Diario di bordo dal Mare di Cortez, di John Steinbeck, non è un semplice romanzo, ma un libro che offre molteplici chiavi di lettura. Il futuro premio Nobel per la Letteratura racconta una spedizione scientifica sulle coste della California, dissertando di animali, natura e filosofia.
Dal Diario di bordo dal Mare di Cortez: “Questo piccolo viaggio stava diventando qualcosa e allo stesso tempo anche qualcos’altro: il raccogliere, il mangiare e il dormire si fondevano con l’attività speculativa del pensiero”.
È il John Steinbeck che non ti aspetti. Bompiani ha ripubblicato nel 2019 questo suo libro –come definirlo vedremo dopo– nella versione del 1951, dal titolo originale The Log From the Sea of Cortez, with a new prefatory section: About Ed Ricketts.
Si tratta di un’edizione che si differenzia da quella originale del 1941, John Steinbeck-Ed Ricketts, Sea of Cortez: A Leisurely Journal of Travel and Research, proprio perché è stato aggiunto uno scritto in ricordo dell’amico, scomparso nel 1948.
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Steinbeck e il biologo Ed Ricketts
Edward “Ed” Ricketts è stato un biologo, ecologo e filosofo che ha dato un grande contributo alla conoscenza delle scienze biologiche marine. La sua breve biografia che apre il volume è il ricordo affettuoso e divertito dell’amicizia che lo legava allo scrittore californiano.
I due si erano conosciuti nel 1930 e, da subito, Ricketts aveva influenzato Steinbeck sui temi naturalistici , da allora presenti in svariati romanzi, oltre a ispirare vari personaggi.
“La cosa che più detestava era la vecchiaia. Detestava veder invecchiare gli altri, e per se stesso non poteva concepire neppure un invecchiamento. Detestava le donne vecchie, e gli riusciva impossibile persino rimanere con loro in un luogo chiuso. Diceva di saperle riconoscere dall’odore”, scrive Steinbeck nel suo Diario di bordo dal Mare di Cortez.
La spedizione scientifica nel Golfo di California
Nel 1940, mentre dall’Europa iniziano a giungere i primi echi della guerra e dell’invasione tedesca della Danimarca e della Norvegia, Ricketts convince Steinbeck a prendere parte a una spedizione scientifica.
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Noleggiano una barca da pesca, la “Western Flyer” e, insieme a un raccogliticcio equipaggio, navigano da Monterey a Cabo San Lucas, all’estremità sud della penisola, per poi risalire il Golfo di California, un tempo noto come il Mare di Cortez, dal nome del conquistatore del Messico.
Scopi dell’impresa sono la raccolta, lo studio e la classificazione degli invertebrati marini. Infatti, la barca è carica di provette, barattoli, pescere, contenitori di vetro di ogni dimensione e prodotti chimici atti alla conservazione dei campioni prelevati, come alcol denaturato, ammoniaca e formaldeide (e sorvolo sui prodotti per l’anestetizzazione degli animaletti).
Un tender fuoribordo consente all’equipaggio di avvicinarsi alle spiagge e alle barriere coralline per poter scendere e raccogliere i vari tipi di invertebrati. Ma non è solo questo, perché nel corso delle settimane di navigazione vengono osservati i comportamenti di tutti gli esemplari marini incontrati: dalle sardine ai tonni, dai granchi agli squali, dalle tartarughe alle aragoste pelagiche.
Cos’è Diario di bordo dal Mare di Cortez?
Che cos’è allora questo Diario di bordo dal Mare di Cortez, se non uno splendido libro di viaggi, una cronaca appassionata in cui si parla di etologia con la “t” e di ecologia con la “c” (il problema dell’inquinamento dei mari era già fortemente sentito nel 1940), di pesca dissennata (il fondo del mare raschiato e impoverito dalle reti a strascico dei pescherecci giapponesi), di navigazione, di antropologia perché si osservano anche gli usi e i costumi delle popolazioni costiere avvicinate, qui sbrigativamente chiamati indiani?
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Una scarna ma esauriente cartina, acclusa in appendice, consente di seguire passo passo gli spostamenti attorno alla penisola californiana e i luoghi di attracco, anche porti e cittadine. Steinbeck ci fa fare conoscenza con (ne cito solo alcuni) i cirripedi, le lumache porporine, le patelle, i briozoi, i platelminti, i tunicati urocordati, le oloturie… tutti riportati con i loro nomi scientifici. È incredibile quante specie esistano e in quante varianti, persino dei vermi marini! E quante curiosità!
“In uno dei cetrioli abbiamo trovato un piccolo pesce parassita che viveva molto bene nel condotto anale. Ne usciva e vi rientrava con grande facilità e velocità, riposandosi sempre con la testa rivolta verso l’interno. Messolo nel contenitore lo abbiamo fatto uscire, esercitando una lieve pressione sul corpo del cetriolo, ma è subito tornato indietro, rientrando nel condotto anale. L’aspetto pallido e diafano di questo pesce sembrava indicare che quella fosse la sua residenza abituale”.
Secchi, barattoli e provette presto sono pieni e vengono portati sulla barca per provvedere alla loro conservazione. Tutto finirà nel laboratorio di Ricketts e nel catalogo scientifico denominato Sea of Cortez.
Il John Steinbeck che non ti aspetti
John Steinbeck, che viaggia con la moglie, osserva tutto e tiene il diario di bordo, lanciandosi di tanto in tanto in osservazioni sociologiche e filosofiche: “Solo gli uomini mediocri e pieni di sé sono contrari a quella che viene chiamata la “divulgazione” scientifica”.
Con l’aggiunta degli appunti e delle osservazioni dell’amico biologo, al ritorno dal viaggio lo scrittore californiano ha pubblicato questo libro, che in un prima versione conteneva anche l’intero catalogo scientifico.
Non un romanzo, dunque, ma un libro che offre molteplici chiavi di lettura e ci fa apparire sotto una luce insolita il futuro premio Nobel per la Letteratura e autore di tanti capolavori come Furore, Pian della Tortilla, Uomini e topi.
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[Articolo gentilmente concesso e tratto dal blog dell’autore]