Giornata Mondiale del cioccolato

Giornata Mondiale del cioccolato, l’alimento dolce per eccellenza che può nascondere un retrogusto molto amaro

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Giornata Mondiale del cioccolato, l’alimento dolce per eccellenza che può nascondere un retrogusto molto amaro ultima modifica: 2020-07-07T00:01:54+02:00 da Davide Zarri
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Si celebra oggi 7 luglio la Giornata Mondiale del cioccolato, una giornata per celebrare uno degli alimenti più amati da grandi e piccini. Ma dietro al suo gusto dolce può nascondersi un retrogusto molto amaro

Oggi si celebra la Giornata Mondiale del cioccolato, per celebrare la forse più amata invenzione gastronomica di sempre.

Che mondo sarebbe, infatti, se quel lontano 7 luglio del 1847 il giovane cioccolataio inglese Joseph Fry non avesse inventato le tavolette di cioccolato? Si può dire che il 19enne, unendo cacao e burro di cacao, abbia avuto l’intuizione della vita. Ciò che fino a quel momento si poteva gustare solo sotto forma liquida, da quel momento divenne una dolce tentazione da gustare in ogni momento e dovunque ci si trovasse.

Tuttavia, dietro a ciascun un morso di queste tavolette si nascondono spesso enormi ingiustizie, sfruttamento minorile e deforestazione su tutte.

L’origine del cioccolato

Ma facciamo un passo indietro. Il cioccolato affonda le radici nell’America Centrale del 1900 a.C., quando i Maya solevano mischiare la polvere che si ricavava dalle fave di cacao al peperoncino e al mais, realizzando in questo modo una bevanda con molta schiuma, chiamata Xocoatl, che ritenevano desse vigore a chi la bevesse. Considerato “dono degli dei”, la tradizione Maya vuole che il cioccolato fosse stato portato dal serpente divino Kukulkan e che questi lo avesse offerto in regalo agli uomini di fede. Per gli Aztechi, invece, si trattava di vera e propria moneta di scambio, da bere durante le celebrazioni speciali e da regalare ai soldati come ricompensa per le loro imprese militari.

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Fu poi con la scoperta dell’America per mano di Cristoforo Colombo che il cioccolato iniziò a vedere la sua diffusione anche nel Vecchio Continente. Egli si può dire che “scoprì” anche il cacao, dopo che il 30 luglio 1502 riuscì a ottenere dalle popolazioni indigene d’America alcune fave di cacao finora sconosciute in Europa. Nel 1519, poi, fu il turno del conquistador Hernán Cortés, al quale, in occasione della sua visita alla corte azteca del re Montezuma II, fu offerta la loro preziosa bevanda a base di cacao, peperoncino e sale. Questi la riportò in patria, facendo sì che si diffondesse velocemente tra i membri della corte spagnola. Ritenuto alimento energizzante e afrodisiaco, ben presto questo cioccolato liquido divenne un alimento immancabile sulle tavole delle famiglie aristocratiche d’Europa.

La sua vera affermazione, tuttavia, avvenne solo a partire dal 1828, quando il chimico olandese Coenraad van Houten ideò un macchinario in grado di ottenere il burro di cacao dalle fave, creando una polvere, di cacao appunto, da bere mischiata in una soluzione liquida. Dopodiché, pochi anni dopo, ci pensò il giovane Joseph Fry a rendere il cioccolato sotto forma di tavoletta, come lo conosciamo oggi.

Il lato amaro del cioccolato

Con l’avvento delle tavolette di cioccolato, è aumentata anche la richiesta di cacao, e di conseguenza il numero di piantagioni in giro per il mondo.

Oggi, Costa d’Avorio e Ghana sono i due Paesi più grandi produttori di cacao, i quali insieme producono oltre la metà del cacao mondiale. Lì, il 90% del cacao è coltivato in piccoli appezzamenti a conduzione familiare, mentre solo una piccolissima percentuale proviene da grandi piantagioni industriali. Questo spiega oltretutto come la produzione di cacao in quei Paesi sia diventata una delle principali fonti di reddito per tantissime famiglie.

