Maltrattamenti negli allevamenti intensivi di polli, KFC Italia nel mirino

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Maltrattamenti negli allevamenti intensivi di polli, KFC Italia nel mirino ultima modifica: 2024-03-27T08:52:06+01:00 da Marco Grilli
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I maltrattamenti  negli allevamenti intensivi di polli di un fornitore di KFC Italia sono stati documentati nell’indagine di Essere Animali

Essere Animali torna a colpire con le sue indagini shock sulla realtà degli allevamenti intensivi. L’ultima di queste – sotto copertura e realizzata all’interno di quattro allevamenti intensivi di polli di un fornitore di KFC Italia in provincia di Verona – ha documentato maltrattamenti e sofferenze indicibili e si inserisce all’interno della campagna rivolta alla stessa multinazionale per invitarla a sottoscrivere l’European Chicken Commitment (ECC) anche in Italia.

Maltrattamenti e sofferenze

Enormi capannoni industriali, che arrivano a produrre a pieno ritmo circa 300mila polli ogni 60 giorni, nascondono verità scomode portate finalmente alla luce.

allevamenti intensivi polli KFC Italia
Essere Animali ha raccolto immagini e video raccapriccianti dei polli all’interno degli allevamenti KFC Italia

Essere Animali ha diffuso immagini e video raccapriccianti che non vorremmo mai vedere e non dovremmo tollerare. Animali agonizzanti, stipati, incastrati nei macchinari, maltrattati dagli operatori, malati, feriti, morti a centinaia ogni giorno. Non c’è pietà negli allevamenti intensivi: non sfuggono a questa regola quelli di polli in provincia di Verona, collegati a KFC Italia e indagati dall’organizzazione animalista. Tutto per l’industria del fast food – troppo spesso junk food – che continua a macinare ingenti profitti. Ma in quei panini il condimento è la sofferenza animale.

Allevamenti intensivi di quaglie, l’indagine shock di Essere Animali

L’indagine documenta le diverse problematiche collegate alle condizioni di allevamento ed alla selezione genetica degli animali. Quest’ultimi, così come accade in molti allevamenti intensivi di polli per la produzione di carne, sono rappresentati da una razza ad alto accrescimento, ottenuta da decenni di selezione genetica e condotta a raggiungere il peso di macellazione in soli 40 giorni.

I polli “a quel punto sono ormai incapaci di muoversi per via del peso eccessivo del petto, di deformazioni e di patologie, come infiammazioni e lesioni a tibia e metatarso” – denuncia l’organizzazione animalista – “negli allevamenti in questione centinaia di polli rimangono incastrati nelle mangiatoie – inadeguate per la dimensione degli animali – e alcuni riportano gravi ferite mentre altri muoiono al loro interno. Altri ancora mostrano ferite aperte dovute probabilmente allo sfregamento con recinzioni o altre strutture appuntite”.

Ne risentono naturalmente anche le condizioni igieniche, perché ogni giorno sono centinaia le carcasse di polli morti all’interno di queste strutture infernali. Quelle altrettanto frequenti in avanzato stato di decomposizione mettono a rischio la biosicurezza perché, anche tramite atti di cannibalismo, possono trasmettere patogeni all’interno dell’allevamento. Non paiono a norme neanche le operazioni di smaltimento: l’indagine ha infatti documentato che i cadaveri vengono raccolti in secchi tenuti per giorni all’esterno dei capannoni e non dentro le celle frigorifere.

“A pochi giorni dalla macellazione, gli animali mostrano assenza di piume nell’area ano-genitale e del petto, e bruciature sulle zampe, a causa del continuo contatto con la lettiera carica di deiezioni e quindi di ammoniaca, una sostanza irritante per la pelle. Alcuni polli mostrano un disturbo neurologico denominato ‘torcicollo’ (wry neck) a seguito del quale gli animali mantengono una posizione del collo e della testa innaturale”, comunica Essere Animali.

Trasporto di animali vivi a 40°C tra stress e sofferenze, la denuncia di Essere Animali

Provoca rabbia pure il comportamento degli operatori. I video li immortalano mentre compiono violenze sui poveri volatili, sollevandoli per un’ala, lanciandoli contro superfici, maneggiandoli senza cura e perfino prendendoli a calci. Le immagini più scioccanti riguardano le operazioni di carico e scarico. Le prime vengono condotte con un sistema automatizzato non sempre gestito efficacemente, “in un caso un operatore schiaccia i polli con i piedi per liberare il nastro trasportatore, aggravando la situazione di stress degli animali incastrati, con il rischio di lesioni e ferimenti. In un altro episodio la velocità del nastro trasportatore in uscita verso i contenitori finali è esageratamente alta, causando forte paura e stress evitabili agli animali”, denuncia Essere Animali.

