Centrali a carbone

Centrali a carbone, il G7 annuncia lo stop ai sussidi entro il 2021

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Centrali a carbone, il G7 annuncia lo stop ai sussidi entro il 2021 ultima modifica: 2021-06-16T06:31:04+02:00 da Fabiana Re
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Le grandi economie mondiali vogliono arrestare gli aiuti pubblici al combustibile fossile più inquinante: l’impegno dichiarato contro le centrali a carbone è sufficiente?

I paesi del G7 hanno detto basta ai finanziamenti pubblici per le centrali a carbone. Si tratta di un importante progresso nel contrasto ai cambiamenti climatici, giunto al termine di due giorni di meeting virtuali tra i ministri dell’ambiente degli Stati membri. Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e USA si sono incontrati inoltre dall’11 al 13 giugno in Cornovaglia, per il 47° summit del G7. Nel comunicato finale del meeting online i paesi si impegnano ad abbandonare ogni forma di sostegno diretto alle centrali a carbone entro la fine del 2021.

Il G7 e la decarbonizzazione dell’economia

I tempi stringono. Lo riconoscono i ministri delle grandi economie mondiali, dichiarando che “è necessaria un’azione urgente e concreta verso la sostenibilità”. Per questo motivo gli obiettivi del G7 sono ambiziosi e vanno oltre l’interruzione del supporto al carbone. “Elimineremo gradualmente i nuovi progetti pubblici nel settore dei combustibili fossili, si legge nel comunicato. Un impegno coerente con l’intento dei paesi: non superare la soglia di +1,5 gradi di riscaldamento globale. Per fare ciò occorrerà implementare politiche di contenimento delle emissioni più rigorose di quelle attuali e decarbonizzare il settore energetico già nel 2030, anziché nel 2050 come previsto da molti stati.

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Stop alle centrali a carbone: le reazioni internazionali

L’impegno del G7 contro le centrali a carbone è stato acclamato da più parti. “Si tratta di un passo avanti importante – afferma Svenja Schulze, ministro tedesco dell’Ambiente – perché solo in questo modo noi, come paesi industrializzati, possiamo esigere in modo credibile che altri ci seguano su questa strada”. Le fa eco l’americano John Kerry, affermando che l’incontro ha mostrato un grande senso di urgenza e unità.

I punti deboli dell’accordo

La reazione dei gruppi ambientalisti è più fredda. Al di  là dell’intenzione di porre fine al sostegno delle centrali a carbone entro il 2021, i ministri del G7 non hanno infatti definito deadline né indirizzi di policy per decarbonizzare le proprie economie. “Troppi di questi impegni rimangono vaghi quando abbiamo bisogno che siano specifici e stabiliscano un’azione programmata”, commenta Rebecca Newsom di Greenpeeace UK.

L’accordo pare inoltre indebolito dalla ritrosia del Giappone nell’interrompere i sussidi al carbone. Se non altro, la mossa del G7 mette pressione sulla Cina, isolandola in quanto unica grande economia a finanziare pesantemente questo combustibile fossile.

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Come decarbonizzare le economie secondo l’IEA

L’impegno del G7 giunge a pochi giorni dalla pubblicazione del report “Net Zero by 2050” dell’IEA (International Energy Agency). Il documento è una vera e propria mappa verso sistemi energetici più sostenibili. Secondo l’IEA le politiche ambientali finora sono insufficienti a evitare i peggiori effetti del cambiamento climatico. Occorre un impegno più deciso per decarbonizzare l’economia globale entro i prossimi tre decenni. L’Agenzia ha elencato oltre 400 obiettivi da raggiungere, specificando tempistiche e azioni necessarie. Una buona ispirazione per i paesi del G7 per declinare le proprie dichiarazioni in pratiche.

Centrali a carbone, il G7 annuncia lo stop ai sussidi entro il 2021 ultima modifica: 2021-06-16T06:31:04+02:00 da Fabiana Re
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Studentessa torinese di Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, trascorre il suo tempo a districarsi tra molteplici passioni e a rincorrere mille sogni. Tra lettura, disegno, scrittura creativa ed esperimenti di cucina vegana di alterno successo, i giorni di sole 24 ore finiscono sempre troppo in fretta.

1 Commento

  1. Assurdo!
    Questa è vera disinformazione speculativa. Infatti, le Centrali elettriche alimentate a Carbone NON sono affatto finanziate. Anzi, perchè utilizzano il Carbone” sono fittiziamente penalizzate con le famose (carte da gioco del Monopoli!) “quorte di emissione che, speculativamente penalizzano in maggior misura l’utilizzo di questo naturale combustibile (viene in dubitabilmente dal mondo vegetale che ricopriva ampie aree del pianeta nel lontano passato), mentre favoriscono altri combustibili fossili, in particolare il “Gas Metano”, perchèsi conteggiamop SOLO le emissioni “post-combustion e”, facendo finta di non sapere che ci sono le emissioni “pre-combustione” di GHG (Gas ad Effetto Serra) dovute alla fase di “estrazione dai giacimentgi e trasporto a destino del combustibile Metano, che si fa fint di non sapere che esistono, anche se finiscono in troposfera come quelle “post-combustione”!!!

    Una vera tgruffa speculativa che ingrassa taluni a danno di tutti i comuni cittadini che pagano le Bollette elettgriche.

    La risposta che invece avrebbe senso, sono le moderne tecnologie , oggi disponibili, che consentirebbero di prevenire le emissioni davvero nocive (Ossidi di Zolfo e di Azoto ed il Particolato Fine PM10), ma anche quelle di CO2, grazie alla notevole maggiore efficienza di questi moderni impianti rispetto ai vecchi: 45* rispetto a 25%, quindi con notevoli minori consumi di combustibile e di emissioni di CO2 a parità di elettricità prodotta !
    Ma per saperlo, occorrerebbe studiare e non cavalcare le speculazione ideologiche!
    E quei governanti potrebbero agevolmente circondarsi di veri e preparati professionisti che quelle cose le sanno!

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