Il Tribunale di San Francisco ha rigettato le osservazioni del Gruppo tedesco Bayer, che ha recentemente acquisito Monsanto.
La multinazionale da sempre sostiene che non vi siano prove per affermare che il diserbante RoundUp contente glifosato sia cancerogeno, tanto meno possa causare il linfoma di non-Hodgkin che ha sviluppato Dewayane Johonson, giardiniere impiegato in una scuola.

Il titolo crolla così in borsa a Francoforte non solo per la decisione del tribunale, ma per l’esistenza di migliaia di casi come questo: i documenti parlano di circa 5000 denunce.
La pronuncia del Tribunale USA potrebbe quindi rappresentare un importante precedente e dare il via a tutta una serie di risarcimenti.
Si tratta un segnale importante: è la prima volta che un tribunale sostiene il legame fra glifosato e cancro. La Monsanto ha commentato a caldo sostenendo che la giustizia ha sbagliato.
L’accusa non ha dubbi
Per la Monsanto “La giuria ha sbagliato”, eppure per l’accusa non ci sono dubbi, la Monsanto avrebbe insabbiato la pericolosità del glifosato, cosa che dimostrerebbero anche alcune mail interne.
La complessità del caso è data dal fatto che non ci sono ancora certezze scientifiche sul fatto che il prodotto sia cancerogeno.

L’ Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha infatti considerato solo probabilmente cancerogeno nel 2015.
La giuria però non ha avuto mezzi termini nell’esprimersi: “I prodotti avevano rischi potenziali noti al momento della loro produzione e vendita? Sì. La mancanza di avvertenze sui rischi è stato un fattore sostanziale nel causare danno al dottor Johnson? Sì”.
Il magistrato Suzanne Bolanos ha ridotto a 78 milioni la multa per Monsanto (la richiesta iniziale era 289) ma non ha accettato la richiesta della Bayer di riaprire il procedimento.
La condanna è quindi stata confermata ma il risarcimento è sceso di diversi milioni di dollari. Gli sviluppi sono ancora tutti da definire.
