Lotta allo spreco alimentare, Ricibo si accorda con il Genoa CFC per il recupero del cibo invenduto allo stadio

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Lotta allo spreco alimentare, Ricibo si accorda con il Genoa CFC per il recupero del cibo invenduto allo stadio ultima modifica: 2023-05-01T07:06:39+02:00 da Marco Grilli
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Ricibo, la meritoria rete genovese che da anni si batte contro lo spreco alimentare, ha siglato un accordo con il Genoa CFC per il recupero e la redistribuzione delle eccedenze alimentari rimaste allo stadio

A Genova ogni anno si sprecano quasi 10mila tonnellate di cibo mentre oltre 29mila persone si ritrovano in stato di povertà alimentare. Un paradosso intollerabile che ha smosso la società civile fino alla creazione di una vera e propria rete, Ricibo, operativa dal 2017 e capace di unire organizzazioni laiche e religiose dedite al recupero e alla distribuzione delle eccedenze alimentari in favore dei bisognosi.

Ricibo
Ricibo, la rete di Genova che lotta contro lo spreco alimentare ridistribuendo le eccedenze

Il problema dello spreco alimentare 

Il settore alimentare è responsabile del 30% delle emissioni di gas serra e dello sfruttamento del 70% delle risorse idriche. Sprecare risorse alimentari significa spreco delle risorse necessarie a produrle, con conseguenti danni ambientali, sociali ed economici. Solo a Genova il cibo purtroppo destinato alla pattumiera ha un valore di 40 milioni di euro ed il Comune spende 1,9 milioni di euro per il suo smaltimento. Più in generale in Italia lo spreco alimentare costa ogni anno 10,5 miliardi, mentre i dati Istat ci dicono che circa 5,6 milioni di persone (9,4% della popolazione totale) versano in condizioni di povertà assoluta.

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Ricibo: storia e funzionamento

Muoversi per cambiare questo stato di cose è certamente un’opera meritoria. All’insegna dei valori dell’accesso, dell’inclusione e della sostenibilità, sei partner fondatori (Comunità San Benedetto al Porto, Caritas diocesana genovese, Croce Rossa comitato di Genova, associazioni Soleluna e Borgo solidale, Arciconfraternita di Morte e Orazione in Voltri) hanno unito le loro forze a Genova per creare Ricibo un bene in comune,  quale risposta concreta al problema della povertà e dello spreco alimentare.

Sogniamo una città a spreco zero, in cui il cibo è visto come un bene comune. Perseguiamo una logica di comunità: insieme si riesce ad andare più lontano. Essere in rete ci permette di realizzare molte idee, con una forza e un potenziale maggiore della somma delle nostre realtà prese singolarmente. In questo modo ottimizziamo tempi e costi, ma soprattutto sviluppiamo un senso di identità intorno al tema della lotta allo spreco alimentare”, scrivono gli organizzatori di Ricibo, che significa accesso a tutti ad un’alimentazione sana, in un’ottica di inclusione delle persone e dei territori fondata sullo sviluppo di un modello di rete basato sulla cooperazione e l’economia collaborativa, per una città circolare, sostenibile ed a spreco zero.

Con il tempo le associazioni che si sono unite alla rete sono più di 60, oltre 40 sono le aziende che collaborano attivamente donando eccedenze con regolarità, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Carige hanno creduto fermamente nel progetto finanziandolo, ma ci sono voluti anni per studiare la città, la rete e le associazioni, come ci ha spiegato il coordinatore della rete Marco Malfatto, presidente della Associazione Comunità San Benedetto al Porto, che si occupa di accoglienza dal 1970. “Nella comunità il recupero del cibo veniva fatto abitualmente nell’ottica della sostenibilità nel settore dell’accoglienzaTutto ciò che veniva recuperato ha sempre avuto un’ottica territoriale. Nel 2013 si è affermato il tema dello spreco, ci siamo accorti che non riuscivamo ad intercettare le donazioni. Le filiere sono complesse, devono essere organizzate, brevi, veloci, a norma di legge, è stato fondamentale mettere insieme le forze. Abbiamo iniziato il recupero ai mercati ortofrutticoli con il risultato di 100 tonnellate raccolte in un anno, grazie al sostegno delle organizzazioni filantropiche e del Comune ed ai finanziamenti di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Carige. Dopo due anni di sperimentazione i soggetti sono stati messi in rete”, riferisce Malfatto.

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Secondo il coordinatore di Ricibo “i progetti che hanno maggiore impatto sul territorio sono quelli che sposano sostenibilità ambientale e sociale. Prima Ricibo era riciclare il cibo ora è un bene in comune, vi è stato un passaggio culturale, dal tema del cibo come recupero di uno spreco e di un rifiuto al cibo come bene comune. Il prodotto che noi recuperiamo ha un impatto ambientale pazzesco, non distruggerlo ci permette di aumentare il valore del nostro operato”.

