L’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, ha premiato cinque nuovi Campioni della Terra, persone o organizzazioni che stanno sperimentando soluzioni innovative per proteggere e far rinascere gli ecosistemi
Sono cinque i nuovi Campioni della Terra premiati dall’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per la protezione dell’Ambiente. Quella dei “Champions of the Earth” è la più alta onorificenza ambientale dell’ONU: quest’anno è stata assegnata in Libano, Perù, India e Camerun.
“All’inizio del 2023, il nostro pianeta sta affrontando quello che gli esperti definiscono un allarmante deterioramento del mondo naturale: l’essere umano ha distrutto circa tre quarti della terraferma e due terzi degli ambienti marini, con un milione di specie spinte verso l’estinzione -dichiarano dall’UNEP- Fortunatamente, in tutto il mondo, scienziati, imprenditori, leader indigeni e molti altri stanno trovando modi innovativi per proteggere e far rinascere gli ecosistemi. E sono fonte di ispirazione per le persone comuni che vogliono fare la loro parte per proteggere e ripristinare il mondo naturale“.

Dal Libano viene l’esperienza dell’ONG Arcenciel, specializzata nella gestione dei rifiuti sanitari. Innanzitutto li tratta, riducendo il rischio di trasmissione di malattie.
Quindi investe il denaro guadagnato in programmi a sostegno dei gruppi più emarginati (a partire dai siriani e dai palestinesi presenti nei campi profughi) e in campagne per rafforzare la consapevolezza ambientale e promuovere il turismo sostenibile.

Constantino Aucca Chutas è invece un biologo che lavora in Perù per aiutare le Comunità indigene nella gestione della terra e delle loro foreste pluviali.
Ha co-fondato l’Asociación Ecosistemas Andinos, organizzazione senza scopo di lucro che ha piantato più di tre milioni di alberi e protetto o ripristinato 30 mila ettari di terreno. Ora punta a espandere la propria esperienza anche ad Argentina, Bolivia, Cile, Colombia ed Ecuador.

In India, invece, Purnima Devi Barman ha dedicato gran parte della sua carriera a salvare dall’impatto delle attività umane la Cicogna Maggiore, la seconda specie più rara al mondo di questo volatile, contrastando il prosciugamento, l’inquinamento e il degrado delle zone umide, loro habitat naturale.
In particolare, ha mobilitato circa 10 mila donne, soprattutto nei villaggi, per proteggere i siti di nidificazione e curare eventuali ferite. Nelle aree di intervento, oggi, i nidi di cicogna sono decuplicati.

Sempre in India è stato premiato anche il celebre economista Sir Partha Dasgupta, autore del rapporto Economics of Biodiversity e sostenitore del fatto che i governi debbano integrare i servizi ecosistemici nel calcolo della salute economica di un Paese, in modo da ridurre lo sfruttamento delle risorse naturali.
Assegnare un valore economico alla natura, ad esempio, può aiutare a comprendere meglio i costi a lungo termine del disboscamento, dell’estrazione mineraria e di altre industrie potenzialmente distruttive. Il suo concetto di “ricchezza inclusiva” è incorporato nel sistema di contabilità economico-ambientale sostenuto dalle Nazioni Unite.

Il quinto riconoscimento “Campioni della Terra” è stato infine assegnato alla camerunese Cécile Bibiane Ndjebet, da decenni impegnata a difendere i diritti delle donne in Africa, in particolare per quanto riguarda il possesso o l’eredità delle terre, resi difficili a causa di consuetudini culturali di lunga data.
Un’organizzazione da lei co-fondata, Camerun Ecology, ha ripristinato 600 ettari di terreni degradati e foreste di mangrovie; l’obiettivo è di triplicare tale dato entro il 2030.
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[Fonte immagini @ unep.org]
