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Vetrate degli edifici killer, in un manuale le misure per proteggere gli uccelli

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Vetrate degli edifici killer, in un manuale le misure per proteggere gli uccelli ultima modifica: 2023-04-06T06:42:35+02:00 da Marco Grilli
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Ogni anno milioni di uccelli muoiono a causa delle collisioni con le vetrate degli edifici, un nuovo manuale indica le misure da adottare per proteggerli

Le superfici in vetro degli edifici sono sempre più diffuse ma rappresentano un grave pericolo per gli uccelli selvatici. Solo in Italia ogni anno ne muoiono tra i 15 e i 30 milioni, in particolare passeriformi, rapaci e picchi, in seguito alle collisioni con vetrate di edifici, pensiline o barriere antirumore. La terza edizione del manuale “Costruire con vetro e luce rispettando gli uccelli”, realizzato dalla Stazione ornitologica svizzera di Sempach in collaborazione con numerosi enti di ricerca ed associazioni quali la Lega italiana protezione uccelli (Lipu), indica gli accorgimenti da adottare per evitare questi incidenti.

Il problema del vetro per gli uccelli 

La collisione con vetri è oggi uno dei più grandi problemi di conservazione degli uccelli. Essi non riconoscono come ostacoli né i vetri trasparenti e nemmeno quelli altamente riflettenti che rispecchiano gli alberi, i cespugli o il cielo, creando un’illusione di habitat continuo che induce gli uccelli ad attraversarli, con esiti quasi sempre fatali”, spiega Marco Dinetti, responsabile Ecologia urbana della Lipu.

Particolarmente apprezzato quale materiale da costruzione relativamente economico che garantisce trasparenza, leggerezza e transizione fluide con l’ambiente circostante, il vetro presenta anche svantaggi quali la riflessione dei suoni e dalla radiazione solare, le perdite di calore in inverno, il riscaldamento degli interni in estate e l’alto consumo energetico nel suo processo produttivo.  Per gli autori del manuale, inoltre, gli aspetti puramente estetici in fase di progettazione degli edifici non devono andare a scapito della biodiversità.  “Prima di realizzare progetti completamente ‘trasparenti’ è necessario valutare in modo critico l’uso del vetro, per ogni singolo edificio. Se in ogni caso viene utilizzato molto di questo materiale, ci sono modi semplici per ridurre drasticamente le collisioni degli uccelli, senza limitare in maniera significativa la libera visuale attraverso i vetri”, si legge nel documento.

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Gli agglomerati urbani costituiscono ormai un habitat prediletto per numerosi uccelli nidificanti ma anche per specie migratrici e ospiti invernali. Gli uccelli utilizzano la vista per percepire gli ostacoli, ma quest’ultimi possono esser visualizzati mediante un contorno esterno ed una trama interna, caratteristiche  che mancano al vetro. Trasparenza, riflessione e illuminazione, ovvero le proprietà tipiche delle superfici vetrate, rappresentano gravi pericoli per gli uccelli. Perfino la notte comporta rischi a causa dell’inquinamento luminoso: attratti dall’eccessiva illuminazione dovuta alla trasparenza e ai riflessi del vetro, molti uccelli migratori finiscono per urtare mortalmente vetrate e sorgenti luminose.

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Le situazioni di  trasparenza si verificano invece quando dietro ad una lastra di vetro l’ambiente ha la stessa luminosità di quella esterna. “Tali condizioni si trovano di solito lungo barriere fonoisolanti, parapetti in vetro, ripari in vetro alle fermate dei mezzi pubblici ecc. Anche negli edifici ci sono aree trasparenti, come corridoi di collegamento vetrati e vetrate ad angolo, attraverso le quali gli uccelli possono vedere il cielo o strutture verdi. Anche giardini d’inverno, terrazze vetrate e altre strutture frangivento rappresentano quindi un grande pericolo”, si legge nel manuale.

