Il greenwashing nelle scuole del Regno Unito, ma gli insegnanti non ci stanno

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Il greenwashing nelle scuole del Regno Unito, ma gli insegnanti non ci stanno ultima modifica: 2019-12-02T08:00:49+01:00 da Davide Mazzocco
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Il colosso petrolchimico INEOS sponsorizza l’iniziativa The Daily Mile, ma il sindacato degli insegnanti del Regno Unito e i movimenti studenteschi per il clima non ci stanno

Che cosa fa un grande inquinatore per ricostruirsi un’immagine e per mettere a tacere l’opinione pubblica riguardo alle criticità del proprio business? Finanzia enti o attività dall’anima green, acquista da media compiacenti onerosi spazi pubblicitari e, magari, si dedica alle sponsorizzazioni di sport a basso impatto ambientale.

Da alcuni mesi, nel Regno Unito, fa discutere l’iniziativa The Daily Mile, finanziata da INEOS, la multinazionale che riunisce alcune delle più importanti industrie petrolchimiche del mondo, dal ramo petrolchimico di BP a BASF, da Amoco a Dow Chemical, da ICI a Solvay.

The Daily Mile è senza dubbio un’iniziativa lodevole: i maestri delle scuole elementari e degli asili nido vengono esortati a portare i bambini fuori dalle aule scolastiche e a farli correre o camminare per quindici minuti al giorno. Obiettivo dell’iniziativa è migliorare la salute fisica e mentale dei bambini e favorirne la socialità. Un quarto d’ora di attività all’aria aperta non fa bene solamente al fisico, ma migliora i livelli di concentrazione, l’umore, il comportamento e il benessere in generale.

Lanciata nel 2016 da Elaine Wyllie, la Daily Mile Foundation è supportata da INEOS e questa sponsorizzazione ha sollevato un vero e proprio polverone nel Regno Unito. Jim Ratcliffe, fondatore e presidente del gruppo petrolchimico, considerato l’uomo più ricco del Regno Unito, ha sottolineato la valenza sociale di un’iniziativa finalizzata a “incoraggiare i bambini a mantenersi in forma e in salute e prendersi cura di se stessi, non solo per oggi ma per gli anni a venire”.

raffineria

La National Education Union, il più importante sindacato di insegnanti britannico, si è fermamente opposto alla sponsorizzazione di INEOS, accusando il gruppo petrolchimico di fare greenwashing e strumentalizzare un’iniziativa lodevole per rifarsi un’immagine agli occhi del pubblico. Gli attivisti hanno sottolineato come il gruppo presieduto da Ratcliffe contribuisca a mettere in pericolo il benessere delle generazioni future attraverso le attività di fracking e la produzione di materie plastiche.

Alla National Education Union si è unito lo Student Climate Network, il movimento che ha contribuito a coordinare gli scioperi scolastici per il clima, ma sul sito di The Daily Mail continua a campeggiare il marchio INEOS. Qualche mese fa Anna Taylor, diciottenne co-fondatrice del gruppo, ha dichiarato a The Guardian che consentire a INEOS “l’accesso illimitato alle aule” e favorirne la normalizzazione dell’estrattivismo è “totalmente e assolutamente inaccettabile e deve essere vietato”. La permanenza della sponsorizzazione INEOS ha spinto alcune scuole a revocare l’adesione al progetto.

Dallo scorso mese di maggio INEOS ha sostituito lo sponsor Sky sulle maglie della squadra ciclistica che da quasi un decennio monopolizza il Tour de France. Dopo i successi dei britannici Bradley Wiggins (2012), Chris Froome (2013, 2015, 2016 e 2017) e Geraint Thomas (2018), nello scorso mese di luglio la Grande Boucle è stata vinta dal colombiano Egan Bernal. La squadra dispone di un budget di 40 milioni di euro, esattamente il doppio della diretta concorrente alla conquista della maglia gialla.

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Lo scorso 12 ottobre, a Vienna, il keniano Eliud Kipchoge è diventato il primo uomo a correre una maratona in meno di due ore. L’impresa è stata resa possibile da 41 lepri che hanno aperto la strada al runner verso il traguardo del Prater. Il colosso petrolchimico ha sponsorizzato questo exploit che, pur non essendo omologato nei record del mondo, passerà alla storia come INEOS 159 Challenge. Ciclismo e maratona, due sport popolari, non motorizzati e a basso impatto ambientale, per proiettare al mondo un’immagine positiva. Spetta ai media il compito di non cadere nella trappola, di mantenere alta la guardia sul greenwashing e non diventarne il megafono.

[Foto Pixabay]

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Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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