Morti da polveri sottili

Inquinamento: l’Italia è prima in Europa per le morti da polveri sottili

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Inquinamento: l’Italia è prima in Europa per le morti da polveri sottili ultima modifica: 2019-11-15T13:30:40+01:00 da Evelyn Baleani
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L’inquinamento è tra le più gravi minacce per la salute umana. E l’Italia vanta un record negativo su questo fronte. Il nostro paese è primo in Europa e undicesimo nel mondo per morti premature da esposizione alle polveri sottili PM2.5.

A lanciare l’allarme sulla rivista The Lancet è stato il report Countdown on Health and Climate Change, focalizzato sull’impatto che i cambiamenti climatici hanno sulla salute. Lo studio ha coinvolto ricercatori di almeno 35 Università e Istituzioni, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Come puntualizzato da uno degli autori del documento, Marina Romanello della University College di Londra, solo nel 2016 in Italia “sono stati ben 45.600 i decessi in età precoce, con una perdita economica di oltre 20 milioni di euro, la peggiore in Europa“.

Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute

A essere in pericolo sono soprattutto i bambini e i neonati. Questi ultimi perché hanno un sistema immunitario e un sistema respiratorio ancora non del tutto sviluppati.

Tra i principali indiziati degli elevati livelli di polveri sottili ci sono i mutamenti del clima, che continuano a mietere vittime a ogni latitudine del mondo, causando ondate di calore, incendi ed eventi atmosferici eccezionali.

La “salute futura di un’intera generazione è minacciata dai cambiamenti climatici – sottolineano gli autori del report – se non saranno raggiunti gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, in primis limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali“.

Siccità

Sono molte le conseguenze che possiamo attenderci in assenza di un cambio di rotta immediato. Si corre ad esempio il rischio che in molti paesi, inclusa l’Italia, giungano nuove malattie infettive, come la febbre Dengue.

Legati all’emergenza climatica vi sono inoltre problemi di malnutrizione, a causa delle minacce ai raccolti, a cui si affiancano i tanti decessi dovuti alle violente ondate di calore. Come precisato sul Lancet, nel 2018 a livello mondiale sono stati individuati 220 milioni di over-65 esposti a ondate di calore in più rispetto al 2000, con gli anziani che vivono in Europa e nel Mediterraneo orientale da considerarsi tra i più a rischio.

I dati sono davvero allarmanti e l’orologio è ormai sul punto di segnare il suo tempo limite. Stiamo ipotecando il futuro delle prossime generazioni. Un futuro che si fa drammaticamente sempre più presente.

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Web Content Editor freelance e Giornalista pubblicista. Si occupa di contenuti per i media (TV e Web) dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni oltre l'ambiente? Il Web, la scrittura e la Spagna.

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