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Materie prime critiche, il Parlamento Ue approva il regolamento

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Materie prime critiche, il Parlamento Ue approva il regolamento ultima modifica: 2024-01-29T06:35:19+01:00 da Marco Grilli
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Materie prime critiche, il Parlamento europeo ha approvato il regolamento per il loro approvvigionamento sicuro e sostenibile

Due urgenze fondamentali dei giorni nostri, la transizione ecologica e quella digitale, dipendono da un accesso sicuro, affidabile e resiliente alle materie prime critiche. A tal fine, lo scorso 12 dicembre il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza (549 voti favorevoli, 43 contrari e 24 astensioni) il Critical raw materials act, il regolamento che attende ora solo l’ultimo via libera del Consiglio europeo prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Il contesto

Tutte le previsioni sono concordi nel ritenere che nei prossimi anni vi sarà un notevole aumento di domanda di materie prime critiche. La richiesta di litio nel Vecchio Continente potrebbe aumentare fino a 21 volte nel 2050 rispetto al 2020. La produzione di smartphone, batterie, turbine eoliche, pannelli solari ed auto elettriche – solo per fare qualche esempio – non può fare a meno di queste risorse così preziose, per le quali l’Unione europea (Ue) dipende largamente dalle importazioni, in gran parte da Paesi non democratici od instabili politicamente.

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La strategia Ue in questo settore così delicato mira dunque da una parte ad aumentare la capacità di estrazione e lavorazione sul suo territorio, dall’altra a diversificare i fornitori. Il tutto facendo particolare attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale ed incentivando la circolarità.

Il contesto di fondo è ben descritto dal Parlamento europeo: “Le materie prime critiche sono fondamentali per le transizioni verde e digitale dell’UE e garantirne l’approvvigionamento è fondamentale per la resilienza economica, la leadership tecnologica e l’autonomia strategica dell’Unione europea. Dopo la guerra russa contro l’Ucraina e una politica commerciale e industriale cinese sempre più aggressiva, anche il cobalto, il litio e altre materie prime sono diventati un fattore geopolitico. Con lo spostamento globale verso le energie rinnovabili e la digitalizzazione delle economie e delle società, la domanda di queste materie prime strategiche è destinata ad aumentare rapidamente nei prossimi decenni”.

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Nel quadro del piano industriale del Green Deal, le iniziative legislative fondamentali includono proprio il regolamento sulle materie prime critiche, insieme a quello sull’industria a zero emissioni nette ed alla riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica.

Il regolamento

Per quanto riguarda il lungo iter legislativo, la Commissione europea ha presentato una proposta relativa a un regolamento sulle materie prime critiche nel marzo 2023, al fine di istituire un quadro atto a garantire un loro approvvigionamento sicuro e sostenibile.

Il Consiglio europeo ha approvato un mandato negoziale il 30 giugno scorso, mentre il Parlamento Ue ha messo nero su bianco la sua posizione il 14 settembre, sulla base della relazione della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE). I negoziati interistituzionali si sono chiusi il 13 novembre, con il raggiungimento di un accordo provvisorio sulla proposta. Il testo concordato è stato quindi approvato il 29 novembre dal Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) – un organo del Consiglio Ue – ed il 7 dicembre dalla Commissione ITRE del Parlamento Ue, tutto questo prima dell’ok definitivo dello stesso Parlamento (12 dicembre).

Il regolamento mira a rendere l’Ue più competitiva ed autonoma in questa materia, riducendo la burocrazia, promuovendo l’innovazione lungo l’intera catena del valore e sostenendo le piccole e medie imprese (PMI).

Questa legislazione è un progetto di politica industriale per un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime in Europa. Con incentivi economici mirati creiamo certezza nella pianificazione dei progetti per gli investitori privati, attraverso punti di contatto unici per le aziende e procedure di autorizzazione rapide e semplici con scadenze chiare per le autorità nazionali. Ciò stimolerà l’estrazione, la lavorazione e il riciclaggio in Europa”, ha dichiarato l’eurodeputata tedesca Nicola Beer (Renew Europe), vice-presidente del Parlamento Ue fino allo scorso 31 dicembre.

