Anguilla Campaign, Sea Shepherd contro il bracconaggio di novellame

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Anguilla Campaign, Sea Shepherd contro il bracconaggio di novellame ultima modifica: 2023-06-26T06:31:26+02:00 da Marco Grilli
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Sea Shepherd ripropone l’Anguilla Campaign per proteggere questa specie a rischio, minacciata in particolar modo dal bracconaggio di novellame

Per il terzo anno consecutivo i volontari di Sea Shepherd tornano in mare a pattugliare le coste italiane per difendere una specie a rischio, l’anguilla europea (anguilla anguilla), inserita dal 2009 nella Lista Rossa della IUCN e considerata “in pericolo critico”. È l’Anguilla Campaign, che dopo i positivi risultati delle precedenti stagioni in termini di sanzioni per i bracconieri, sequestro di attrezzatture da pesca e rilascio in mare di migliaia di esemplari vivi di novellame di anguilla, mira a continuare a proteggere questa specie grazie al prezioso lavoro dei volontari.

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Anguilla europea, una specie a rischio

L’anguilla europea è un pesce che appartiene alla famiglia delle Anguillidae e si adatta ad ambienti molto diversi, dalle profondità marine agli anfratti dei fondali rocciosi, dal fondale melmoso di acquitrini, estuari e lagune ad acqua salmastra, fino alle zone sabbiose lungo il corso dei fiumi.

Nota per il corpo molto lungo, a sezione rotonda e serpentiforme (può raggiungere la lunghezza massima di 120-130 cm ed un peso fino a 2,5 kg), stupisce soprattutto per il suo affascinante e misterioso ciclo riproduttivo, legato ad una lunghissima migrazione di migliaia di chilometri per giungere nel luogo dove avviene la riproduzione e la deposizione delle uova, il mar dei Sargassi nell’oceano Atlantico, al largo della costa orientale del Nord America. Da lì le larve (leptocefali) ripercorrono le stesse rotte e tornano in Europa dopo circa tre anni allo stadio di cieche (piccole anguille depigmentate dalla forma cilindrica), che poi risalgono i corsi dei fiumi subendo ulteriori mutazioni. Nel mar Adriatico, ad esempio, la risalita ha luogo nei mesi di febbraio e marzo e fa sì che l’anguilla colonizzi i principali fiumi e molte acque secondarie.

Proprio nelle acque interne questo pesce assume l’aspetto simile all’adulto, portando a termine la formazione delle scaglie e la pigmentazione del corpo. Due ulteriori stadi (anguilla gialla e anguilla argentina), prima che la maturità sessuale in età piuttosto avanzata determini il ritorno in mare e la grande migrazione a fini riproduttivi. Lunghi viaggi contraddistinguono la vita di questa specie aumentando i rischi a cui va incontro, in primis la pesca illegale. “Il traffico illecito di Anguilla europea sta diventando rapidamente uno dei reati più comuni contro la fauna ittica, a causa della grande richiesta e dell’elevato valore sul mercato. Oltre al ‘commercio” locale’, ogni anno circa 350 milioni di esemplari di novellame vengono venduti di contrabbando dall’Europa verso l’Asia”, specifica Sea Shepherd Italia nella presentazione della sua campagna.

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Le attività illegali generano ingenti profitti, basti pensare che alcuni acquirenti sono disposti a pagare il decuplo del prezzo standard per le anguille importate dall’Unione europea. In un solo anno l’Europol ha dichiarato di aver sequestrato circa 12 milioni di esemplari di questa specie.

Altri fattori di pericolo sono il cambiamento climatico, l’inquinamento, gli sbarramenti artificiali nei corsi d’acqua, il sovrasfruttamento ittico e soprattutto il bracconaggio di novellame.

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L’inquinamento è un vero nemico, perché la presenza di sostanze chimiche pericolose, metalli pesanti e pesticidi nei corsi d’acqua altera il metabolismo delle anguille, provocando spesso la morte degli esemplari più giovani e compromettendo la possibilità di migrazione di quelli più adulti. La migrazione di quest’ultimi verso il mare e dei leptocefali verso l’entroterra è messa a rischio pure dalle dighe e dagli altri sbarramenti posti lungo i corsi d’acqua. L’anguilla non più capace di riprodursi tenderà così a scomparire dai tratti di fiumi o laghi popolati.

La carne di questa specie ittica è inoltre molto apprezzata a livello culinario, tanto che in molte regioni costiere la pesca dell’anguilla ha un valore economico e culturale notevole, rappresentando un elemento di tradizione locale. Passando alle festività, a Natale un piatto tipico è il capitone, termine utilizzato per indicare gli esemplari femminili di grande taglia. Il problema diventa il sovrasfruttamento ittico oltre naturalmente al bracconaggio, due aspetti che incidono soprattutto durante le fasi di rimonta e discesa dei fiumi, quando questa specie risulta più facile da catturare.

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Non essendo inoltre praticabile la riproduzione a fini di allevamento, la pesca a qualsiasi stadio rappresenta una criticità enorme per la sopravvivenza dell’anguilla, colpendo esemplari che non hanno mai avuto modo di riprodursi. “In soli vent’anni abbiamo assistito a un declino del 95% della popolazione, la letteratura nazionale e quella internazionale concordano sul fatto che il numero di catture è troppo elevato per l’attuale popolazione e che anche qualora si raggiungesse la sua completa tutela occorrerebbero decine di anni per tornare ai numeri precedenti gli anni ’70”, denuncia Sea Shepherd. Imporre maggiori restrizioni alla pesca e tutelare ancor di più le rotte migratorie potrebbero essere due provvedimenti utili per assicurare un futuro a questa specie affascinante, che ha catturato l’attenzione sin dall’antichità.

La missione

Per ben otto anni i volontari di Sea Shepherd sotto copertura, in collaborazione con la Guardia di Finanza e i Carabinieri Forestali, hanno condotto azioni di investigazione, monitoraggio e contrasto al bracconaggio di novellame. Da queste operazioni ha preso il via la campagna vera e propria dedicata alla protezione di questa specie, l’Anguilla Campaign, molto delicata e svolta in totale anonimato sul territorio italiano.

In dieci anni, dal 2013 ad oggi, i volontari del movimento di conservazione dell’oceano ad azione diretta internazionale sono stati impegnati in ben oltre 6mila ore di pattugliamenti. Particolarmente prolifica è stata la campagna condotta nel 2019-20, che ha permesso di effettuare 54 pattugliamenti per un totale di 893 ore. Numeri importanti che dimostrano il forte impegno dell’organizzazione fondata nel 1977 a Vancouver dal capitano Paul Watson. In totale, le operazioni di pattugliamento dal 2013 al 2021 sono state ben 444.

Anguilla Campaign
Anguilla Campaign, la campagna di Sea Shepherd per contrastare il bracconaggio di questa specie a rischio estinzione

Gli interventi congiunti con le autorità hanno portato al sequestro di decine di attrezzature illegali, a sanzioni per decine di bracconieri ma, soprattutto, al rilascio in mare di migliaia di esemplari vivi di novellame, dandogli così una speranza in più di sopravvivenza, come individui e come specie”, scrive il gruppo italiano di Sea Shepherd.

Difendere, conservare, proteggere: i tre verbi che rappresentano i pilastri della filosofia di Sea Shepherd valgono anche per questa specie purtroppo oggi in pericolo.

A questo link ulteriori informazioni sulla campagna.

[Credits foto: Sea Shepherd Italia]

Anguilla Campaign, Sea Shepherd contro il bracconaggio di novellame ultima modifica: 2023-06-26T06:31:26+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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