May December – Uomini e donne come farfalle pronte a volare

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May December – Uomini e donne come farfalle pronte a volare ultima modifica: 2024-03-30T07:04:58+01:00 da Emanuel Trotto
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May December è un melodramma ispirato a un caso di cronaca. È la storia di uomini e donne che vogliono volare via come farfalle.

La farfalla monarca è fra i lepidotteri più conosciuti ed è la protagonista di May December. Quando si pensa ad una farfalla, immediatamente si pensa a lei, con la sua colorazione arancione a striature nere. Originaria del Nord America, ogni anno, alla fine dell’estate, per sfuggire al freddo dell’inverno, a milioni compiono una migrazione verso il Messico. Quando si riposano, tutte assieme, ricoprono ogni superficie disponibile, fino a confondersi con le foglie degli alberi. Un viaggio che coinvolge quattro generazioni di insetti, in quanto la vita media di una farfalla monarca è di circa sei settimane e devono coprire 4000 km. Il loro aspetto ha anche una valenza simbolica in quanto rappresentano eleganza e bellezza. Rappresentano anche la caducità di questa bellezza, in un certo senso. In Messico rappresentano infatti le anime dei defunti che ritornano a casa.

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Per Joe queste farfalle sono qualcosa di più. Lui le alleva con cura ed attenzione: documenta lo schiudersi delle uova, la crescita delle larve. Lui scrive ad una ragazza che condivide il suo stesso interesse. Si scambiano foto dei loro progressi, si mandano i link con i video della migrazione. Sognano, un giorno, di poter assistere assieme a questo fenomeno.

Per Joe le farfalle rappresentano una evasione, una liberazione da una vita che non si è scelto. Perché quando essa si è presentata non ha avuto il tempo per decidere. Si è lasciato travolgere complice della sua giovane età. E ora quella vita, apparentemente serena per anni, è tornata a chiedere il conto. Un occhio esterno al suo è venuto ad indagarci sopra, a scavare fino alle fondamenta. Questo è l’occhio di Elizabeth, una sua coetanea, un’attrice di Hollywood. Lei è entrata nel suo piccolo mondo perché sta lavorando ad un film.

May December poster
May December di Todd Haynes, il poster.

Questo film è la storia della relazione fra Joe e sua moglie Gracie. Una relazione nata ventitre anni prima: lei una donna di trentasei anni sposata e con figli. Lavora in un negozio di animali. Lui un ragazzo di tredici anni assunto come commesso part time nello stesso negozio. Una relazione torbida che aveva portato Gracie in carcere, lì dove è nata la loro primogenita. Una storia che ha sconvolto la piccola comunità di Savannah, in Georgia.

Questa è la trama di May December di Todd Haynes, uscito nelle nostre sale dal 21 marzo per Lucky Red, dopo essere stato presentato alla 76° edizione del Festival di Cannes. La storia prende le mosse dalla cronaca: il caso di Mary Kay Schmitz (1962-2020), insegnante statunitense che intratteneva una relazione con un suo studente dodicenne nel 1997, Vili Fualaau. I due si sono successivamente sposati nel 2004, al raggiungimento della maggiore età per quest’ultimo. Una storia che ha fatto parlare l’opinione pubblica americana in quanto ha fatto a pezzi uno dei tabù della sua cultura: la famiglia perfetta e sorridente in una società per certi versi molto provinciale. Due mondi distanti come i mesi dell’anno che danno il titolo al film, May December. Maggio e dicembre contrapposti: primavera e inverno.

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Una storia che sembra uscita dai film di Douglas Sirk (1897-1987), regista che ha messo in scena melodrammi con al centro un amore inaccettabile. Come Secondo amore (1955) dove una ricca vedova ama, ricambiata, un giardiniere più giovane di lei. Una storia che ha ispirato Rainer Werner Fassbinder per La paura mangia l’anima (1973). Storie, quelle di Sirk, dai grandi estremi come i sentimenti che vengono covati e che, alla fine emergono prepotenti. Un estremo al confine con il pacchiano che si riversa nelle immagini e nelle scenografie.

May December farfalla monarca
Una farfalla monarca in una scena del film.

Un estremo che lo stesso Haynes aveva riprodotto in Lontano dal paradiso (2002), ambientato negli anni ’50, la culla del consumistico perbenismo degli Stati Uniti. Là Cathy (Julianne Moore), tipica casalinga, scopre la relazione omosessuale del marito Frank (Dennis Quaid). Ora Julianne Moore torna, con May December, a essere protagonista dello scandalo: e Elizabeth (Natalie Portman) colei che, con uno sguardo entomologico, cerca di comprendere cosa c’è stato realmente dietro.

La vicenda di Gracie e Joe ha ispirato il film nel quale Elizabeth interpreterà Gracie. Elizabeth inizierà a stare con lei, a seguirla, a imitarne la voce, i suoi gesti e movimenti. Ma non solo, vuole avere un quadro più chiaro: intervista l’ex marito di Gracie, il suo avvocato, il titolare del negozio di animali nel cui retro è avvenuta la seduzione. Ma, soprattutto, inizia a parlare con Joe (Charles Menton). Condividono lunghe passeggiate nei boschi immersi nella natura; lei ascolta con interesse quando le parla delle sue farfalle. Specie quando deve spostarle da una stanza all’altra della casa perché infastidiscono Gracie.

Joe inizia a sentire il peso di questa esistenza, della sua incomunicabilità. La stessa che lo ha portato ad avere una fascinazione per gli animali di quel negozio, ingabbiati come lui, ma in teche trasparenti dove tutti possono vedere. Gabbie dalle quali non puoi sfuggire anche se ne hai l’illusione, in cui è impossibile nascondersi.

May December film
Gracie (Julianne Moore, a sinistra) e Elizabeth (Natalie Portman) in una scena .

Come quelle farfalle che noi vediamo nei titoli di testa: libere fra gli steli d’erba o i rami degli alberi. Le vediamo passare da uova, a bruchi, a crisalide man mano che la storia procede. Vediamo la migrazione della monarca in tutta la loro bellezza attraverso lo schermo di un cellulare. Non riusciamo a cogliere appieno quello stralcio di bellezza perché è distante. Seguiamo la dissezione da parte di Elizabeth su Gracie ma sentiamo la vicenda di Joe.

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Lo facciamo, però, senza alcun tipo di moralismo. Non è quello che ci riguarda. May December parla anche della libertà di essere noi stessi quando noi siamo chiusi in una teca nella quale non distinguiamo i confini. E avere la possibilità, reale o anche solo sognata, di essere raccolti da parte di qualcuno. Qualcuno in grado di vedere la bellezza che possediamo. Per potere poi, un giorno, volare via.

May December – Uomini e donne come farfalle pronte a volare ultima modifica: 2024-03-30T07:04:58+01:00 da Emanuel Trotto
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Nato a Biella nel 1989, si è laureato in Storia del Cinema presso il DAMS di Torino nel 2012, ha partecipato alla rassegna stampa per l’Università al 29, 30, 31mo Torino Film Festival e ha collaborato per il Festival CinemAmbiente 2014. Collabora per diversi blog di cinema e free culture (Il superstite) e associazioni artistiche (Metropolis). Ha diretto due cortometraggi: E Dio creò le mutande (2011), All’ombra delle foglie (2012).

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