Tra le 34 materie prime critiche, il testo del regolamento ne distingue un sottogruppo di 17 definite strategiche (tra queste litio, cobalto, rame, nichel, grafite naturale ed alluminio), in base ad una valutazione riguardante la loro importanza, la crescita prevista della domanda e la difficoltà di produzione.

Entrando in merito agli obiettivi fissati dal regolamento entro il 2030, il parametro di riferimento per la capacità di riciclaggio di materie prime strategiche dell’Ue è aumentato al 25% del consumo annuo, rispetto al 15% indicato inizialmente dalla Commissione. La capacità estrattiva dell’Ue deve coprire almeno il 10% del consumo annuo, mentre quella di trasformazione non meno del 40%. Ciò significa che tale percentuale deve essere garantita da materie prime critiche strategiche raffinate nel territorio dell’Ue. Infine, in materia di diversificazione delle importazioni, nessun Paese terzo può fornire più del 65% delle materie prime critiche strategiche consumate in un anno dall’Ue.

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Il miglioramento nelle performance di riciclo ed il progresso tecnologico in questo settore sono dei punti fermi del Critical raw materials act. Nella posizione del Parlamento Ue, si legge che “l’UE dovrebbe essere in grado di riciclare una quantità crescente di ciascuna materia critica strategica presente nei rifiuti. La Commissione e gli Stati membri intraprenderanno sforzi per incentivare il progresso tecnologico e l’uso efficiente delle risorse al fine di contenere il previsto aumento del consumo di materie prime critiche nell’UE. Entro il 1° gennaio 2027, la Commissione adotterà un atto delegato al fine di stabilire parametri di riferimento per ciascuna materia prima strategica contenuta nei pertinenti flussi di rifiuti”.

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In generale, il regolamento mira a promuovere la ricerca, l’innovazione e sviluppo di materiali alternativi alle materie prime critiche strategiche e metodi di estrazione e produzione più green. “La legislazione istituirà incentivi economici e un quadro imprenditoriale più stabile e sicuro per i progetti di estrazione e riciclaggio, con procedure di autorizzazione più rapide e semplici”, specifica il Parlamento Ue.

Si riducono i tempi per il rilascio delle autorizzazioni, rispettivamente a 27 mesi per i progetti strategici riguardanti le attività estrattive, a 15 per quelli in merito alla trasformazione ed al riciclaggio delle materie prime critiche strategiche. La semplificazione della burocrazia passa inoltre dal fatto che “vi sarà un solo punto di contatto unico per livello amministrativo pertinente e per fase della catena del valore delle materie prime critiche per ciascuno Stato membro”. 

Infine, il regolamento si fonda sul ruolo cruciale dei partenariati strategici tra l’Ue ed i Paesi terzi, al fine di diversificare gli approvvigionamenti con benefici per tutte le parti interessate. Sono previsti dunque partenariati a lungo termine basati sul trasferimento di conoscenze e tecnologie, sulla formazione e sul miglioramento delle competenze, per creare nuovi posti di lavoro con migliori condizioni generali e di reddito. Le attività estrattive e tutte le procedure di lavorazione delle materie prime critiche nei Paesi partner devono inoltre assicurare il rispetto dell’ambiente, adeguandosi ai migliori standard ecologici.

È finito il tempo dell’ingenuità, come auspicava lo scorso marzo il commissario Ue al mercato interno, Thierry Breton. Nonostante la posizione iniziale di svantaggio e l’instabilità geopolitica, l’Ue prova a ritagliarsi un ruolo da protagonista anche in questo settore strategico .

[Credits foto: cebbi su Pixabay]

Materie prime critiche, il Parlamento Ue approva il regolamento ultima modifica: 2024-01-29T06:35:19+01:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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