Minacce ai giornalisti ambientali

Giornalisti ambientali, il 70% è minacciato o attaccato

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Giornalisti ambientali, il 70% è minacciato o attaccato ultima modifica: 2024-05-27T06:44:40+02:00 da Evelyn Baleani
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Un nuovo report UNESCO getta luce sull’incremento della violenza e delle intimidazioni nei confronti dei giornalisti che diffondono notizie sull’ambiente e sui cambiamenti climatici

La libertà di stampa è un diritto difficilmente tutelabile in una società dominata dai poteri forti. Ne sono testimonianza i giornalisti ambientali che si trovano ad affrontare minacce, pressioni e rischi elevati per la loro stessa incolumità.

A delucidare le insidie che la categoria vive sulla propria pelle esercitando la professione, è un report UNESCO pubblicato il 3 maggio in occasione della Giornata Mondiale della Libertà di Stampa.

I dati UNESCO

I dati raccolti emergono da interviste condotte lo scorso marzo su 905 giornalisti ambientali di 129 Paesi.

Secondo il rapporto, tra il 2009 e il 2023, il 70% dei giornalisti ambientali ha subito “attacchi, minacce o pressioni legati al proprio lavoro. Due su cinque sono stati vittime di violenza fisica.

In 15 Paesi sono stati uccisi almeno 44 giornalisti, di cui 30 in Asia-Pacifico e 11 tra America Latina e Caraibi. Ventiquattro sono sopravvissuti a tentativi di omicidio. Solo cinque omicidi hanno portato a condanne, con “un tasso di impunità scioccante di quasi il 90%”, puntualizza l’UNESCO.

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Tra le righe del report si legge inoltre che, nello stesso periodo, sono stati almeno 194 i giornalisti attaccati durante proteste per la salvaguardia ambientale. In questo caso, il primato spetta all’Europa, seguita dal Nord America.

Quasi il 30% degli intervistati, infine, racconta di essere stato sottoposto a censure dal proprio editore mentre si occupava di tematiche ambientali.

Giornalisti ambientali: professionisti sotto pressione

Chi si cela dietro l’impennata della pressione subita dai giornalisti ambientali? Soprattutto realtà statali. I responsabili di almeno la metà degli episodi menzionati sono funzionari delle autorità pubbliche. Gli attori privati, invece, sono responsabili di circa un quarto dei casi.

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I giornalisti specializzati in questioni ambientali, commenta l’UNESCO, corrono rischi crescenti perché il loro lavoro “spesso si sovrappone ad attività economiche altamente redditizie, come il disboscamento illegale, il bracconaggio o lo scarico illegale di rifiuti”.

L’Organizzazione chiede una maggiore tutela per questi professionisti. “Senza informazioni scientifiche affidabili sull’attuale crisi ambientale, non potremo mai sperare di superarla”, precisa la Direttrice generale dell’UNESCO Audrey Azoulay, evidenziando che nel frattempo sui social network la disinformazione sul clima si diffonde a macchia d’olio.

In definitiva, come per l’ambiente, è tempo di agire anche per i giornalisti che ne se occupano mettendo sensibilità, passione, tenacia e coraggio in prima linea.

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Digital Specialist e Giornalista pubblicista. Si occupa di contenuti per i media (TV e Web) dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni oltre l'ambiente? Il Web, la scrittura e la Spagna.

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