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Immuni, l’app nazionale contro il COVID-19. Come funziona? È sicura? Tutte le informazioni per usarla

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Immuni, l’app nazionale contro il COVID-19. Come funziona? È sicura? Tutte le informazioni per usarla ultima modifica: 2020-06-10T15:01:49+02:00 da Francesco Rasero
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Da alcuni giorni gli italiani sono invitati a scaricare Immuni, l’app creata per combattere l’epidemia di COVID-19 che avverte in caso di un’esposizione a rischio contagio. Ecco come utilizzarla in modo efficace e sicuro.

Immuni è un’applicazione gratuita per smartphone messa a punto dal Governo italiano per contrastare una nuova diffusione del Coronavirus, soprattutto ora che sono state tolte le limitazioni più pesanti per quanto riguarda spostamenti e contatti interpersonali.

Da lunedì 8 giugno è attiva in quattro Regioni-pilota, ovvero Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia; il suo funzionamento su scala nazionale è previsto a partire dal 15 giugno 2020.

Immuni Home

Funziona sia con Android che con iOs, essendo stata sviluppata congiuntamente da Google e Apple.

È scaricabile gratis da Google Play o dall’Apple Store, anche senza impostare un metodo di pagamento, ma richiede che il sistema operativo sia aggiornato: alcuni modelli più obsoleti di telefono, pertanto, non sono in grado di supportarla.

Gli sviluppatori sono anche al lavoro per attivare il download da AppGallery, consentendone l’utilizzo anche ai possessori di smartphone Huawei.

Occorre avere almeno 14 anni per usare Immuni e i minori (tra i 14 e i 18 anni) devono avere il permesso di almeno uno dei genitori o di chi esercita la rappresentanza legale per poterla installare e utilizzare.

Immuni: come funziona l’app anti COVID-19

L’app è stata studiata per proteggere dal COVID-19 chi la scarica e la installa sul proprio telefono, anche in caso di asintomaticità (assenza di sintomi visibili).

Immuni invia infatti una notifica a chi si è trovato a stretto contatto con un utente risultato positivo al virus, avvertendolo del potenziale rischio di essere stato contagiato.

In questo modo è possibile contattare il proprio medico di medicina generale e ridurre così il rischio di complicanze. Allo stesso tempo ci si può isolare, per evitare di contagiare a propria volta altre persone, aiutando a contenere l’epidemia.

Immuni dottore

Qualora una persona, dopo aver installato Immuni, risulti positiva al SARS-CoV-2, può segnalare l’avvenuto contagio con l’aiuto di un operatore sanitario autorizzato.

A quel punto il sistema, in automatico e nel massimo anonimato, avverte tutti quelli che erano entrati a contatto con il possessore del telefono nei giorni precedenti, dopo aver verificato che la durata e la distanza siano state tali da aver potuto causare la trasmissione del virus.

Come stabilito dal Ministero della Salute, l’esposizione deve essere avvenuta a una distanza inferiore ai due metri per un tempo superiore ai 15 minuti.

Immuni e la tutela della privacy

Il funzionamento di Immuni è basato sulla tecnologia Bluetooth Low Energy, generando chiavi crittografate casuali, e non utilizza dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del GPS.

I codici sono modificati diverse volte ogni ora e vengono generati del tutto casualmente, senza contenere alcuna informazione sul dispositivo o l’utente.

«È stata progettata e sviluppata ponendo grande attenzione alla tutela della privacyspiegano dal Governo- I dati, raccolti e gestiti dal Ministero della Salute e da soggetti pubblici, sono salvati su server che si trovano in Italia. I dati e le connessioni dell’app con il server sono protetti».

Immuni allerta Covid

Gli sviluppatori garantiscono che Immuni non raccoglie dati quali nome, cognome, data di nascita, numero di telefono o indirizzo email, ma neppure i movimenti o la posizione degli utenti né, tanto meno, l’identità delle persone incontrate.

L’app riesce quindi a determinare che un contatto fra due utenti è avvenuto, ma non chi siano effettivamente i due utenti o dove si siano incontrati.

«In nessun caso i dati verranno venduti o usati per qualsivoglia scopo commerciale, inclusa la profilazione a fini pubblicitari -sottolineano dal Governo- Il progetto non ha alcun fine di lucro, ma nasce unicamente per aiutare a far fronte all’epidemia. Non è esclusa la condivisione di dati al fine di favorire la ricerca scientifica, ma solo previa completa anonimizzazione e aggregazione degli stessi».

Inoltre tutti i dati di Immuni, siano essi salvati sul cellulare o sui server statali, saranno cancellati non appena non saranno più necessari e, in ogni caso, non oltre il 31 dicembre 2020.

Altre domande e curiosità su Immuni

Il sito ufficiale di Immuni fornisce una corposa sezione di FAQ (domande più frequenti) in merito all’app, riportando alcune altre indicazioni.

