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Siccità, il 2022 è stato l’anno della Grande Sete

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Siccità, il 2022 è stato l’anno della Grande Sete ultima modifica: 2023-01-13T07:12:38+01:00 da Davide Mazzocco
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Dall’Europa all’Africa, dal Nord America all’Asia, la siccità minaccia la produzione agricola, favorisce gli incendi e mette in crisi l’energia idroelettrica

Il 2022 è stato l’anno della Grande Sete. Nell’anno appena concluso la siccità è diventata un fenomeno diffuso anche in aree che fino a pochi anni fa sembravano essere estranee alle carenze idriche. La rarefazione delle precipitazioni, l’aumento delle temperature massime e minime, la pericolosa ascensione dello zero termico hanno causato diminuzioni storiche delle portate dei fiumi e dei livelli dei laghi. Dall’Europa all’Africa, dal Nord America all’Asia, le condizioni di prolungata siccità hanno minacciato la produzione agricola, favorito incendi altamente distruttivi e messo in crisi la generazione di energia idroelettrica.

Tanto nell’emisfero boreale come in quello australe, il riscaldamento globale ha mostrato i suoi effetti: aumento dell’evaporazione, esaurimento delle riserve idriche e prosciugamento del suolo.

La siccità in Europa

Nel mese di agosto la Commissione Europea ha pubblicato un rapporto preliminare nel quale la situazione siccitosa del Vecchio Continente è stata definita la peggiore degli ultimi 500 anni. La scarsità di precipitazioni quando non la loro assoluta mancanza sono cominciate nei mesi invernali aggravandosi in primavera e in estate. Nel mese di agosto due terzi del continente europeo si sono trovati in uno stato di allerta a causa della siccità. Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo e Ungheria sono i paesi che hanno accusato maggiormente le conseguenze della mancanza di precipitazioni. Il livello del fiume Po – così come quello del Lago di Garda – ha raggiunto i minimi storici costringendo le autorità a dichiarare lo stato d’emergenza in cinque regioni settentrionali. Identica sorte è toccata anche a due dei più importanti fiumi europei: il Danubio e la Loira.

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La siccità in Asia

In Asia l’impatto della siccità è stato ancor più grave che in Europa: nel mese di marzo l’ondata di caldo verificatasi in India e Pakistan ha causato oltre 90 vittime. In Cina le temperature record hanno provocato un forte abbassamento dello Yangtze;  la crisi idrica in atto nel più lungo fiume asiatico ha avuto e avrà un forte impatto sull’economia cinese visto che a questo bacino idrico attingono per l’acqua potabile e per l’irrigazione delle colture 400 milioni di persone. Non solo: il corso d’acqua è anche una delle principali fonti di energia idroelettrica del Paese più popoloso del mondo. La siccità della provincia sud-occidentale del Sichuan ha provocato l’abbassamento dei flussi idrici diretti verso le centrali idroelettriche provocando ripetute interruzioni della corrente che hanno messo in crisi la quotidianità e l’economia della regione. Particolarmente grave è stata anche la situazione nella provincia di Anhui dove i livelli di 10 bacini idrici sono scesi a un livello così basso da non consentire all’acqua di scorrere a valle delle dighe.

In Arabia Saudita e in altri Paesi del Medio Oriente l’abbassamento della falda freatica viene compensato dalle più moderne tecnologie per la desalinizzazione dell’acqua marina. Inutile sottolineare quanto possa essere energivora una pratica di questo genere.

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La siccità in Africa

Nel 2022 il Corno d’Africa ha vissuto la più lunga siccità degli ultimi 40 anni, ciò a causa della quinta stagione delle piogge consecutiva senza precipitazioni consistenti. Questa prolungata siccità sta aggravando i problemi di sicurezza alimentare per circa 50 milioni di persone. Secondo Guleid Artan dell’OMM, Kenya, Etiopia e Somalia si trovano sull’orlo di “una catastrofe umanitaria senza precedenti”. Se la siccità dovesse persistere è verosimile immaginare una pressione migratoria delle popolazioni prive di risorse idriche verso i Paesi confinanti, l’Asia e l’Europa. In un rapporto pubblicato lo scorso ottobre dalle Nazioni Unite e dalla Croce Rossa si afferma che molte regioni di Africa e Asia diventeranno inabitabili fra pochi decenni a causa del caldo estremo.

La diga di Kariba che genera energia idroelettrica di cui beneficiano milioni di persone fra Zambia e Zimbabwe è scesa ai minimi storici costringendo le compagnie energetiche locali a tagli drastici. ZESCO, la principale compagnia elettrica dello Zambia, aumenterà le interruzioni di corrente da 6 a 12 ore. Ancor più critica è la situazione dello Zimbabwe dove gli utenti della rete elettrica sono costretti a sopportare fino a 19 ore di interruzione del servizio al giorno.

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La siccità in Nord America

In Arizona, Colorado, California, Oregon e nello stato di Washington si sono verificati gravi incendi a causa della prolungata siccità che ha investito gran parte degli Stati Uniti occidentali. Secondo Nature Climate Change la siccità iniziata all’alba di questo secolo è una delle peggiori degli ultimi 12 secoli. Così come in Cina, anche in Arizona, California e Nevada, l’insufficienza dell’approvvigionamento idrico ha reso la produzione di energia idroelettrica inadeguata al fabbisogno di milioni di persone.

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Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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