Intervista a Sua Altezza Michael Bates, capo di stato del Principato di Sealand, una micro-nazione al largo del Regno Unito che si dichiara indipendente da oltre 50 anni. «Viviamo in modo green, a contatto con la natura. E possiamo essere di esempio».
«Le micro-nazioni possono essere un importante esempio e avamposto ambientale»: questo il pensiero del Principe Michael Bates, che dal 2012 è ufficialmente alla guida del Principato di Sealand, piattaforma al largo delle coste del Regno Unito proclamatasi indipendente dal 1967.
Si tratta di un’ex fortezza militare risalente agli anni Quaranta, realizzata in cemento e acciaio, con due grandi torri cilindriche che sorreggono una base di circa 4 mila metri quadri, occupata in gran parte da una pista di atterraggio per gli elicotteri. La popolazione, stando alle statistiche non ufficiali, ammonta a poche unità.
La sua storia, per molti versi, ricorda quella dell’Isola delle Rose -la micro-nazione made in Italy, di fronte a Rimini, resa famosa dal recente film Netflix- ma la cui durata è risultata sicuramente meno effimera.
Un’esperienza, quella di Sealand, a metà tra la goliardica provocazione libertaria condita con humor britannico, business e complotti “a corte”, dalla trama degna di una serie tv.
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La strana storia del Principato di Sealand
Durante la Seconda Guerra mondiale, il governo britannico costruì diverse isole-fortezza nel Mare del Nord per difendere le sue coste dagli invasori nazisti. Alcune di queste piattaforme furono erette anche in acque internazionali.
Una di esse era denominata Fort Roughs Tower, situata leggermente a nord dell’estuario del Tamigi, sulla costa orientale del Regno Unito, a una distanza di circa sette miglia nautiche dalla costa (circa 12 chilometri), più del doppio delle tre miglia allora applicabili alle acque territoriali.
“I forti furono abbandonati all’inizio degli anni Cinquanta e, a causa della loro costruzione illegale in acque internazionali in un momento di crisi mondiale, avrebbero dovuto essere distrutti, per rispettare il diritto internazionale. Cosa che accadde per tutte le strutture, tranne che per Fort Roughs Tower -spiegano dal Principato de Sealand- Situato in alto mare, deserto e abbandonato, da un punto di vista giuridico costituiva quindi un territorio extra-nazionale”.
Nel 1966, il sito fu occupato alla vigilia di Natale dal maggiore dell’esercito Roy Bates, che negli anni precedenti aveva già fondato alcune radio pirata, per trasmettere musiche allora “proibite” sulla Bbc. Tutte queste emittenti avevano sede al largo delle coste inglesi ma, nel giro di poco tempo, furono fatte chiudere dalle autorità britanniche.
In questo caso, dopo aver consultato i suoi avvocati, Roy decise di dichiarare che l’isola-fortezza rappresentava lo Stato indipendente di Sealand, rivendicando lo Ius Gentium (Diritto delle Nazioni) su una parte del globo che era Terra Nullius (terra di nessuno).
Il 2 settembre 1967, accompagnato dalla moglie Joan, dai figli Penelope (16 anni) e Michael (14 anni), oltre a diversi amici e seguaci, Bates fondò il Principato di Sealand.
Il Regno Unito reagì, inviando i suoi militari contro quella che venne definita “una possibile Cuba al largo della costa orientale dell’Inghilterra“, per demolirla, facendola saltare in aria.
Stando alle cronache ufficiali, il giovane Principe Michael, però, sparò alcuni colpi di avvertimento contro il rimorchiatore della Marina che si stava avvicinando alla piattaforma, facendolo battere in ritirata. Lui e il padre vennero messi sotto processo per questo episodio ma il giudice, dichiarando che le corti britanniche non potevano avere giurisdizione su quei territori, diede origine a quello che la micro-nazione indica come il primo riconoscimento de facto di Sealand.
Il Principato di Sealand oggi
Dopo alcuni decenni abbastanza travagliati -che hanno visto anche un tentativo di colpo di stato nel 1978, con l’erede al trono Michael preso in ostaggio da uomini armati, e un grave incendio nel 2006- oggi il Principato di Sealand basa gran parte delle sue attività sulla vendita online di titoli nobiliari: i più cari, Duca e Duchessa, possono costare fino a 500 sterline.
