Nel biennio 2022-2023 Barcellona è Capitale mondiale delle politiche del tempo: dalle città dei 15 minuti alle Manzanas, la Time Use Week fa il punto sui modi di utilizzare il tempo
La Time Use Week è il principale evento globale volto a promuovere lo scambio di conoscenze e buone pratiche sulle politiche del tempo. Riunisce ricercatori, istituzioni pubbliche, parti sociali e cittadini di tutto il mondo.
L’utilizzo del tempo nelle città è uno dei temi che sta ottenendo una crescente attenzione nelle metropoli che riprogettano i propri spazi per renderli più vivibili, sani e sostenibili.
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Barcellona è stata, in tal senso, una città pioniera visto che ha iniziato a parlare di politiche del tempo nel 2003, rifacendosi ad alcuni progetti isolati nati negli anni Ottanta in Italia e in Francia.
A quasi vent’anni da quelle esperienze seminali, la città catalana è stata insignita, per il biennio 2022-2023, del titolo di Capitale mondiale delle politiche del tempo.
La scelta non è stata fatta a caso visto che dal 24 al 27 ottobre Barcellona ha ospitato la Time Use Week, una quattro giorni di dibattiti in presenza e online per ipotizzare nuovi paradigmi nel modo di vivere i tempi della nostra vita.
Nella seconda giornata di incontri, esperti provenienti da Europa e Sud America hanno portato il loro bagaglio di pratiche e, nella seconda giornata di incontri, il dibattito si è concentrato sulla città dei 15 minuti (o città di prossimità).
Città dei 15 minuti, un modello urbano sostenibile basato sulla prossimità
Il modello Barcellona
Dal 2014 a oggi la municipalità di Barcellona ha dato vita a una settantina di progetti e accordi riguardanti il tempo, iniziative che sono state declinate negli ambiti più svariati: salute, partecipazione, educazione, servizi di cura e alla cittadinanza.
Si è iniziato a ripensare la città con la logica modulare dei quartieri, blocchi di 10-30mila abitanti in cui i servizi siano raggiungibili in pochi minuti, riducendo l’utilizzo dei mezzi motorizzati privati.
Sono stati attivati servizi per i disabili che diano respiro ai loro caregiver e, naturalmente, si è lavorato per ridurre lo squilibrio strutturale nell’utilizzo del tempo fra i due generi.
La decentralizzazione dei servizi non è stata l’unica trasformazione urbana messa in atto dagli amministratori catalani.
Un’analisi dei trasferimenti urbani verso le principali attività ha evidenziato un tempo medio di spostamento di 22 minuti, con punte massime di 26 minuti per raggiungere il luogo di lavoro e 28 minuti per raggiungere il luogo di studio. Si è anche constatato come l’83% degli spostamenti all’interno dell’area metropolitana siano più brevi di 10 km.
Questi dati hanno spinto l’amministrazione a lavorare in quattro direzioni:
- migliorare l’efficienza del trasporto pubblico di superficie (con passaggi più frequenti dei bus),
- dare una dimensione metropolitana alla mobilità attiva (implementando le piste ciclabili),
- applicare i principi della prossimità a tutta la città,
- incassare la logistica urbana in un modello di città pacificata (nella quale le problematiche legate alla carenza di tempo e i conflitti creati dalla mobilità siano ridotti al minimo).
Buenos Aires punto di riferimento per il Sud America
Natalia Fidel ha attraversato l’Atlantico per portare alla Time Use Week, l’esperienza di Buenos Aires, città che ha iniziato a riflettere sui tempi della città a partire dal 2005.
Il Piano per la mobilità sostenibile ha portato alla realizzazione di 300 chilometri di piste ciclabili sulle quali si muove circa mezzo milione di persone.
La one-minute city svedese, dove i parcheggi si trasformano in luoghi di aggregazione
Nell’ottica di una città di prossimità sono state create le centralidades barriales ovverosia poli decentrati e facilmente raggiungibili nei quali si trovano ospedali, centri della salute, scuole e servizi alla cittadinanza.
Il piano biennale 2022-2023 prevede l’implementazione della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e dei servizi alla cittadinanza erogati a 15 minuti dall’abitazione.
“Fra il 2017 e il 2019 abbiamo condotto un’inchiesta – ha ricordato Fidel – che ha evidenziato come le donne svolgano quotidianamente 2 ore di lavoro non remunerato che salgono addirittura a 6 nelle classi meno abbienti. È ora di riflettere su questo squilibrio di genere e operare nella direzione di una legislazione di stato in grado di redistribuire il tempo in modo da avere una società più sana, più egualitaria e più produttiva”.
Le manzanas di Bogotà
Diana Parra, consigliera di Bogotà, ha raccontato l’esperienza della capitale colombiana partendo da alcune cifre: “A Bogotà vivono 7 milioni di persone, per il 52% donne e per il 48% uomini. Secondo i nostri dati il 33% della popolazione non dispone di tempo libero e il 20% presenta infermità croniche diagnosticate; ben 1,2 milioni di persone si dedicano al lavoro di cura non remunerato. Si tratta di condizioni che creano gravi squilibri nella gestione dei tempi di vita, un problema che stiamo provando a ridurre con la realizzazione delle manzanas del cuidado”.
Come accade a Barcellona e Buenos Aires, anche a Bogotà il principio base è quello della decentralizzazione, ma inserito in un contesto che mette la cura del prossimo al centro e declina questa filosofia sul territorio bogotano secondo logiche di simultaneità, prossimità e flessibilità.
Le 12 manzanas del cuidado (che dovrebbero essere 20 al termine del 2023) si sviluppano intorno a spazi comunitari che includono istituti scolastici, edifici dedicati alla cura, ma anche a tutti coloro che della cura si occupano. All’interno delle manzanas gli spostamenti non superano i 10 minuti permettendo a chi deve spostarsi di non perdere troppo tempo nei trasferimenti.
Time Thieves: a CinemAmbiente il documentario sul furto di tempo
Tutti coloro che volessero avere maggiori informazioni sulle politiche del tempo possono consultare Time Use Policies.