L’European Chicken Commitment e la petizione

Quando parliamo di polli dobbiamo sempre premettere che siamo di fronte agli animali più sfruttati al mondo a livello industriale. Nel 2020 ne sono stati macellati ben 70 miliardi a livello globale, di cui oltre 500 milioni in Italia.

Sovraffollamento, accrescimento rapido, ferimenti e malattie sono i problemi più comuni riscontrati negli allevamenti intensivi. Oltre 300 aziende in tutta Europa hanno già aderito e sottoscritto l’European Chicken Commitmennt (ECC), ovvero un impegno a garantire criteri minimi di benessere animale all’interno degli allevamenti intensivi di polli, adottando politiche aziendali che affrontano le principali criticità di allevamento e riducono la sofferenza dei volatili.

Oltre gli allevamenti intensivi, la proposta di legge presentata dalle associazioni animaliste

Rivolgendosi alle aziende alimentari, l’ECC chiede di: rispettare le leggi ed i regolamenti europei sul benessere animale; evitare l’utilizzo di razze selezionate geneticamente per ottenere un accrescimento rapido; garantire una maggiore disponibilità di spazio (densità massima di allevamento pari o inferiore a 30 kg/m²); introdurre luce naturale, posatoi e substrati per stimolare l’espressione di comportamenti naturali; adottare metodi di macellazione più efficaci e meno cruenti, ed infine garantire sistemi di controllo da parte di enti terzi.

Ebbene, il colosso multinazionale KFC, presente in più di 115 Paesi con una rete di 18mila ristoranti, non ha ancora sottoscritto l’ECC in Italia. “È ora che KFC faccia di più e si unisca alle oltre 300 aziende in tutta Europa ad aver già aderito all’ECC, come ha già fatto in diversi Paesi tra cui Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Svezia, Regno Unito e Irlanda”, commenta Brenda Ferretti, campaigns manager di Essere Animali.

Questo grande marchio ha ricevuto una strigliata anche nell’ultimo Pecking Order, il report redatto ogni anno dal World Animal Protection – in collaborazione con Essere Animali per l’Italia – che analizza le comunicazioni delle più importanti aziende di fast-food e ristorazione per verificare il rispetto degli standard fissati dall’ECC.

The Pecking Order, il benessere dei polli non riguarda l’Italia

KFC è tra le multinazionali che in Italia non hanno ancora pubblicato un impegno ad eliminare le problematiche principali di benessere dei polli dalle proprie filiere, neanche per quanto riguarda i criteri più importanti quali la riduzione della densità e la transizione a razze con migliori indicatori di benessere animale.

Non solo, nel 2023 KFC ha registrato un punteggio percentuale più basso nella graduatoria stilata dal rapporto rispetto all’anno precedente (26% a confronto del 44% del 2022), arretrando perfino in due parametri considerati molto importanti, ovvero la percentuale di polli storditi in modo più efficace in sistemi a gas (diminuita dal 57,85% al 25,03%) e quella di polli allevati con densità inferiori a 30 kg/m², scesa addirittura a zero.

Più in generale, le aziende operanti in Italia analizzate nel rapporto si sono classificate con punteggi scarsi o molto scarsi. Nessuna di loro ha fornito comunicazioni in merito ai progressi svolti.

Essere Animali ha promosso anche una petizione per invitare KFC Italia a sottoscrivere l’ECC. Ciò rappresenterebbe una garanzia per i consumatori del nostro Paese, sempre più sensibili alla tematica del benessere animale. D’altronde, come chiarisce Ferretti, “KFC si vanta da sempre dell’originalità della sua ricetta del pollo fritto, ma le immagini che diffondiamo oggi mostrano un ingrediente che è rimasto per troppo tempo segreto: la sofferenza dei polli”.

[Credits foto: Essere Animali]

Maltrattamenti negli allevamenti intensivi di polli, KFC Italia nel mirino ultima modifica: 2024-03-27T08:52:06+01:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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