Vi siete mai chiesti qual è l’impatto dell’attuale sistema alimentare sul nostro Pianeta?
L’urbanizzazione, l’aumento della popolazione globale, la desertificazione, la degradazione dei terreni fertili, il cambiamento climatico in rapida accelerazione rendono altamente insostenibile l’attuale modello di produzione del cibo. L’agroindustria può essere considerata una delle prime cause del riscaldamento globale: ogni 3 molecole di gas-serra rilasciate nell’atmosfera, 1 proviene infatti dalla produzione di cibo. Ma è possibile realizzare modelli agricoli sostenibili per l’ambiente e per l’uomo?
Agricoltura circolare, un modo diverso di produrre il cibo che mangiamo
Un’alternativa al modello attuale proviene da quella che viene definita agricoltura circolare. Questa permette di passare dalla semplice riduzione di impatto ambientale ad un modello alternativo di produzione del cibo e di creazione di valore. Un sistema “a cascata” dove gli scarti di un processo di produzione non diventano rifiuti ma vengono riutilizzati per dar vita a nuovi prodotti, utilizzando le risorse locali e creando valore sul piano sociale, economico ed ambientale.
Un modello nuovo ma al tempo stesso antico, che si riprende il concetto di zero spreco che ha tradizionalmente caratterizzato le economie agricole e rurali prima della rivoluzione industriale.
Agricoltura circolare con l’acquaponica, il caso Funghi Espresso
Ma come funziona concretamente l’agricoltura circolare? Un esempio arriva proprio dall’Italia. Vi abbiamo già parlato in alcuni articoli precedenti di Funghi Espresso, la urban farm fiorentina che si ispira ai processi naturali per produrre cibo sano e nutriente – ovvero funghi del genere Pleurotus – a partire da uno scarto, il fondo di caffè.
All’interno dell’Istituto Tecnico Agrario di Firenze, il fondatore di Funghi Espresso Antonio di Giovanni ha realizzato un vero e proprio processo circolare e a cascata. Infatti gli scarti della produzione dei funghi (fondo di caffè esausto) sono trasformati in un ottimo ammendante organico, grazie alla pratica del compostaggio e della lombricoltura. L’humus di lombrico viene a sua volta riutilizzato nell’orto sinergico, dove piante di tutte le varietà vengono coltivate a seconda della stagione, in modo naturale e senza l’utilizzo di prodotti chimici e di sintesi, sfruttando la sinergia tra le diverse specie vegetali.

In questo flusso a cascata, nulla diventa rifiuto ma ogni prodotto diventa una nuova risorsa per dar vita a un nuovo processo. «I lombrichi che alleviamo si riproducono molto velocemente. Questo ci consente di utilizzarne una piccola parte come fonte proteica per alimentare i nostri pesci nell’impianto acquaponico» racconta Antonio. L’effetto a cascata infatti non termina. Antonio ha realizzato un anno fa un impianto acquaponico dove alleva Carpe Koi e pesci rossi.
«L’acquaponica è un sistema che integra l’allevamento dei pesci con la coltivazione delle piante grazie al metodo fuori suolo, ovvero in assenza di terreno. Questo metodo, chiamato idroponico, consiste nel far sviluppare la radice della pianta su un substrato inerte (argilla espansa, lana di roccia) o direttamente a contatto con l’acqua, attraverso la quale le specie vegetali si riforniscono delle sostanze nutrienti necessarie per la loro crescita» spiega Antonio.

«Nell’acquaponica questo è possibile grazie alla produzione da parte dei pesci di sostanze organiche rilasciate in acqua, che vengono trasformate e rese disponibili per le piante da parte di batteri presenti nel mezzo di coltivazione (nel nostro casa argilla espansa). Una volta che le piante hanno estratto le sostanze minerali di cui hanno bisogno per svilupparsi, l’acqua “depurata” torna di nuovo alla vasca dei pesci per ricominciare il ciclo».
Realizzare il proprio impianto acquaponico domestico
I sistemi acquaponici presentano numerosi vantaggi rispetto ai metodi di coltivazione tradizionali, ovvero:
- risparmio del 90% di acqua necessaria rispetto alle coltivazioni irrigue su suolo;
- aumento della resa delle piante per metro quadrato;
- possibilità di coltivare fuori suolo in spazi ubicati all’interno delle città;
- possibilità di coltivare in modo biologico, senza l’utilizzo di concimi minerali e prodotti antiparassitari;
- lavorazioni zero (zero tillage).
E la bella notizia è che è possibile realizzare questo tipo di sistema anche a casa propria. Se volete capire come fare, a partire da febbraio 2019 a Firenze sarà possibile frequentare un workshop dedicato. Il corso fornirà tutte le informazioni necessarie per realizzare in autonomia un piccolo impianto acquaponico domestico per produrre una grande varietà di deliziosi ortaggi durante tutto il corso dell’anno: insalata, basilico, prezzemolo, pomodori, peperoni, zucchine in estate, e ancora cavoli, insalate, fave e spina nel periodo invernale.

Il corso è organizzato da Funghi Espresso in collaborazione con l’associazione RELOV Agriculture, che nasce con l’intento di divulgare, educare e formare le persone relativamente ai temi legati all’agricoltura circolare. «Insieme ad altri colleghi abbiamo fondato RELOV Agriculture con l’intento di portare a conoscenza dei sistemi di agricoltura circolare il più vasto pubblico possibile. Antonio ormai da 5 anni partecipa attivamente alla vita dell’economia circolare in Italia attraverso Funghi Espresso e questo, per noi di RELOV, è un grandissimo valore aggiunto poiché dimostra la fattibilità concreta di progetti agricoli circolari» ha dichiarato ad eHabitat Niccolò Bianchi, Presidente e socio fondatore di RELOV.
Cosa state aspettando? Qui trovate la pagina di iscrizione contenente tutte le informazioni utili e i contatti per partecipare al corso e poter iniziare a produrre il proprio cibo in maniera circolare e a scarto zero.
[Photo Credits: Funghi Espresso]