Ulteriore problema apportato dal vetro è quello della riflessione degli ambienti circostanti. I riflessi si creano quando dietro la superficie liscia di una vetrata l’ambiente risulta più scuro che davanti ad essa, un caso molto frequente per finestre e facciate. Considerate le grandi differenze di luce tra interno ed esterno, neppure l’utilizzo di vetro a bassa riflessione può evitare le collisioni con gli uccelli, fondamentale risulta quindi il ricorso alle marcature.

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Il rischio di urto contro un verto è chiaramente correlato alla frequenza dei movimenti di volo, un fattore che però è estremamente variabile e non facilmente prevedibile. In ogni caso, anche con un’attività modesta degli uccelli la presenza di superfici vetrate rappresenta un pericolo superiore alla media.

La pianificazione urbana sostenibile dovrebbe poi adottare le misure atte a proteggere la biodiversità, quel che troppo frequentemente non avviene perché il vetro è spesso associato alla vicinanza alla natura. La probabilità di collisione di un uccello con una vetrata è infatti correlata alla ricchezza e all’altezza della vegetazione nell’ambiente circostante, forme abitative esclusive e strutture turistiche con architettura a finestre panoramiche rappresentano forti fonti di pericolo. Dove grandi superfici vetrate non possono essere evitate, gli autori del manuale consigliano di non piantare alberi e cespugli nelle vicinanze, tenendo presente che anche una vegetazione rigogliosa nel giardino d’inverno aumenta il rischio.

Misure di protezione

Riteniamo che l’architettura abbia il dovere di dare il suo contributo alla conservazione della biodiversità. Oltre all’attenzione per materiali da costruzione che preservano le risorse, a un concetto energetico sostenibile e a una sistemazione semi-naturale dell’ambiente circostante, ci vuole anche una progettazione degli edifici rispettosa degli uccelli”, si legge nel manuale.

Prima di tutto i progettisti di edifici dovrebbero chiedersi se è proprio necessario utilizzare vetro trasparente o fortemente riflettente e come prevenire i pericoli. In caso comunque di scelta del vetro è bene che sia con un grado di riflessione esterna al massimo del 15%, con in aggiunta marcature ben contrastate sul lato verso il quale volano gli uccelli.

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In alternativa sono numerose le soluzioni tecniche per costruzioni rispettose della biodiversità. Ad esempio il vetro opaco e strutturato ed i corrispondenti prodotti in policarbonato non creano riflessi realistici sulle superfici, fornendo una piacevole luce diffusa senza ombreggiature rigide. Ottime anche le strutture a schermo avanzato ed i dispositivi fissi di protezione solare, che se rispettano i parametri per marcature testate forniscono una buona protezione. Altri accorgimenti utili risultano i lucernari al posto delle finestre laterali e la posa obliqua delle vetrate rispetto a quella ad angolo retto.

In caso di fonti di pericolo già esistenti fondamentale è la marcatura del vetro, non con strutture fini o piccoli punti ravvicinati, perché negli uccelli la vista laterale è più importante di quella frontale. Ottime marcature sono quelle con effetto superficie, che risaltano bene rispetto all’ambiente circostante, e le soluzioni con strisce che rispettano dimensioni minime (linee verticali  larghe almeno 5 mm e distanti al massimo 10 cm, linee orizzontali di almeno 3 mm di larghezza e distanziate al massimo 5 cm).

Le marcature dovrebbero essere sempre applicate sul lato esterno delle vetrate. Non sono raccomandate le marcature UV e le sagome dei rapaci.  Tra le misure di protezione a posteriori il manuale indica le pellicole stampate con marcatura, i motivi prestampati su lamina di supporto, la sabbiatura o satinatura delle vetrate, le reti in acciaio od in materiale sintetico, le corde, i punti adesivi e gli interventi artistici a posteriori.

Proteggere i volatili è possibile, basta un po’ di buona volontà.

[Credits foto: Gianmarco Bresadola, vogelwarte.ch]

Vetrate degli edifici killer, in un manuale le misure per proteggere gli uccelli ultima modifica: 2023-04-06T06:42:35+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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