MobilitARS, i simposi digitali delle ultime due giornate hanno sviluppato un interessante dibattito sulla città resiliente
Con le due giornate del 17 e del 24 febbraio si è concluso MobilitARS, il ciclo di simposi online dedicato alla gestione della mobilità urbana nel Terzo Millennio. Si è trattato, come nel dittico dedicato alla Città sana, di una serie di interventi di altissima qualità, soprattutto in virtù della loro carica propositiva. Le disfunzionalità della mobilità urbana nel nostro Paese sono sotto gli occhi di tutti, meglio concentrarsi sulla pars construens ed è questo che hanno fatto i partecipanti all’evento organizzato da Bikenomist.
Joshtrom Isaac Kureethadam, Coordinatore del Settore Ecologia e Creato del Vaticano, ha inaugurato il ciclo di incontri dedicato alle città resilienti illustrando il ruolo centrale che l’ecologia ha assunto sin dai primi mesi del pontificato di Papa Francesco. L’enciclica Laudato Si’ e il concetto di “ecologia” integrale restano centrali nel discorso di Bergoglio: la crisi climatica non può essere risolta con soluzioni ambientali ma necessità di una riprogettazione in grado di risolvere quella che Edgar Morin chiama la “policrisi”, ovverosia una crisi che è, allo stesso tempo, politica, economica, sociale e ambientale.
Il climatologo Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, ha incentrato il suo intervento sui vantaggi del telelavoro e, con il suo consueto pragmatismo, ha spiegato come questi dodici mesi di pandemia abbiano evidenziato quanto fossero superflui molti degli spostamenti fatti in passato: “Mi occupo di clima e problemi ambientali da trent’anni e in questi tre decenni ho sempre sentito parlare del traffico e dell’inquinamento atmosferico crescenti, dello smog e della necessità di abbandonare l’auto privata, ma poco è stato fatto a livello pratico per migliorare la situazione. Fino a dieci anni fa solo le grandi aziende potevano effettuare il telelavoro, ma dodici mesi fa tutto era già pronto e la pandemia ha sbloccato la situazione. Ora sappiamo che questa modalità di comunicazione funziona e dobbiamo cercare di evitare gli spostamenti inutili, perché il miglior viaggio sostenibile è il viaggio evitato”.
I lockdown a causa della pandemia di Covid-19 e la conseguente diminuzione dei voli, del trasporto pubblico e dei viaggi in auto hanno portato a una diminuzione del 6,5% delle emissioni di CO2, un dato che Mercalli invita a non trascurare: “È importante fare tesoro di questo esperimento involontario. Ovviamente ci sono mestieri che non si possono fare da remoto, per tutti gli altri il telelavoro è un’occasione per migliorare la qualità della vita, risparmiare tempo e, naturalmente, inquinare meno”.
MobilitARS, non c’è mobilità sostenibile senza sicurezza stradale
Della concentrazione di CO2 in atmosfera si è occupato Sandro Calmanti, fisico e climatologo di ENEA che ha mostrato come i grafici a “mazza da golf” indichino, a partire dagli anni Sessanta, una vera e propria esplosione della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera. Le proiezioni sull’aumento delle temperature ci dicono che fra il 2046 e il 2070 molti territori del Nord Italia diventeranno inadatti alla coltivazione della vite. Questa settentrionalizzazione delle coltivazioni è in atto già da tempo e potrà essere rallentata solamente da una diminuzione delle emissioni di CO2. È superfluo aggiungere come la mobilità abbia un ruolo chiave nell’ottica di una riduzione delle emissioni, visto che ne è responsabile in una percentuale che oscilla fra il 25 e il 30%.
Giuseppe Grezzi, coordinatore Generale Area Mobilità e Spazio Pubblico di Valencia, ha raccontato come, nel giro di 15 anni, l’amministrazione della terza città più popolosa di Spagna abbia rivoluzionato la mobilità con la realizzazione dell’Anell Ciclista (una sorta di circonvallazione dedicata alle bici), la pedonalizzazione di strade e piazze, la creazione di una rete ciclabile capillare, la riduzione della velocità del traffico a 20-30 km/h sul 75% della viabilità urbana, la creazione di corsie con priorità per il trasporto pubblico e un diffuso utilizzo dell’urbanismo tattico.