Tutte le associazioni che si occupano di lotta alla povertà ed allo spreco alimentare possono aderire alla rete, i cittadini possono agire col passaparola facendola conoscere e sostenendo le stesse associazioni, mentre le imprese commerciali e gli operatori del settore alimentare, grazie alla legge Gadda del 2016, possono donare i prodotti invenduti o non più commercializzabili, incaricando un soggetto donatario per la loro ridistribuzione ai fini di solidarietà sociale. Notevoli sono i vantaggi per le aziende, non solo in termini di immagine, perché dal 2018 le aziende donatrici beneficiano della riduzione della Tari e le donazioni sono esenti da Iva.

La tecnologia è fondamentale per il lavoro della rete che si avvale di Bring the Food, un’app sperimentata e customizzata che gestisce il social market, consentendo inoltre di conteggiare quotidianamente i kg di cibo recuperati tra settore primario, ristorazione e grande distribuzione. Malfatto ci ha inoltre riferito che Ricibo, grazie alla vittoria in una gara d’appalto del Comune di Genova nell’ambito del progetto C-City, dal prossimo mese di giugno sarà in grado di misurare l’impatto ambientale di ogni singola donazione fatta dalla rete e delle aziende coinvolte nel progetto.

Oggi Ricibo può contare su un sistema di recupero e distribuzione sempre più efficiente e trasparente, grazie all’attivazione di una rete capillare di recupero di quartiere ed alle convenzioni con mense aziendali e scolastiche, centri cottura, produttori alimentari, negozi di quartiere, grande distribuzione organizzata e mercati ortofrutticoli. La rete gestisce inoltre le donazioni straordinarie e scambia in tempo reale le eccedenze in eccesso. “Ricibo ha il pregio di poter inserirsi in tutte le filiere del cibo e dello spreco, dalle 10 tonnellate di congelato dalla Costa Crociera, fino ai 3 kg di pane del forno, alle convenzioni con i supermercati ed ai 100 kg di pesce di una gara di pesca”, spiega Malfatto.

La rete è inoltre presente nelle scuole con il progetto “Buon appetito, piatto pulito”, accreditato come percorso formativo della Regione Liguria. Un lavoro in un’ottica sistemica che permette di relazionarsi con il servizio di ristorazione del Comune e le mense appaltanti, “il potenziale di recupero è pazzesco ma le richieste d’intervento scolastiche sono superiori alle nostre possibilità”, riferisce Malfatto. Interessante il lavoro di misurazione di spreco all’interno delle mense scolastiche che origina la “gara” tra plessi con premio simbolico a chi spreca meno. Per quanto riguarda i futuri obiettivi di Ricibo, dopo gli ottimi risultati degli ultimi anni con le circa 300 tonnellate all’anno di eccedenze raccolte e distribuite (per un valore di 1,5 milioni di euro), Malfatto indica come orizzonte plausibile quello di 500 tonnellate all’anno.

L’accordo con il Genoa CFC e la food policy

C’è un rapporto storico tra la Comunità di San Benedetto al Porto e il Genoa CFC, d’altronde il suo fondatore Don Gallo era un noto tifoso rossoblù e al compimento degli 80 anni d’età ricevette in regalo dalla squadra la maglia celebrativa con il numero 80. Da questo profondo legame affettivo a sfondo sociale sono state studiate azioni che potessero impattare con lo stadio “Luigi Ferraris”. Ecco dunque il nuovissimo progetto organizzato dal club e da Ricibo per il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze alimentari rimaste all’interno dell’impianto. La sperimentazione è prevista per quattro partite casalinghe del Genoa (due già disputate) e dalla prossima stagione verrà attivata la rete territoriale.

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Ricibo ha accesso a tutto ciò che avanza, dai panini del chiosco, ai prodotti del catering a quelli di alta qualità destinati ai giocatori. Il recupero viene organizzato dopo la convergenza delle eccedenze in un punto prestabilito. Nella prima partita sono stati recuperati 40 kg di cibo di altissima qualità, già saliti a 80 kg durante il secondo match”, spiega Malfatto.

Più in generale Ricibo ha ormai adottato un approccio sistemico alla questione del cibo e per il prossimo 16 maggio ha organizzato un evento aperto ai Giardini Luzzati, in collaborazione con Fridays for Future Genova, Extinction Rebellion Liguria e Cittadini Sostenibili, per scrivere un manifesto delle food policy da proporre al Comune di Genova. “Il cibo è un tema complesso che tocca tanti ambiti, riguarda l’ambiente, il sociale, il commercio, le municipalizzate. Serve una strategia integrata e un tavolo comune dove tutti i collaboratori possano collaborare, il tema è mettere insieme tutti questi soggetti che lavorano con una forte strategia politica, bisogna darsi obiettivi e costruire strategie ed aree tematiche, riferisce Malfatto.

Ricibo ha le idee chiarissime: recuperare e redistribuire risorse per un mondo più equo e sostenibile.

[Credits foto pagina Facebook Ricibo]

Lotta allo spreco alimentare, Ricibo si accorda con il Genoa CFC per il recupero del cibo invenduto allo stadio ultima modifica: 2023-05-01T07:06:39+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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