  • Immuni non fa e non può fare diagnosi: sulla base dello storico dell’esposizione a utenti potenzialmente contagiosi, elabora alcune raccomandazioni su come è necessario comportarsi. Ma l’app non è un dispositivo medico e non può in alcun caso sostituire un medico.
  • Le raccomandazioni fornite dall’app dipendono dalla durata dell’esposizione a utenti potenzialmente contagiosi e dalla distanza fra gli smartphone: si tratta di un numero limitato di informazioni, peraltro mai perfette, in quanto il segnale Bluetooth Low Energy può essere influenzato da vari fattori di disturbo. Quindi, la valutazione non sarà sempre impeccabile. Per esempio, se l’app ti raccomanda di isolarsi, non significa che sicuramente l’utente abbia contratto il SARS-CoV-2.

Immuni papà con bebè

  • Con l’uso di Immuni non dovrebbe esserci una differenza sostanziale nella durata della batteria dello smartphone, siccome l’app usa una tecnologia creata per essere particolarmente efficiente in termini di risparmio energetico. Anche il traffico dati che viene consumato è scarso, nell’ordine di qualche megabyte al giorno.
  • A causa di una limitazione del sistema operativo, sugli smartphone Android il servizio di geolocalizzazione deve essere abilitato per permettere al sistema di cercare segnali Bluetooth e salvare i codici casuali di utenti che si trovano nelle vicinanze. Tuttavia, come si può vedere nella lista di permessi richiesti da Immuni, l’app non è autorizzata ad accedere ad alcun dato di geolocalizzazione (inclusi i dati del GPS) e non può quindi sapere dove ci si trova.
  • Immuni può essere usata solo in Italia e si può connettere al server (per esempio, per scaricare le chiavi degli utenti risultati positivi al virus) soltanto all’interno dell’Unione Europea. Al momento, le connessioni al server provenienti da altri territori non sono supportate per motivi di sicurezza. In caso di positività al virus, occorre trovarsi in Italia per poter caricare i dati sul server. Attualmente, l’app rileva solo i contatti con altri utenti di Immuni e non con gli utenti delle app per le notifiche di esposizione di altri Paesi.
  • Le lingue supportate attualmente sono l’italiano e l’inglese; il tedesco, il francese e lo spagnolo verranno aggiunti a brevissimo. L’app usa la stessa lingua impostata sullo smartphone, se disponibile, altrimenti l’inglese. Perciò, per cambiare la lingua, occorre cambiarla in generale sul proprio dispositivo.

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Istruzioni per utilizzare Immuni correttamente

Per fare sì che l’app sia efficace, è sufficiente portare sempre con sé lo smartphone su cui è stata installata, senza disabilitare il Bluetooth (funziona, quindi, anche in modalità aereo, se non viene disattivata l’opzione relativa al Bluetooth).

Appena installata, Immuni deve essere configurata, seguendo una procedura guidata molto intuitiva e con pochissimi passaggi.

Successivamente, aprendola, nella homepage compare la scritta “Servizio attivo”. In caso contrario, occorre premere sul tasto “Riattiva Immuni” e seguire le istruzioni per riportare l’app a funzionare correttamente.

Occorre che il telefono sia connesso a internet almeno una volta al giorno.

Immuni servizio attivo

È inoltre di vitale importanza che, qualora l’app mandi una notifica, l’utente la apra e segua le indicazioni fornite, siano esse relative a un aggiornamento da installare o a prescrizioni sanitarie, quali auto-isolarsi o chiamare il proprio medico.

Supporto gratuito e ulteriori informazioni possono essere richiesti via email all’indirizzo cittadini@immuni.italia.it o al numero verde 800-912491, attivo ogni giorno dalle 7 alle 22.

L’efficacia di Immuni nel contrasto alla pandemia

«Più persone usano Immuni, più l’app può essere efficace», sottolineano gli sviluppatori.

Infatti, maggiore è la diffusione, più sono i potenziali contagiati che l’app riesce ad avvertire e che possono quindi isolarsi, aiutando a contenere il COVID-19 e ad accelerare il ritorno alla normalità.

«Immuni è uno strumento importante nella lotta a questa terribile epidemia e ciascun utente ne aumenta l’efficacia complessiva. Per questo ti consigliamo vivamente di installare l’app, usarla correttamente e incoraggiare parenti e amici a fare lo stesso. Tuttavia, non sei obbligato a usarla. La decisione spetta soltanto a te», si legge sul sito ufficiale.

Tuttavia, anche in caso di diffusione più limitata, l’app potrà comunque contribuire a rallentare l’epidemia, ridurre la pressione sul Servizio Sanitario Nazionale e permettendo a più pazienti di ricevere cure appropriate.

Il tutto nell’attesa che la ricerca scientifica annunci la scoperta di un vaccino contro il Coronavirus.

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Giornalista pubblicista, dal 1998 scrive su carta stampata e online. Oggi è direttore responsabile di una testata locale e gestisce Altrov*e, start-up che si occupa di copywriting e comunicazione. Ha lavorato per oltre un decennio nel settore ambientale, oltre ad aver organizzato svariati eventi culturali, in ambito artistico, cinematografico e teatrale. È appassionato di viaggi, in particolare nell’area balcanica e nell’Est Europa, dove ha seguito (e segue) alcuni progetti di volontariato. Ama conoscere, progettare, fotografare e stare a contatto con le persone. Ma ancora di più ama il rugby, i suoi gatti e la sua nuova famiglia.

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