Conoscere l’energia incorporata nei prodotti come passo fondamentale per ridurre il proprio impatto ambientale. L’app SuaSì aiuta a compiere scelte d’acquisto più consapevoli.
Ogni bene che acquistiamo porta con sé una “scorta” nascosta di energia: è l’energia incorporata nei prodotti, consumata lungo l’intero ciclo di vita, dal reperimento delle materie prime in poi. Riconoscerla e tenerne conto nelle nostre decisioni d’acquisto quotidiane può fare la differenza. Così, la nuova app SuaSì mira a tradurre gli obiettivi di sostenibilità in numeri immediatamente comprensibili, da trasformare in comportamenti virtuosi per limitare il nostro impatto sull’ambiente.
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L’energia incorporata nei prodotti: cosa significa e perché è importante
Quanti di noi sanno quanta energia serve per produrre una bottiglia d’acqua, una confezione di detersivo o un pacco di biscotti?
L’energia incorporata nei prodotti è spesso invisibile, ma rappresenta una parte cruciale dell’impatto ambientale delle nostre azioni. È, infatti, l’energia consumata per estrarre materie prime, lavorarle, trasportarle, confezionare e distribuire il bene che poi acquistiamo e utilizziamo.
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SuaSì, uno strumento per scegliere consapevolmente
SuaSì – dal piemontese “scelto” – è un’app sviluppata dall’Associazione Resconda nell’ambito del progetto EmCoin (Embodied energy as a Coin). Nasce per fornire informazioni ambientali concrete, proponendo dati quantitativi sull’energia incorporata nei beni di consumo più comuni: cibo, bevande e detergenti. Scansionando l’oggetto, l’app mostra l’impatto dell’acquisto in termini di energia e, quindi, di emissioni climalteranti.
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Per monitorare e correggere in positivo i propri comportamenti, l’utente è chiamato a impostare un budget energetico. Scelte più etiche e sostenibili gli permetteranno di restare entro il budget fissato, ricevendo badge premianti e limitando la propria impronta ecologica.
L’applicazione è il frutto di un lavoro collettivo durato due anni, condotto con il supporto del Politecnico di Torino, l’Università Parthenope di Napoli, l’associazione SEquS e altri enti, grazie anche ai fondi del progetto SEFIT e della Chiesa Valdese.
Dall’intuizione al progetto EmCoin
L’idea nasce da una provocazione ascoltata quindici anni fa: “E se pagassimo i prodotti in kilowattora invece che in euro?” Da qui Marcello Corongiu, oggi presidente di Resconda, ha sviluppato una proposta concreta per rimettere l’energia al centro dell’economia.
Il progetto EmCoin si fonda pertanto sull’idea che solo attraverso la conoscenza e la misurazione si possa davvero incidere sui comportamenti. Secondo Resconda, come si insegna ai bambini a fare di conto, così dovremmo tutti imparare a quantificare il nostro impatto ambientale.
Verso una cittadinanza ambientale consapevole
Il paradigma culturale proposto si basa su un obiettivo chiaro: una società in cui l’alfabetizzazione ambientale sia diffusa, dove chiunque possa comprendere e misurare il proprio impatto per compiere le proprie scelte in modo ragionato e consapevole.
In quest’ottica, l’energia incorporata nei prodotti è solo l’inizio. Il fine è un cambiamento sistemico, in cui l’equilibrio tra uomo e ambiente sia una scelta quotidiana, supportata da dati chiari e condivisi.
[Immagine di copertina @Pexels]
