Avatar: la via dell’acqua, annunciata per dicembre 2022 l’uscita del sequel del film di James Cameron. Il ritorno su Pandora dopo un decennio
Il fatto
Avatar: la via dell’acqua, noto anche come Avatar 2, è ambientato nel 2154 la compagnia RDA intende sfruttare a livello energetico la luna pluviale di Pandora in una galassia lontana. A questo scopo si cerca di avvicinare la popolazione locale, i Na’vi, mediante gli avatar, esseri creati con il loro genoma e quello umano. Fra di essi vi è, capitato per caso, il marine Jake Scully…

Il commento
James Cameron è uno dei più grandi sperimentatori di Hollywood. Fin dai suoi esordi come tecnico degli effetti speciali per John Carpenter (1997: Fuga da New York, 1981) al successo di Terminator (1984). Egli ha portato l’effetto speciale a qualcosa di più di un semplice contorno del film. Lo ha trasformato in protagonista assoluto. Dallo scheletro del T800 trasportato sulle spalle, passando per la creatura d’acqua di The Abyss (1989) fino ai T1000 di Terminator 2 – Il Giorno del Giudizio (1991). Il progresso e la sperimentazione vanno di pari passo ad un riscontro di pubblico sempre più alto. Fino a totalizzare i due maggiori incassi della storia del cinema con Titanic (1997) e Avatar (2009). Un riscontro che gli ha conferito una autonomia tale da permettersi di continuare il suo percorso di sperimentazione, facendo passare più di un decennio fra un titolo e l’altro.
Infatti fra Titanic e Avatar sono passati dodici anni. E tredici fra Avatar e il suo seguito The Way of Water la cui uscita è prevista il 14 dicembre 2022. Il senso di attesa è cresciuto in quanto il teaser del film è proiettato nelle sale con Doctor Strange – Nel Multiverso della Follia uscito il 4 maggio 2022. Oltre al rilascio di una serie di immagini promozionali che hanno mostrato nuovi angoli del mondo di Avatar.
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Che cos’è che ha reso quindi Avatar quello che è? Perché con esso Cameron arriva ad un livello superiore. Riporta l’esperienza cinematografica a qualcosa di realmente immersivo. Una immersione nella quale la trama viene completamente soffocata da tutto ciò che la circonda. L’intreccio lo si potrebbe realmente semplificare come il classico racconto di formazione in ambiente fantascientifico. Ma non si tratta solo di questo. Grazie alla nuova tecnologia 3D lo spettatore entrava direttamente nel cuore del film tramite gli occhi del suo protagonista: Jake Scully (Sam Worthington).
Egli è un militare rimasto paralizzato che entra in un nuovo mondo quasi per caso. Suo fratello gemello è morto in una rissa e viene proposto a lui di sostituirlo in un ambizioso programma scientifico dall’altra parte dell’universo. Ossia la colonizzazione e lo sfruttamento energetico della luna Pandora. Questo processo passerebbe anche per lo studio, l’integrazione e la manipolazione del popolo locale che vive in questo mondo.

Si tratta di umanoidi alti oltre due metri chiamati Na’vi. A questo scopo si utilizzano degli avatar, ossia degli esseri creati geneticamente dal DNA alieno e quello umano. DNA dell’umano che, mediante una avanzata tecnologia, potrà controllare l’avatar e interagire con gli alieni. Si tratta anche del solo modo agevole per muoversi in un mondo che possiede una atmosfera e delle insidie letali per gli umani.
In altre parole, il protagonista e lo spettatore condividono una simile immobilità fisica. Tramite una tecnologia innovativa – ossia la sala adibita e gli occhialini appositi – si ha la possibilità di entrare in una grande capsula che permette anche a noi il “gemellaggio” con l’avatar. Come entriamo in gemellaggio con Jake. Entriamo nei suoi occhi e nella sua mente: ci alziamo in piedi, proviamo l’ebrezza della corsa, percepiamo la sensazione di libertà che da l’aria aperta e affondare le dita dei piedi nella terra. E sarebbe solo l’inizio di un lungo cammino di iniziazione prima di aprire realmente e per la prima volta gli occhi.
Un percorso che si dipana in una maniera, come abbiamo già detto, molto classica. Ma pregna delle idee di Cameron riguardante il ruolo dell’umanità nello sfruttamento della Natura. L’incapacità dell’uomo di imparare dai suoi stessi errori (si ripete il dramma dei Nativi Americani in un’altra galassia). Oltre che una smodata fiducia nella tecnologia tale da non riconoscerne l’eventuale pericolosità. Qua è una ingegneria genetica che dovrebbe essere a svantaggio per i Na’vi ma che rivela essere il contrario. Ossia un reale contatto fra due mondi, altrimenti lontanissimi.

Se le si vedono oltre un muro, le grandi creature che popolano la giungla di Pandora sono temibili. Ma basta avvicinarsi un po’ e stabilire un contatto realmente intimo per comprendere. Sono parte di un pianeta che è complesso come un essere vivente. Un essere vivente nel vero senso della parola.
«Quando non giro film studio gli oceani, lo sapete, è la mia seconda grande passione. E quindi mi sono detto: perché non unire le mie due grandi passioni in un solo gigantesco progetto? E così è stato» Ha dichiarato Cameron riguardo a quello che racconterà in The Way of Water. Da quel poco che si sa, il popolo Na’vi dovrà nuovamente combattere per la propria terra, e per far questo si alleeranno con i popoli del mare, che avevamo appena intravisto e che stavolta avranno un ruolo predominante. Ancora una volta ritorna il mare, l’acqua, la potenza dell’ignoto. In essa Cameron vuole farci immergere grazie a riprese subacquee con attori in motion capture appositamente studiate. Quello che abbiamo visto finora era solo il preambolo, il vero viaggio sta per cominciare.
Scheda film Avatar – La via dell’acqua
- Regia e sceneggiatura: James Cameron
- Produzione: James Cameron, Jon Landau;
- Interpreti: Sam Worthington (Jake Scully), Zoe Saldana (Neytiri), Stephen Lang (col. Miles Quatich), Sigourney Weaver (Dr.ssa Grace Augustin), Michelle Rodriguez (Trudy Chacón), Giovanni Ribisi (Parker Selfridge), CCH Pounder (Mo’at), Wes Studi (Eytucan);
- Effetti speciali: Joe Lettieri, Stephen Rosenbaum, Richard Baneham, Andrew L. Jones;
- Origine: USA, 2009
- Durata: 162’
- Temi: CINEMA, NATURA, NEWS
