Le terme in Italia, anche dopo il DPCM del 25 ottobre, possono restare aperte, purché munite di presidio medico sanitario. Non mancano però, nella storia del nostro Paese, i casi di strutture termali (anche lussuose) che hanno dovuto chiudere i battenti e ora sono diventate meta di Urbex, l’esplorazione urbana.
Insieme agli appassionati del sito Ascosi Lasciti, andiamo alla scoperta di alcune delle più affascinanti terme abbandonate in Italia, cercando di immaginare le atmosfere di un tempo, quando i pazienti si affidavano alle acque curative e gli ospiti di questi centri si rilassavano alla ricerca di relax e benessere.
Terme abbandonate in Toscana
È Elvira Machiavelli a condurci, in Toscana, in quelle che definisce “fatiscenti terme Liberty“. Si tratta di un centro termale costruito a inizio Novecento, che venne danneggiato da un incendio nel 1968 e il cui declino si compì negli anni Ottanta.
«Il complesso centrale è architettonicamente simile a un tempio dalla pianta ottagonale. Presenta tre ampie sale a cui si accede da un porticato con soffitti a volta. Il salone è corredato da un grande lucernario mentre l’esterno delle terme è impreziosito da splendidi stucchi».
A colpire l’autrice di Ascosi Lasciti sono anche le grandi anfore colme d’acqua, i soffitti decorati da splendidi affreschi, mosaici colorati e capitelli floreali. «Ormai, però, sono solo un flebile ricordo del passato glorioso delle terme. Oggi, il luogo gode infatti di una pessima nomea: fino a pochi anni fa era uno dei punti nevralgici dello spaccio cittadino, dimora di homeless e zona di scarichi abusivi».
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Terme abbandonate nelle Marche
Marianna Arduini, che si definisce “fotografa e cacciatrice di ricordi”, ha invece scoperto un vecchio edificio, simile a un piccolo castello, in un paesino piccolissimo delle Marche, forse conosciuto solamente per queste terme, che erano aperte nel periodo estivo.
«All’interno ci sono le sale inalazioni, le vasche, sale visita e lettini; ogni stanza è rivestita da piastrelle di colori diversi -descrive l’esploratrice urbana- Poco distante troviamo anche un edificio ‘nuovo’: le terme si erano trasferite qui, ma alla fine entrambe le strutture sono state chiuse per mancanza di turismo e introiti».
La parte nuova pare essere stata chiusa da pochissimo. «Non c’è nemmeno la polvere, gli uffici sono intatti e la segreteria sta lì, immobile, come se aspettasse il prossimo numero».
Terme abbandonate in Alto Adige
Il gruppo di esplorazione urbana Liotrum, dalla Sicilia, va in trasferta in Alto Adige, alla scoperta di due centri termali in abbandono.
Il primo è un complesso ricettivo oggi in rovina, ma dalla storia florida e ricca: risalente al 1490, “era frequentato da personalità illustri che cercavano conforto agli acciacchi del tempo“.
Ma la prudenza invita a non entrare: «I rumori provenienti dalla struttura sono davvero inquietanti: il legno scricchiola sotto il peso della neve e questa volta l’evidente pericolo crolli non invoglia proprio». A fianco, anche un capannone sventrato da una slavina.
Va meglio nella seconda location, altro edificio risalente al periodo medievale. «Questo complesso di bagni termali fu utilizzato nel 1856 come sanatorio e, successivamente, trasformato in Grand Hotel. Nel 1939 la struttura fu venduta all’asta ma venne lasciata all’incuria… per ora rimane solo un rudere sommerso dalla neve e il suo scheletro sembra salutarci coi suoi mille occhi vuoti, ricordandoci i fasti di un tempo passato».
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Terme abbandonate in Emilia Romagna
Il fotografo Stefano Barattini svela uno dei luoghi nascosti dell’Emilia Romagna un tempo utilizzato per cure termali, raccontando con dovizia di particolari le tante curiosità scoperte durante l’esplorazione.
«Corridoi lunghissimi, soffitti alti, spazi comuni di generose dimensioni, arredamenti… tutto squisitamente fermo nel tempo -scrive, parlando di una struttura immensa da fuori e labirintica al suo interno– Gli ambienti sono disposti simmetricamente e sono speculari. Gli spazi laterali, disposti su 4 piani, ospitano le camere. Tutti gli ambulatori medici e la zona per le terapie sono centrali e posteriori».
Gli ambienti descritti sono innumerevoli: la sala da pranzo, ancora apparecchiata; la direzione e la reception, con le carte sul tavolo e la cassaforte aperta e vuota; gli ambulatori, con tanto di camici appesi e bombola di ossigeno carica; salottini, sale massaggi, cucine e sartorie.
«Ad ogni angolo, nascono esclamazioni di meraviglia e sguardi stupefatti -sottolinea Barattini- Da buoni esploratori-fotografi non tocchiamo nulla anche perché è tutto talmente perfetto che sembra un set già allestito».
Le terme blu
L’autore Jonathan Della Giacoma, non fornisce indicazioni geografiche precise in merito a quelle che chiama le “terme blu”, pur riportando che si tratta di un centro termale abbandonato, situato alla periferia di un villaggio tranquillo, tanto bello quanto difficile da scovare.
«Appena entrato, la mia vista venne invasa dalle tonalità di blu e azzurro di questi ambienti meravigliosi; cose d’altri tempi, intatte nella loro magnifica decadenza», racconta.
Anche le informazioni sul passato di queste terme abbandonate sono scarne ma, al contempo, affascinanti: si tratterebbe di un luogo termale di epoca romana, riscoperto nel Seicento e divenuto una popolare destinazione turistica a metà Ottocento, per chiudere invece i battenti negli anni Ottanta del secolo scorso.
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Urbex, un’avvertenza
Gli esploratori urbani, tramite le loro foto e i loro racconti, ci permettono di far rivivere, anche solo con nostra fantasia e per qualche minuto, luoghi oggi in stato di abbandono, silenti testimoni di attività umane del passato, che ora hanno lasciato dietro di sè edifici in decadenza, spesso pericolanti.
“Noi di Ascosi Lasciti, con l’esplorazione urbana, ci spingiamo in luoghi talvolta pericolosi, per poterli raccontare -si legge sul sito, uno dei punti di riferimento dell’Urbex in Italia, partner di eHabitat.it- Raccomandiamo però di non visitarli, ma di seguirci solo attraverso i nostri reportage“.
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