As bestas – Una lotta ancestrale nelle campagne della Galizia

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As bestas – Una lotta ancestrale nelle campagne della Galizia ultima modifica: 2023-04-30T07:08:34+02:00 da Emanuel Trotto
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As bestas – La terra della discordia è un film del 2022 diretto da Rodrigo Sorogoyen, un thriller rurale vincitore di 9 premi Goya 

La Rapa das Bestas è una tradizione molto sentita nella regione della Galizia, in Spagna. Risalente all’VIII secolo consiste in apparente assalto degli uomini (detti “aloitadores”, “lottatori”) ai cavalli per curare eventuali ferite, tagliargli la criniera e marchiarli. È un assalto che avviene a mani nude, in un recinto intenzionalmente ristretto per evitare di far fuggire l’animale. Di solito sono in due o tre i “lottatori” che immobilizzano e tranquillizzano il cavallo a questo scopo. Si tratta un rito, trasformato in una festa, una ancestrale forma di omologazione. Un modo per domare gli animali più selvaggi e un tentativo metaforico di mostrare la presunta superiorità dell’uomo sulla Natura.

As Bestas locandina
Il poster di As Bestas

In questo modo inizia As bestas – La terra della discordia di Rodrigo Sorogoyen: con una rappresentazione di questo “combattimento”. Patinato, in ralenti, inducendo nel rito una sorta di raffigurazione classica, priva di qualsiasi brutalità. Un avvinghiarsi di corpi ritmati dal respiro affannoso del cavallo che piano piano si normalizza. La macchina da presa si avvicina a quelle narici che si aprono e chiudono ritmicamente andando in dissolvenza. È una introduzione alla storia vera e propria. Quella dei coniugi Antoine e Olga, dei fratelli Lorenzo e Xan.

Il film è stato presentato in anteprima mondiale nella sezione Fuori Concorso al 75° Festival di Cannes e in Italia alla Festa del Cinema di Roma 2022. In patria è uno dei maggior incassi, forte anche delle nove vittorie conseguite ai Premi Goya (gli Oscar spagnoli) fra cui Miglior Film e Migliore Regia, e del Premio César come Miglior Film straniero. In Italia è stato distribuito dalla Movies Inspired a partire dal 13 aprile.

La trama di As bestas ricorda, superficialmente,  Il vento fa il suo giro (2005), l’esordio di Giorgio Diritti (Volevo nascondermi, 2020). In esso un pastore francese, Philippe, si trasferiva con la sua famiglia in un piccolo paesino nelle valli occitane – nel cuneese – per produrre formaggi. Un arrivo dapprima accolto benevolmente dalla comunità ma, successivamente, ostracizzato e rendendo Philippe vittima di maldicenze oltre che di diversi sabotaggi. Era il dramma di una società chiusa che muore in quanto non ammette gli sconfinamenti. I rantoli di un mondo incapace d’ammettere di aver fallito e di tollerare che il primo arrivato abbia successo.

As bestas - La terra della discordia di Rodrigo Sorogoyen
Due dei protagonisti di As Bestas: i coniugi Antoine (Denis Ménochet) e Olga (Marina Föis).

Il campanilismo motivato da meri fattori di orgoglio culturale, e quindi la xenofobia, era il centro del racconto. Nel film di Sorogoyen è solo un pretesto per raccontare altro, per immergere e coinvolgere lo spettatore in un trattato sull’egoismo e l’incomprensione degli esseri umani.

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As bestas racconta di un supplizio, di una lotta apparentemente impari. Antoine e Olga sono una coppia di francesi colti e benestanti. Hanno viaggiato nel mondo, stabilendosi, da qualche anno, in un remoto paese della Galizia per coltivare il proprio orto secondo i “tempi della natura“. A tempo perso, gratuitamente, ristrutturano le case abbandonate nei dintorni, per attirare i turisti in futuro. Lorenzo e Xan sono due fratelli nativi, ex “aloitadores”, che desiderano un avvenire migliore per se stessi e per la propria madre vedova. Il minore dei due, Xan è rimasto invalido a seguito di un calcio durante una Rapa. Le loro giornate consistono nel curare le vacche della propria cascina. E a ubriacarsi fino a stordirsi nel piccolo bar locale.

Lorenzo viene accusato da Antoine di non voler ascoltare nessuna opinione che sia differente dalla sua. Quest’ultimo, altrettanto ottusamente, cerca la pacifica convivenza senza volersi spostare di un centimetro dalle sue convinzioni. Tutto nasce perché Antoine è uno dei pochi che ha rifiutato di vendere i propri terreni in favore della costruzione di un impianto eolico nel paese. Un’offerta di denaro che Lorenzo e Xan vedevano come una possibile via d’uscita: una redenzione da tutta una vita a essere snobbati persino dalle prostitute in quanto la puzza della stalla se la portavano sempre addosso.

As bestas - La terra della discordia di Rodrigo Sorogoyen
Marie Colomb è Marie, la figlia di Olga e Antoine.

Da una parte c’è l’utopia, dall’altra c’è la realtà. Una lotta che non conosce confini di tempo e di spazio. Il rapporto fra queste due coppie è quella di una doppia fuga: dalla civiltà e verso la civiltà. Le due coppie si affrontano e si combattono in maniera inversamente proporzionale. Apparentemente, sembra una lotta di vicinato con l’aggravante della xenofobia: Antoine è costantemente preso di mira delle frecciate e le provocazioni  di Lorenzo.

As bestas - La terra della discordia di Rodrigo Sorogoyen
Antoine cerca di confrontarsi con i fratelli Lorenzo (Luis Zahera a sinistra) e Xan (Diego Anido, di spalle a destra).

È una lotta di uomini, aggressiva. Si passa dall’orto di Antoine sabotato con delle batterie per auto nel pozzo, alle minacce in piena notte dei fratelli, fucile alla spalla. Una violenza maschile, feroce e fisica. Ma è anche una lotta di donne e madri. Olga prima che moglie di Antoine, è madre di Marie, anche lei genitrice; e poi c’è l’anziana madre di Lorenzo e Xan, la vedova Anta. Apparentemente mesta, apparentemente in disparte, ma sempre dalla parte dei suoi figli.

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La seconda parte del film è dedicata a questo scontro di differenti forme di maternità: quella acerba di Marie; quella matura e determinata di Olga e quella silente e marmorea della vedova Anta. Tre generazioni, tre manifestazioni di una forza comune, quella della sola e unica Madre, la Terra. Una lotta fatta di sguardi, di strategia, di glaciale perseveranza in un paesaggio autunnale e invernale. Ancora una volta il paesaggio è una cartina da tornasole delle vicende dei personaggi.

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Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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