosa, dopo che le relative valutazioni di impatto ambientale erano risultate negative.

«Finalmente è giunto il momento di avviare un dialogo tra gli scienziati, le autorità pubbliche e la società civile sul futuro del Vjosa e sulla creazione di un parco nazionale», ha commentato soddisfatto Ulrich Eichelmann, presidente dell’Ong Riverwatch.

Gli fanno eco dal sito ufficiale della campagna transnazionale “Save the Blue Heart of Europe“: «È una vittoria per tutti noi che amiamo e vogliamo salvare il Vjosa».

Proteste sul Vjosa (foto Dorina Topoviti per Save the Blue Heart of Europe)
Proteste sul Vjosa (foto Dorina Topoviti per Save the Blue Heart of Europe)

Per il WWF Adria, infine, «questo annuncio crea un importante precedente nel Paese delle Aquile, dove non era stata finora mai presa la decisione di fermare un progetto idroelettrico basandosi su una valutazione di impatto ambientale -dichiara Rea Nepravishta, portavoce dell’Associazione in Albania- Dobbiamo comunque continuare a vigilare sull’effettiva attuazione di questa decisione».

Il passo successivo, secondo gli ecologisti, è che Rama istituisca un divieto permanente alla costruzione di impianti idroelettrici, analogamente a quanto avvenuto alcuni mesi fa nella Federazione di Bosnia ed Erzegovina.

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[Cover: Thuile-Bistarelli per Save the Blue Heart of Europe]

 

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Giornalista pubblicista, dal 1998 scrive su carta stampata e online. Oggi è direttore responsabile di una testata locale e gestisce Altrov*e, start-up che si occupa di copywriting e comunicazione. Ha lavorato per oltre un decennio nel settore ambientale, oltre ad aver organizzato svariati eventi culturali, in ambito artistico, cinematografico e teatrale. È appassionato di viaggi, in particolare nell’area balcanica e nell’Est Europa, dove ha seguito (e segue) alcuni progetti di volontariato. Ama conoscere, progettare, fotografare e stare a contatto con le persone. Ma ancora di più ama il rugby, i suoi gatti e la sua nuova famiglia.

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