Matteo Jarre, Mobility Analist di DECISIO, ha sottolineato l’importanza di realizzare delle superciclabili ovverosia piste ciclabili per il pendolarismo intercomunale, con elevata capacità, una velocità di crociera alta, elevati standard costruttivi e una connessione strategica con poli attrattivi e nodi intermodali. Le esperienze di Olanda e Danimarca dimostrano come le superciclabili rispondano alla domanda di una mobilità urbana con un raggio inferiore ai 10 km e rendano più competitivo il trasporto pubblico. Non solo: le superciclabili si possono realizzare in poco tempo e hanno un costo dalle 5 alle 30 volte inferiore a quello di una superstrada. La conversione alla mobilità ciclistica migliora la salute e, quindi, contribuisce a ridurre i costi sanitari che ricadono sulla collettività. “Il passaggio da una mobilità pensata per le auto a una mobilità ciclistica è una transizione da difficoltà di tipo tecnico a difficoltà di tipo politico e, quindi, non può essere lasciata ai soli tecnici, ci vogliono sociologi, filosofi e psicologi per realizzarla in maniera efficace”.
Per incentivare l’utilizzo della bicicletta negli spostamenti urbani è fondamentale ampliare le possibilità di parcheggio e l’intervento di Gabriele Sangalli, Junior Placemaker di Bikenomist, si è concentrato sulle diverse soluzioni adottate all’estero. Anche in questo caso i Paesi del Nord Europa sono un modello da seguire: se le rastrelliere ad arco sono il minimo sindacale, i bike hangar, le bike box e le velostazioni sono le soluzioni più adatte per superare uno dei timori più grandi di chi si muove in bicicletta, quello del furto. Nell’incentivare l’uso della bici per il pendolarismo urbano, un ruolo determinante verrà giocato dalle aziende, dalle scuole e dalle università che – come accade in Olanda e Danimarca – dovranno disporre di parcheggi, spogliatoi e facilities per i pendolari.
mobilitARS un simposio per il futuro della mobilità sostenibile
Patrick Kofler, CEO di Helios, ha portato a MobilitARS l’esempio vincente della comunicazione che la sua azienda ha fatto per promuovere la ciclabilità a Monaco di Baviera: “Noi non convinciamo con gli argomenti, ma con le esperienze che facciamo fare alle persone. Quando proponiamo la mobilità non vendiamo un prodotto ma un servizio. Il nostro obiettivo è cambiare il sistema di valori della società e per farlo dobbiamo agire a livello culturale secondo tre linee guida: visibilità, identificazione e coinvolgimento”. Dalla creazione del logo all’organizzazione di eventi dedicati alle due ruote, dalla comunicazione social all’educazione nella scuola, Helios ha supportato la capitale bavarese nella comunicazione di un vero e proprio new deal ciclistico. In Germania hanno compreso come la comunicazione sia un tassello fondamentale nella creazione di una cultura della ciclabilità: dei 4,5 milioni di budget annui stanziati per le due ruote, un terzo è espressamente dedicato alla comunicazione.
Pinar Pinzuti, Project Manager di Bikenomist, ha raccontato un’altra interessante esperienza di promozione della ciclabilità, quella della Fancy Women Bike Ride, una pedalata ideata nel 2013 a Izmir, in Turchia, per scardinare l’immagine stereotipata del ciclista come sportivo in tuta di lycra. Le donne di questa città della costa turca hanno pedalato con i vestiti di tutti i giorni, rivendicando il loro diritto alla ciclabilità e la manifestazione, grazie al passaparola e all’impegno di alcune expat, si è diffusa raggiungendo nel 2020 ben 120 città di 25 differenti paesi, Italia compresa.
Chi volesse rivedere tutti i simposi di MobilitARS può visitare il canale YouTube dell’evento.
[Foto Ufficio Stampa MobilitARS]