C’è quindi un commercio di gadget e oggettistica per collezionisti. Come ogni micro-nazione che si rispetti, infatti, Sealand emette passaporti, monete, banconote e francobolli, spesso raffiguranti i membri della Famiglia Reale (i Bates), ha una sua bandiera e un inno ufficiale.
Stando alla Costituzione, si tratta di una monarchia costituzionale ereditaria. Il motto del Principato, rigorosamente in latino come nella migliore tradizione araldica, è “E Mare Libertas”, ovvero “La Libertà dal Mare”.
La presenza social comprende Facebook, Twitter e Instagram, mentre la sede del Ministero degli Esteri è in una casella postale situata nel Regno Unito. Lo stesso Principe trascorre gran parte della sua vita nell’Essex, dove possiede una piccola impresa ittica.
Sealand ha anche i suoi atleti in diverse discipline, a partire da una Nazionale di calcio, saltuariamente impegnata in amichevoli alquanto amatoriali e la cui divisa ufficiale è possibile (ovviamente) acquistare tramite l’e-commerce del sito.
Dopo aver festeggiato, nel 2017, i 50 anni di indipendenza, negli ultimi mesi il Principato non ha mancato di sottolineare come da tempo abbia messo in atto la “Sexit”, ovvero l’uscita di Sealand dal Regno Unito, ben prima della più celebre Brexit.
A oggi, nessuno governo riconosce ufficialmente questa micro-nazione (che si appella alla Convenzione di Montevideo) e, di recente, l’ONU ha escluso la possibilità di definire Stati indipendenti quelli che sorgono su manufatti di origine umana, come le piattaforme.
Sealand come eco-avamposto? Parla il Principe Michael
Il Principe Michael Bates, figlio di Roy e Joan, fondatori di questo bizzarro mini-stato, è un uomo dai mille impegni, riservato e di poche ma soppesate parole, che ha accettato di parlare con eHabitat dei temi legati all’ambiente che coinvolgono direttamente il suo regno.
La sostenibilità è una questione urgente per Sealand? Avete particolari politiche green nel vostro Principato?
«Assolutamente. A Sealand -dove ci sono alcune persone che vivono 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno e 7 giorni su 7- usiamo energia rinnovabile per il 99% del nostro fabbisogno energetico e l’intero fabbisogno di acqua potabile è garantito dal ricircolo e riutilizzo dell’acqua piovana. Inoltre, ad esempio, incoraggiamo soltanto metodi di pesca sostenibili all’interno delle nostre acque territoriali».
Quanto è importante il legame con l’ambiente per una micro-nazione come la vostra?
«La nostra vita si sviluppa interamente all’interno di un vasto Oceano. Per questo, la natura rappresenta un elemento estremamente importante per tutti noi, a partire dalla Famiglia Reale».
Pensa che le micro-nazioni, essendo in contatto più diretto con l’ambiente, possano aiutare a sensibilizzare le persone e i governi degli Stati più “grandi” sulle questioni legate alla crisi climatica?
«Molto. Coloro che sono cresciuti e vivono nelle grandi città non hanno un’idea chiara di cosa siano il mondo reale e la natura che circondano quelle città. Quindi la nostra esperienza può essere fondamentale anche per loro, dal punto di vista della protezione ambientale. Anche se, a onor del vero, devo dire che il Climate Change non ha finora rappresentato una grande minaccia diretta per la nostra isola».
La vita su piattaforme artificiali, come quella su cui sorge oggi il Principato di Sealand, potrebbe però essere una possibile soluzione per aiutare le isole, che soffrono per l’innalzamento dei mari causato proprio dai mutamenti climatici, offrendo un’alternativa a quelle popolazioni che rischiando di veder scomparire le loro terre e i loro insediamenti costieri.
Non a caso, un sogno di Michael è quello di espandere i suoi possedimenti, con l’ipotesi di costruire anche nuove piattaforme in acque internazionali, seguendo tecniche costruttive green. Oppure, come dichiara il Principe prima di congedarsi, «recuperando la terra dal mare usando materiali naturali».
Sarà l’attenzione verso l’ambiente, quindi, a garantire a Sealand un futuro lungo e prosperoso?
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[Immagini: Principality of Sealand @Facebook @Twitter @Instagam e Sealand National Football Association]