Il 2014 è l’Anno Internazionale dell’agricoltura familiare

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Il 2014 è l’Anno Internazionale dell’agricoltura familiare ultima modifica: 2014-04-30T08:00:17+02:00 da Sara Panarella
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Il 2014 è l’Anno Internazionale dell’agricoltura familiare per promuovere uno sviluppo più sostenibile e giusto per l’ambiente e per chi lo vive

L’anno in cui stiamo vivendo, il 2014, è stato proclamato dalle Nazioni Unite, l’Anno Internazionale dell’agricoltura familiare, in inglese International Year of Family Farming, abbreviato in IYFF. La FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, che ha tra i suoi obiettivi l’eliminazione della fame, dell’insicurezza alimentare e della malnutrizione, ha deciso per quest’anno di investire sull’agricoltura a livello familiare ritenuta una delle potenzialità maggiori su cui investire per affrontare il problema che la FAO ha nei suoi obiettivi costitutivi, cioè la riduzione della fame nel mondo.

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Cosa si intende con agricoltura familiare e cos’è precisamente una family farm? La fattoria familiare, così la traduzione letterale, è un’organizzazione in cui i termini family, famiglia, e farm, fattoria, sono uniti, combinando scopi sociali, economici e culturali. È l’azienda agricola che si poggia sul lavoro dei membri della famiglia, tutti uomini e donne, considerata nella sua accezione più allargata. Lavorano non solo nel settore agricolo ma anche nella pastorizia, nella pesca, nel settore forestale. Nel mondo risultano più di 500 milioni di family farm distribuite in tutti e cinque i continenti. In Europa ad esempio, più di 23 milioni di persone lavora nella propria azienda costituendo il 90% dell’intera forza lavoro agricola, secondo dati riportati da Food Tank, organizzazione partner della FAO, sul cui sito, oltre ad essere disponibile una gran quantità di informazioni sul tema è anche possibile trovare la scheda per aderire ad una petizione in favore dell’IYFF.

Il principe Carlo supporta le piccole aziende agricole e la sostenibilità

Obiettivi di quest’Anno sono il conoscere e il supportare l’agricoltura familiare per ridurre la povertà nelle zone rurali e garantire la sicurezza alimentare ad un numero sempre maggiore di persone. Attraverso la valorizzazione di una produzione più sostenibile, si vuole dunque dare peso e dignità ai piccoli coltivatori, al loro lavoro e alla loro capacità, incoraggiando una produzione anche più rispettosa dell’ambiente. Non multinazionali quindi che per sterminati ettari coltivano solo un tipo di frutta, ma un contadino che vive in un certo territorio e abitandolo lo usa per garantire a sè e alla sua famiglia cibo. In questo caso la produzione sarà certamente diversificata, evitando uno sfruttamento unidirezionale.

Con questo sistema le aziende agricole producono già gran parte del cibo consumato quotidianamente nel mondo. È necessario sostenerle, offrendo in primo luogo visibilità al fondamentale ruolo sociale che svolgono. In secondo luogo è però altrettanto fondamentale fornire sostegno materiale: accesso al credito in primis, ma anche attrezzature e conoscenze per migliorare il lavoro quotidiano.

Una finalità simile la persegue Slow Food che con Terra Madre, ha creato una “rete della comunità del cibo” riunendo coloro che fanno parte della filiera alimentare, per preservare l’agricoltura, la pesca e l’allevamento sostenibile, valorizzando le tradizioni locali e la biodiversità. Buono, pulito e giusto sono i tre criteri base di Slow Food, rintracciabili anche negli obiettivi dell’Anno Internazionale dell’agricoltura familiare. Il Buono è riferito alla qualità del cibo, il Pulito fa riferimento ai modi di produzione rispettosi dell’ambiente e Giusto è riferito alla dignità dei produttori che devono essere remunerati equamente e del giusto prezzo chiesto ai consumatori. Non per nulla le due organizzazioni la FAO e Slow Food, che hanno già collaborato nel 2013 per l’Anno internazionale della Quinoa, collaborazione sfociata nel volume, “La Quinoa in cucina”, liberamente scaricabile qui, hanno in progetto di continuare a lavorare insieme per recuperare la ricchezza della tradizioni locali, valorizzandone saperi e conoscenze. Tra l’altro la coltivazione della Quinoa rientra adesso anche in alcuni interventi dell’IYFF.

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Vive a Torino, bibliotecaria. Si laurea in Filosofia interessandosi di bambini e multiculturalità e si avvicina alla psicoanalisi e alla cura del pensiero. Ha poi quattro bimbi e un cane che insieme a tanta effervescenza aggiungono interessi nuovi, maggior attenzione per l’ambiente e gli antichi mestieri e saperi, lavorazione dell’argilla, uncinetto, raccolta e utilizzo delle erbe. Una moderna “Strega in famiglia”!

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