Birds in Europe 4

Birds in Europe 4, il 38% degli uccelli selvatici europei è in cattivo stato di conservazione

in Animali|Biodiversità
Birds in Europe 4, il 38% degli uccelli selvatici europei è in cattivo stato di conservazione ultima modifica: 2023-08-14T06:49:19+02:00 da Marco Grilli
da

Lo studio Birds in Europe 4 rivela che oltre 1/3 degli uccelli selvatici che si riproducono in Europa versa in cattivo stato di conservazione

Segnali di sofferenza per la fauna selvatica del Vecchio Continente. Il recente studioBirds in Europe 4” ha rilevato che su 546 specie di uccelli selvatici che si riproducono in Europa prese in esame, ben 207 si trovano in cattivo stato di conservazione (pari al 38% del totale). Più in generale, sono addirittura triplicate le specie minacciate a livello globale (“Spec 1”), passate in pochi anni da 24 a 74.

Lo studio

Birds in Europe, giunto alla quarta edizione, è lo studio più importante sullo stato di conservazione degli uccelli selvatici in Europa. Realizzato dalle associazioni partner di BirdLife Europe (di cui fa parte pure la Lega italiana protezione uccelli – Lipu), è un prezioso strumento d’indagine teso ad indentificare le specie di interesse per la conservazione europea, al fine di intraprendere azioni utili a migliorare il loro stato.

Vetrate degli edifici killer, in un manuale le misure per proteggere gli uccelli

Le specie sono classificate in base al loro rischio di estinzione globale, alle dimensioni e all’andamento della popolazione e dell’areale europeo e alla responsabilità globale dell’Europa nei loro confronti.  L’area esaminata, del tutto simile a quella delle precedenti edizioni, si estende dalla Groenlandia a nord-ovest fino agli Urali russi a nord-est, comprendendo gli arcipelaghi atlantici delle Azzorre, Madera e delle Canarie, oltre a Turchia, Cipro e Caucaso.

La classificazione Spec di Birds in Europe si basa sullo status di conservazione identificato dalla Lista rossa europea dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). Le “Spec 1” sono le specie più problematiche in quanto minacciate a livello globale, le “Spec 2” versano in condizioni di conservazione sfavorevoli e sono concentrate in Europa, mentre le “Spec 3” hanno lo stesso stesso status delle “Spec 2” con la differenza che non si concentrano nel Vecchio Continente. Entrando nel dettaglio della quarta edizione dello studio che ha preso in esame 546 specie di uccelli selvatici in Europa, ben 207 sono risultate “Spec” e tra queste 74 “Spec 1”, 32 “Spec 2” e 101 “Spec 3”.

Giornata Mondiale degli Uccelli Migratori 2022, abbassare le luci per la sopravvivenza di queste specie

Lo studio 2023 evidenzia un peggioramento dello stato di salute degli uccelli europei rispetto a quanto emerso nella precedente edizione del 2017, in particolare per le specie tipiche degli ambienti agricoli o delle zone umide, ambienti marini o steppici.

Non solo sono triplicate le specie minacciate a livello globale, tra le quali troviamo la gallina prataiola, il capovaccaio, il gabbiano corso, la passera d’Italia, la pavoncella e la berta minore, ma anche 44 specie che precedentemente erano escluse nella terza edizione del 2017 come ‘Non Spec’: si tratta del piviere tortolino, del voltapietre, del labbo, della poiana calzata e dello smeriglio, specie che si riproducono nelle regioni artiche e boreali, ma anche delle più comuni in Italia soprattutto in inverno come germano reale, mestolone, frullino e beccaccia”, sottolinea la Lipu, che mette in risalto pure i problemi crescenti per diversi passeriformi migratori afro-paleartici, quali il lui verde e la monachella.

Cambiamenti climatici sulle Alpi, la Lipu ne analizza le conseguenze per l’avifauna

Le 44 specie oggi valutate “Spec”, a differenza del 2017, includono più trampolieri, rapaci e passeriformi che si riproducono nelle regioni artiche, boreali o alpine. Un dato che evidenzia la crescente importanza dell’Europa settentrionale e degli ecosistemi montani per la conservazione degli uccelli. All’opposto, le 62 specie risultate Spec nel 2017, oggi fortunatamente  valutate “Non-Spec”, includono grandi uccelli acquatici e rapaci che mostrano segnali di ripresa grazie all’azione di conservazione.

La caccia continua a costituire un problema, visto che le specie cacciabili in stato di conservazione sfavorevole sono aumentate in modo considerevole. Tra queste citiamo la pavoncella, il mestolone, il combattente e la canapiglia. L’attività venatoria dimostra così la sua difficoltà a conciliarsi con le finalità di conservazione. I dati dello studio parlano chiaro: se dal 1994 il numero di specie particolarmente protette (allegato I della Direttiva Uccelli dell’Unione europea) qualificate come “Spec” è diminuito del 33%, il numero di specie cacciabili (allegato II della stessa Direttiva) classificate come “Spec” è addirittura aumentato del 56%.

