Oggi è la Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace. Celebriamo questa ricorrenza fissata per il 6 aprile puntando i riflettori su un tipo di sport che ci piace, quello informale, quello che promuove il valore dello sport nella coesione sociale e nello sviluppo, quello che si svolge nei parchi pubblici per aggregare e dire di no al degrado, anche ambientale. Alcuni lo sostengono, altri lo mettono in pratica tutte le settimane, dal 2011.
Succede a Torino, nel centrale parco del Valentino, recentemente tornato alla ribalta per episodi di cronaca nera, e ritenuto uno dei principali luoghi di spaccio della città.
Qui, però, si ritrovano anche i Gipeti, gruppo informale di giocatori e giocatrici di rugby “al tocco” (ovvero senza placcaggi e mischie, per rendere tutto meno cruento e più facile da giocare da parte di tutti, neofiti inclusi). Il nome è un omaggio all’avvoltoio “barbuto”, rapace che recentemente è stato reintrodotto con successo nell’ecosistema alpino.
«Nel nostro piccolo, sono circa otto anni che contribuiamo a fare del parco del Valentino un punto di ritrovo per chi vuole trascorrere qualche ora all’aperto in città, divertendosi in compagnia -spiegano Francesco ed Enrico, due dei fondatori- Non siamo una squadra vera e propria, ma un gruppo aperto: chiunque può partecipare».
Così è stato. Negli anni sono diverse centinaia i giocatori che hanno fatto parte dei Gipeti: ragazzi e ragazze; studenti e professionisti; giovani e meno giovani, anche intere famiglie con bambini; principianti e giocatori con esperienza. Addirittura un ex Nazionale azzurro ha calcato le scene del Valentino alcuni anni fa: si trovava per alcuni giorni a Torino e stava facendo footing nel parco, quando ha visto la palla ovale e non ha saputo resistere al richiamo. Da allora, li segue e, quando torna nella città sabauda, non si fa mancare una sgambata.
Oltre sessanta le nazionalità rappresentate, di tutti i continenti. «Grazie agli Erasmus, ma non solo, la nostra compagnia è diventata sempre più internazionale: tanti gli europei, soprattutto dai Paesi anglosassoni e dalla Francia dove il rugby è più radicato, ma anche neozelandesi, australiani, dalle Americhe e persino da Africa e Asia, con alcune provenienze decisamente esotiche da queste parti, quali Iran, Vietnam e Uzbekistan. Negli ultimi anni non c’è mai stata una partita con soli italiani».
I Gipeti, comunque, non chiedono il passaporto a nessuno: chiunque può aggregarsi a loro. Si ritrovano il sabato mattina o, quando fa più caldo, una sera infrasettimanale, nei pressi dell’Arco di trionfo. Tirano fuori il nastro bianco e rosso e delimitano il campo di gioco, di dimensioni variabili a seconda di quanti partecipanti ci sono quel giorno. Poi giocano, e in genere la partita finisce pari, perché “chi fa l’ultima meta pareggia”.
«Non ci importa il risultato, ma stare in compagnia e divertirci, conoscere nuove persone, aggregare». A fine match, infatti, arriva il momento più importante: il terzo tempo. Ognuno porta qualcosa -cibo, birra o altre bevande- e tutti insieme si “vive” il parco, ridendo e chiacchierando.
Al parco del Valentino hanno ospitato anche, per un’amichevole assolutamente informale, la squadra Le Tre Rose Nere di Casale Monferrato, composta in gran parte migranti richiedenti asilo e protagonista dell’ultimo campionato di serie C2 piemontese. Anche in questo caso, la parte più importante della giornata è stata quella post partita.
Negli anni, inoltre, i Gipeti sono stati sentinelle ambientali al Valentino, dando vita in diverse occasione ad azioni di pulizia in quello che loro chiamano Il Pratone, ovvero il loro campo di gioco e di terzo tempo. Bottiglie, lattine, tappi, mozziconi e molti altri rifiuti sono stati raccolti (e differenziati) prima o dopo le loro partite. Hanno anche partecipato, con alcune attività simboliche ed educative, a varie edizioni degli European Clean Up Days e della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti: il loro progetto “Terzo tempo con gli avanzi”, nel 2015, ha addirittura vinto uno dei premi nazionali ed è stato finalista a Bruxelles.
«Il gruppo nasce dal ritrovo di alcuni colleghi e appassionati di rugby che, conosciutisi al pub durante un Sei Nazioni, hanno deciso di giocare all’aria aperta. Il parco del Valentino è da sempre stata la nostra “casa”… anche perché dove trovi un’area verde così bella nel cuore della città? -concludono Francesco ed Enrico- Certo, se un posto non viene frequentato e animato, è facile che scivoli pian piano verso il degrado. Crediamo che iniziative come la nostra, spontanee, “dal basso”, senza etichette, possano contribuire a salvare e valorizzare luoghi, come i parchi, ridando loro un’importante funzione aggregativa e sociale».
Per questo il Gipeto, la squadra di rugby dal cuore verde, si unirà alla Notte Bianca, inizialmente prevista il 13 aprile, e rimandata all’11 maggio per le avverse condizioni atmosferiche e la probabile impraticabilità del Parco del Valentino. L’iniziativa è promossa dalla Circoscrizione 8 di Torino con La Stampa e ha l’obiettivo di illuminare il polmone verde, icona del capoluogo piemontese, e provare a cancellarne l’immagine negativa. Il ritrovo è alle 18:30 con inizio partita. Al motto di “Riprendiamoci il Valentino”, il terzo tempo comincerà invece quando farà buio. Tutti possono partecipare. Aggiornamenti di tutti gli incontri e gli appuntamenti del Gipetouch Social Rugby Torino qui e qui.
[Immagini @Gipetouch Social Rugby Torino]
Bello, non conoscevo questa iniziativa a Torino! Grazie dell’informazione.