Rise: il racconto della resistenza indigena in America, per salvaguardare le persone e l’ambiente

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Rise: il racconto della resistenza indigena in America, per salvaguardare le persone e l’ambiente ultima modifica: 2017-05-28T08:00:55+02:00 da Alessandra Varotto
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Che cosa accomuna le persone riunitesi a Standing Rock, USA, negli scorsi mesi, un gruppo di giovani ragazze native delle isole Hawaii, una tribù di indigeni Brasiliani e una crew hip-hop? La risposta a questa domanda è il desiderio di proteggere le comunità native e l’ambiente dall’espropriazione e violazione delle riserve da parte delle grandi industrie.

Otto le storie di resistenza indigena narrate negli altrettanti episodi che compongono la docu-serie “Rise”, La Rivolta, diretta dalla regista Michelle Latimer. L’episodio 2 della serie, intitolato “Red Power: Standing Rock part II”, sarà proiettato alla 20a edizione del Festival CinemAmbiente, in concorso nella sezione Documentari One Hour.

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Red Power: Standing Rock part II” narra l’evoluzione e la crescita del movimento Red Power, che negli scorsi mesi è salito agli onori della cronaca internazionale attraverso la rivolta di Standing Rock. Qui, nella riserva Sioux minacciata dalla costruzione del Dakota Access Pipeline, l’oleodotto destinato a tagliare gli Stati Uniti da Nord a Sud con un enorme impatto ambientale e conseguenze devastanti per le popolazioni locali, più di 5.000 persone si sono riunite per protestare pacificamente.

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Attraverso la testimonianza diretta di vari partecipanti alla rivolta, il documentario ripercorre la storia, lunga più di 500 anni, della resistenza indigena a fronte della colonizzazione – spesso cruenta e senza scrupoli – operata dagli occidentali. I racconti evidenziano le ferite ancora aperte e le conseguenze profonde che questa ha causato sui nativi e sull’ambiente naturale.

Viene altresì enfatizzato il fortissimo legame esistente fra i nativi e la Madre Terra, e il ruolo attivo delle donne indigene nella preservazione della natura e nella lotta ai cambiamenti climatici. «Proteggendo l’acqua, proteggiamo ogni essere vivente» racconta Ladonna, una delle protagoniste del documentario. «È innato, è nel nostro spirito, nel nostro DNA. Non c’è niente che possa impedirci di difendere la natura. I coloni hanno un rapporto completamente diverso con la terra. Sono convinti che la natura sia qualcosa da dominare, qualcosa su cui si prende il controllo per usarla a proprio piacimento». E continua: «Questa dicotomia fra l’essere umano e la natura non esisteva fra le comunità indigene quando i coloni arrivarono qui. E così loro affermarono che i popoli indigeni stavano sprecando la terra, erano selvaggi, meno civilizzati. Perché non avevano capito come sfruttare la terra mettendola al servizio dell’uomo».

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Negli otto episodi che compongono la serie, vengono dati un volto e una voce alle comunità locali che da tempo combattono per il rispetto dei loro diritti fondamentali, con la speranza che le atrocità commesse in passato non si ripetano più. In aggiunta all’episodio 2, le altre storie raccontate nella docu-serie sono:

  • Sacred water: Standing Rock Part I: la lotta dei nativi americani del Nord e Sud Dakota presso la riserva indiana di Standing Rock, volta a fermare la costruzione di un gasdotto in procinto di essere costruito attraversando ciò che rimane delle loro terre ancestrali.
  • Apache Strongold: gli Apache combattono per fermare l’accordo attraverso il quale il governo degli Stati Uniti intende consegnare la loro terra sacra ad una grande azienda estrattiva.
  • Navajo Warriors: giovani Navajo riportano in vita antiche tradizioni guerriere per combattere l’alcolismo, il razzismo e la violenza che affliggono la gioventù nativa americana.
  • The Urban Rez: il più grande Urban Rez del Canada intende combattere l’effetto intergenerazionale delle scuole separate, della povertà, dell’alto tasso di criminalità e della violenza diretta contro le donne.
  • Hawaiian Sovereignty: un gruppo di giovani indigene Hawaiiane combatte per sottrarre la sua terra dal controllo del governo statunitense, opponendosi alla costruzione di un telescopio da un miliardo di dollari sulla sommità del monte sacro Mauna Kea.
  • Poisoned River: la lotta dei Krenak, nativi del Brasile, per la sopravvivenza a fonte di una enorme fuoriuscita di sostanze tossiche che hanno contaminato l’acqua potabile, i terreni di caccia e le loro terre coltivate.
  • Warriors Rising: i Savage, una crew hip-hop di nativi militanti, usa il rap come strumento per recuperare la propria identità culturale perduta e per incoraggiare la resistenza da parte dei giovani, attraverso qualsiasi mezzo.

L’episodio 2 della docu-serie “Rise” verrà proiettato giovedì 1 giugno al cinema Massimo di Torino (ore 22:30, sala 1). Da vedere per comprendere meglio le dinamiche di una delle più grandi lotte per i diritti civili e ambientali del nostro tempo. Non mancate!

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Appassionata di sostenibilità, comunicazione e innovazione, ha conseguito un dottorato in Social Marketing for Sustainability presso l’Università degli Studi di Padova e la University of Exeter (UK), e un master in comunicazione digitale allo IUSVE di Venezia con una tesi sul digital storytelling della CSR nel settore food. TEDx speaker e communication manager di progetti europei LIFE, nel tempo libero ama studiare e visitare luoghi nuovi vicini e distanti, dove fare lunghe passeggiate all’aria aperta godendo della gioia e della meraviglia che la natura è in grado di suscitare.

1 Commento

  1. Buona sera,

    ho trovato l’articolo molto ineterssante.
    Dove si può comprare la docu-serie? Dove si possono vedere gli episodi?

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