The Beekeeper – Jason Statham, un apicoltore contro il sistema

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The Beekeeper – Jason Statham, un apicoltore contro il sistema ultima modifica: 2024-01-21T09:36:48+01:00 da Emanuel Trotto
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In The Beekeeper la star del cinema action Jason Statham interpreta un ex militare divenuto apicoltore in cerca di giustizia.

Per chi scrive il cinema action è un pezzo di vita. Nel periodo fra la fine dell’infanzia e l’avvento della pubertà le visioni di questi film hanno accompagnato innumerevoli pomeriggi. Dopo la scuola, a casa dei nonni che erano fornitori su larga scala di VHS, abbiamo conosciuto l’ironia di Arma letale (Letal Wheapon, 1987 di Richard Donner). Ci esaltavamo con i bicipiti di Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger che imbracciavano armi di grossa cilindrata con sorprendente facilità. Oppure si cercava di imitare le coreografie d’arti marziali di Jean-Claude Van Damme e di Steven Seagal.

Un genere e dei personaggi che incarnavano un tipo di mascolinità alla quale, in questa fase della propria vita, ogni bambino aspira. In un certo senso, erano l’equivalente aggiornato dei cowboy per la generazione precedente o dei supereroi di quella attuale. Rappresentavano idealmente “l’eroe” che è in grado di risolvere sempre ogni situazione, in quanto è più grande, più forte, più metodico. E che vince sempre perché mosso da una serie di valori che il nemico non possiede.

The Beekeeper poster
The Beekeeper di David Ayer con Jason Statham: il poster.

Ovviamente, nella mente e nel cuore di allora, tutte le implicazioni etiche e socio – politiche portate avanti da questi film non erano considerate. Semplicemente perché non le si conosceva ancora. La maggior parte di questi titoli portavano avanti infatti un punto di vista figlio della sua epoca – gli anni ’80 e i primi anni ‘90. Allora si esaltava lo stile di vita americano edonistico propagandato dalla presidenza di Ronald Reagan (1981 -1989) e gli strascichi della Guerra Fredda e la lotta nei paesi centro-americani filo sovietici.

Il protagonista diventava il cardine per risolvere delle situazioni che, in circostanze normali, si sarebbero svolte in maniera molto diversa. Egli era colui che riportava l’equilibrio in una situazione di disordine, eliminando le “erbe cattive”. Più era roboante e plateale l’eliminazione, maggiormente il pubblico apprezzava e metteva l’eroe su di un piedistallo. Con il cambiamento della situazione socio-politica successiva, i nemici sono iniziati a variare, spesso con risultati non soddisfacenti per un pubblico che, nel frattempo, è cambiato.

Tuttavia ci sono stati dei casi in cui questo cinema definito “muscolare” negli anni novanta è stato portatore di messaggi di una certa importanza. Steven Seagal nel 1994 dirige e interpreta Sfida tra i ghiacci (On Deadly Ground). Il suo personaggio, l’esperto di incendi legati all’estrazione del petrolio Forrest Taft, è coinvolto nella lotta fra i Nativi dell’Alaska e la spietata compagnia petrolifera Aegis Oil. Essa intende installare degli impianti petroliferi anche a costo di utilizzare la violenza.

Jason Statham protagonista di The Beekeeper di David Ayer
Adam Clay (Jason Statham) in una scena del film assieme alle sue api.

Altre star del genere si sono distinte in politiche per la salvaguardia dell’ambiente anche al di fuori dallo schermo. Arnold Schwarzenegger nel 2006, quando era governatore della California, ha approvato una legge in merito alla dispersione di CO2. Il disegno stabiliva nuove regole per quanto riguarda le emissioni consentite dalle centrali elettriche e impianti industriali. Ha inoltre abbracciato uno stile di vita vegano per contribuire a ridurre la produzione di gas serra prodotti dagli allevamenti intensivi.

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In sala il genere, nel frattempo, ha avuto una tiepida rinascita. Un interprete che può essere considerato una sorta di erede di quella generazione è Jason Statham. Inglese, ex atleta (ha praticato calcio, tuffi ed è padrone in differenti arti marziali), esordisce al cinema nel 1998 con Lock & Stock – Pazzi scatenati di Guy Ritchie. Si cimenterà poi in diversi titoli con il ruolo da comprimario. Il primo ruolo da protagonista lo ottiene nel 2002 grazie a Luc Besson che lo sceglie per il film The Transporter da lui prodotto e diretto da Louis Leterrier, primo capitolo di una trilogia che si è conclusa nel 2008.

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In questo titolo ci sono già presenti gli elementi che caratterizzeranno quasi tutti i personaggi interpretati da Statham: un individuo solitario, granitico e scrupoloso in quello che fa e che ricorre all’azione solo quando la situazione lo richiede. Ma soprattutto, rappresenta, l’individuo che si ribella a sistemi coercitivi di qualsiasi natura o bandiera. Una lotta che lo coinvolge spesso personalmente. Il suo personaggio è oramai una maschera iconica del genere oramai divenuto di cassetta, disperso in tanti sottogeneri di qualità poco più che televisiva usa e getta.

Jason Statham
Jason Statham pronto per l’azione in una scena.

The Beekeeper di David Ayer uscito in sala l’11 gennaio grazie a 01 Distribution e Leone Film Group potrebbe cadere nello stesso calderone. È la storia di Adam Clay un ex militare in cerca di giustizia. Quello che viene messo in scena è, invece, un solido prodotto che omaggia il genere degli anni ’80. Non vengono dimenticati le influenze che il cinema di Hong Kong assimilate in occidente in titoli come John Wick (2014 -2023).

Anche in questo caso il protagonista è un uomo che ha deciso di mettere una pietra sopra il proprio passato in un gruppo militare extragovernativo, i Beekeeper. Ora vive in campagna ed è un mite allevatore di api, contemplandone e rispettando la loro struttura sociale, non dissimile da quella umana. E alla quale noi uomini ci siamo ispirati. Egli è stato addestrato per custodire l’alveare. Che sia esso racchiuso nelle arnie o nei grattacieli delle grandi città poco importa.

Le api, all’occorrenza, possono uccidere la loro stessa regina se rappresenta una minaccia per la sopravvivenza. La giustizia di Adam, rivolta contro una bieca società di truffe online, rende visivamente dall’utilizzo dalle tonalità dorate del miele. Che è dolce e nutriente ma che sa essere anche infiammabile e distruttivo come il fuoco. Solo con esso si  possono debellare i predatori come i calabroni. Il miele e il fuoco sono le armi che usa contro i suoi nemici, ma non solo. Adam è un’ape che sa pungere con forza se provocata.

The Beekeeper – Jason Statham, un apicoltore contro il sistema ultima modifica: 2024-01-21T09:36:48+01:00 da Emanuel Trotto
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Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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