Lo spettacolo A Straw in the Wind indaga il nostro rapporto con il vento, intenso come metafora più ampia del legame che abbiamo con la natura.
È in programma questa sera, 7 agosto 2020, a Capriva del Friuli, nell’ambito del festival Contaminazioni Digitali, la prima nazionale di A Straw in the Wind, performance artistico-musicale dedicata al rapporto tra l’uomo e il vento.

A Straw in the Wind prevede la compresenza di musica elettronica, a cura della compositrice Elisa dal Bianco, e proiezioni video, realizzate dal filmmaker Walter Ronzani.
Il risultato è un ipnotico e coinvolgente viaggio alla ricerca di un equilibrio che si è rotto e che ora dobbiamo ricostruire.
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A Straw in the Wind, il vento e i cambiamenti climatici
Mentre la musicista esegue dal vivo le sue composizioni elettroniche -arricchite dal suono di alcuni strumenti come il violino elettrico, la lama sonora e lo shruti box (fisarmonica indiana)- alle sue spalle sono proiettate le immagini realizzate da Ronzani.
«Lo spettacolo dura mezz’ora ed è suddiviso in tre atti, che indagano in maniera poetica il nostro rapporto con il vento, un elemento da sempre presente nelle nostre vite -spiegano i due autori- Purtroppo il cambiamento climatico, lo sta trasformando. I fenomeni temporaleschi sono più violenti e questo è un inquietante segnale per il futuro».

A Straw in the Wind è stato ispirato dalla tempesta Vaia, un evento devastante che ha profondamente colpito gli artisti. Ne ripercorre infatti l’evolversi, dalla calma iniziale alla furia degli elementi per giungere alla quiete dopo il passaggio della furia degli elementi.
«Questi passaggi idealmente evocano le diverse fasi della vita umana, che nel giro di due secoli è passata dall’equilibrio con la natura allo scellerato sfruttamento attuale. L’ultimo atto è dedicato alla rinascita e alla necessità di trovare un nuovo modello di vita più sostenibile».

L’aria, un elemento naturale onnipresente
A Straw in the Wind restituisce -attraverso un linguaggio sospeso tra scienza e poesia, tra documentario e sperimentazione- un’indagine intima del nostro rapporto con il vento, intenso come metafora più ampia del legame che abbiamo con la natura.
«Viviamo immersi nell’aria, ma ce ne accorgiamo solo quando il vento ci accarezza la pelle o ci scompiglia i capelli -proseguono i due autori- Eppure questo elemento in perenne mutamento ha plasmato nei secoli le nostre vite e la nostra civiltà. Non a caso da sempre consideriamo una folata di vento come il sintomo di un imminente cambiamento».

Anche il titolo rimanda a questo concetto: “A Straw in the Wind” è, infatti, un’espressione inglese usata per un elemento o un evento che indica i cambiamenti che avverranno in futuro.
«In italiano può essere tradotto come “una pagliuzza al vento”. Questa espressione probabilmente deriva dall’uso di lanciare in aria delle pagliuzze per capire dove tira il vento. Per noi i venti sono dei potenti e onesti segnali del disastro a cui andremo incontro se non adotteremo degli stili di vita più sostenibili».

A Straw in the Wind a Contaminazioni Digitali 2020
A Straw in the Wind partecipa a una residenza artistica nell’ambito del festival multimediale Contaminazioni Digitali 2020, che si sta svolgendo dal 23 luglio in diverse località del Friuli.
Il tema del festival di quest’anno è “Ecosistemi”.
«Il concetto di ecosistema si definisce come “unità ecologica” in cui interagiscono esseri viventi e specifici elementi non viventi. Un ecosistema si ha quando uomini, animali, vegetali sono in relazione con un ambiente specifico e generano un equilibrio dinamico», sottolineano gli organizzatori dell’appuntamento.
Parlare di ecosistemi significa pertanto parlare del rapporto dell’uomo con l’ambiente, ma anche di tecnologie. Gli artisti sono stati quindi invitati a riflette su questioni come la tutela ambientale; il rapporto tra gli spazi (naturali o urbani) e le società umane e il rapporto tra spazi reali e virtuali.