Birdgardening, come ripopolare la città di uccelli selvatici

Restano invece sostanzialmente invariati alcuni grandi modelli identificati dalle precedenti edizioni. “100 specie sono state classificate come Spec in tutte e quattro le valutazioni, tra cui numerosi uccelli delle aree agricole e delle steppe, anatre, trampolieri, rapaci, uccelli marini e migratori a lunga distanza. Molte delle loro popolazioni sono fortemente impoverite o continuano a diminuire e/o a restringersi”, si legge nello studio.

Vi sono ancora tra i 3,4 ed i 5,4 miliardi di uccelli nidificanti in Europa, ma “Birds in Europe 4” evidenzia la necessità di intraprendere ulteriori azioni per arrestare ed invertire le perdite. La specie nidificante più abbondanti in Europa sono quelle dei passeriformi, il primato spetta al fringuello comune (Fringilla coelebs). Abbondanza e  sicurezza non vanno però di pari passo nella conservazione: tre delle 10 specie più abbondanti hanno infatti popolazioni in diminuzione e sono classificate come “Spec”.

Per quanto riguarda l’areale di distribuzione di quest’ultime, parti della penisola iberica, della Turchia, del Caucaso e della Russia europea detengono un numero particolarmente elevato di specie minacciate, senza dimenticare anche l’importanza di varie aree costiere con parti del Mediterraneo, del mar Nero, del Baltico e del mar del Nord. Ciò che risalta è però soprattutto l’elevata concentrazione di Spec in alcune parti dell’Europa settentrionale e nord-orientale, un fenomeno piuttosto recente. La Russia europea detiene il numero assoluto più alto di “Spec” riproduttori (147), mentre all’Islanda spetta il record di “Spec” in proporzione a tutte le specie nidificanti (46%).

Uccelli canori a rischio estinzione a causa del commercio di animali da compagnia

Imperativo d’obbligo per lo studio Birds in Europe è quello di “migliorare il monitoraggio e la valutazione degli sforzi di conservazione, comprenderne l’efficacia e garantire che vi siano finanziamenti adeguati e impegno politico per continuare ed espandere l’attuazione di misure efficaci”. Né gli strumenti politici e giuridici mirati né l’aumento delle aree protette, nonostante la loro importanza, sono ancora riusciti a risolvere il problema del declino delle specie nidificanti.

La conservazione di tali specie richiede di affrontare i fattori sistemici della perdita di biodiversità, integrando la biodiversità nelle pertinenti politiche settoriali, in particolare quelle relative all’agricoltura, alla silvicoltura, alla pesca, all’energia e al commercio, sulla terraferma e in mare. Le misure benefiche includono l’integrazione di misure di salvaguardia per ridurre la mortalità e prevenire danni agli habitat chiave, l’eliminazione dei sussidi che danneggiano la biodiversità e l’incoraggiamento di pratiche di gestione che la migliorano”, conclude lo studio.

Schemi agroambientali ben progettati possono invertire il declino della biodiversità dei terreni agricoli pur continuando a produrre cibo in modo sostenibile. La loro implementazione su larga scala, unitamente ai progetti di restauro del paesaggio, sempre su larga scala, rappresentano azioni essenziali per invertire il declino della perdita di  uccelli in Europa e raggiungere gli obiettivi di ripristino regionali e globali.

Campagne turchesi, il progetto per costruire strutture nido in favore della ghiandaia marina

Il commento della Lipu

Lo studio Birds in Europe 4 rivela un peggioramento dello stato di salute degli uccelli europei, con un preoccupante aumento delle specie Spec 1, minacciate a livello globale. ma nel contempo ci informa come gli sforzi di conservazione prodotti dalle direttive, dalle normative nazionali e dai progetti ad hoc, abbiano migliorato in diversi casi lo stato di conservazione di diverse specie particolarmente protette o in Allegato I della Direttiva uccelli, come il marangone minore, la cicogna bianca, la spatola e il nibbio reale”, ha affermato Marco Gustin, responsabile Specie e ricerca della Lipu, che ha collaborato allo studio.

Gustin saluta con favore la recente approvazione in Parlamento europeo della Nature Restoration Law – cui manca solo il passaggio nel Trilogo – quale svolta essenziale per il ripristino di ecosistemi ed habitat e per la conservazione delle specie a rischio.

Legge sul ripristino della natura in UE, più verde sulla Terra

Fondamentale, in tal senso, che gli ultimi passaggi correggano la legge in particolare sotto il profilo della rinaturalizzazione degli ambienti agricoli da cui dipende la sorte di un gran numero di uccelli e di insetti minacciati”, conclude Gustin.

[Credits foto: Lega italiana protezione uccelli, lipu.it]

Birds in Europe 4, il 38% degli uccelli selvatici europei è in cattivo stato di conservazione ultima modifica: 2023-08-14T06:49:19+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verra pubblicato

*

Ultimi articolo di Animali

Go to Top