Tuttavia, da tempo sono state espresse serie preoccupazioni sulle numerose contraddizioni di una filiera nelle mani dei big del commercio internazionale e dell’industria dolciaria.

Se da un lato, infatti, la produzione di cacao consente a tante famiglie di avere una fonte di reddito, dall’altro lato le bassissime remunerazioni per i produttori primari fanno sì che siano ancora molto, troppo diffuse situazioni di sfruttamento minorile. Bambini strappati all’istruzione e all’infanzia e costretti a turni estenuanti sotto al sole per raccogliere infinite quantità di fave di cacao. Le stesse fave con cui vengono prodotte le tante tavolette, uova e coniglietti che ritroviamo sulle tavole a Pasqua.

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Un secondo problema è rappresentato dalla deforestazione. Diverse inchieste negli ultimi anni hanno cercato di fare luce sulla realtà di filiere molto poco attente alle questioni ambientali, che per incrementare i volumi di produzione si sono fatte spazio abbattendo alberi e riducendo foreste. Gli ultimi dati disponibili ci dicono che dal 2012 al 2016 si siano persi l’equivalente di 14 milioni di ettari di foreste. E anche se i dati per gli anni successivi non sono ancora stati resi disponibili, tutto fa pensare che la situazione non sia che andata peggiorando.

Si tratta chiaramente di un problema complesso, fortemente connesso a quello del lavoro minorile, e che non si può certamente pensare di risolvere con uno schiocco di dita. Tuttavia, non si può negare la grande responsabilità delle grandi aziende produttrici di cioccolato, che contribuiscono a questo modello colonialista.Il cioccolato equo e solidale

Ecco dunque che si fa strada una via alternativa, quella del cioccolato equo e solidale. Cioccolato prodotto con cacao che proviene da piantagioni dove i lavoratori vengono retribuiti in modo adeguato e continuativo.

Giornata Mondiale del cioccolato
Giornata Mondiale del cioccolato, Costa d’Avorio e Ghana sono i due Paesi più grandi produttori di cacao, i quali insieme producono oltre la metà del cacao mondiale

Questo modello presenta inoltre standard di sostenibilità ambientale più elevati, e spesso è cioccolato è certificato bio.

Ad oggi esistono diverse certificazioni che garantiscono che il cioccolato è stato prodotto secondo determinati criteri di sostenibilità sociale e ambientale, tra cui il marchio etico Fairtrade, che assicura migliori condizioni di scambio ai produttori primari nei paesi del Sud del Mondo e standard ambientali molto rigidi, contribuendo in questo modo allo sviluppo di una filiera più equa e sostenibile.

Giornata Mondiale del cioccolato
Giornata Mondiale del cioccolato, il logo Fairtrade è garanzia di commercio equo e solidale

Prestate attenzione quindi quando durante la prossima spesa vi troverete di fronte allo scaffale del supermercato. Cioccolato sì, ma occhio alle etichette.

[Cover Image: foto di Francesco Rasero]

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Giornata Mondiale del cioccolato, l’alimento dolce per eccellenza che può nascondere un retrogusto molto amaro ultima modifica: 2020-07-07T00:01:54+02:00 da Davide Zarri

Classe 1992, di origini bolognesi, ha vissuto i suoi ultimi cinque anni con la valigia in mano. Ambasciatore italiano all’estero, è innamorato della sua terra, con i suoi colori, i suoi odori, i suoi sapori. Laureato in Food System Management all’Università di Bologna, ha una passione per il cibo, le lingue e la politica. Creativo, dinamico, affascinato dall’innovazione ed il cambiamento, nutre un interesse genuino per tutti i temi relativi alla sostenibilità. Alla continua ricerca della meraviglia, sostiene con forza che solo la conoscenza renda le persone davvero libere.

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