Chi resiste al fascino di un cielo stellato? Pochi, pochissimi, per non dire nessuno.
Meraviglia della natura e della notte, si tratta tuttavia, ormai, di una risorsa da preservare. Vittima silenziosa dell’urbanizzazione e del conseguente inquinamento luminoso, ha bisogno di luoghi bui per brillare in tutto il suo splendore. Ecco dunque nascere i cosiddetti Dark Sky Parks.
Parchi al buio, per dirlo all’italiana, in cui la luminosità è forzatamente tenuta al minimo. L’intento? Non solo garantire ad appassionati e romantici l’opportunità di godere di uno spettacolo meraviglioso. Bensì tutelare ecosistemi acquatici e terrestri fortemente scompensati dall’innaturale e crescente luminosità imposta dall’uomo.
Dark Sky Parks, cosa sono
Un dark sky park è una riserva protetta dall’inquinamento luminoso. Un luogo che, secondo l’Ida (International Dark-Sky Association), possiede “una qualità eccezionale di notti stellate e un ambiente notturno che è specificatamente protetto per preservare il suo patrimonio scientifico, naturale, educativo, culturale e di fruizione pubblica”.
Organizzazione fondata negli Stati Uniti nel 1988 da un gruppo di astronomi professionisti, l’Ida si pone l’obiettivo di proteggere e conservare il cielo stellato e l’intero ambiente notturno. Nel 1993, il Michigan divenne il primo stato negli USA a designare ufficialmente un territorio a questo scopo. Da allora, è iniziata la diffusione nel resto del Paese e del mondo.
Dark Sky Parks in Europa
In tutto il pianeta esistono poche decine di Dark Sky Parks, qui l’elenco completo. Chi volesse organizzare una visita, sappia che sono presenti in Germania, Spagna, Ungheria, Olanda e Inghilterra. Al momento, invece, l‘Italia resta al palo con zero parchi al buio al suo attivo.
Tuttavia in Alto Adige, tra le Dolomiti, alcuni dei parchi istituiti per tutelare l’ambiente sono riusciti a mantenere l’inquinamento luminoso molto al di sotto dei valori raggiunti nel resto d’Italia e d’Europa. Secondo rilevazioni effettuate presso l’Osservatorio del ginnasio Cusanus di Brunico, i valori relativi alla possibilità di osservare anche astri poco luminosi risultano, grazie a un ambiente particolarmente buio, di altissima qualità. In particolare, il parco naturale Fanes-Sennes-Braies, che fa parte dell’area dolomitica dichiarata patrimonio naturale dell’Unesco, rappresenta un ottimo punto di osservazione per il cielo stellato. Di qui la proposta, in fase di valutazione, di creare un Dark Sky Park nella zona.
Il 2018 è stato e continua ad essere anno di importanti eventi astronomici. Chissà che rimirarli in questi luoghi protetti non ci faccia riflettere, una volta in più e una volta per tutte, sulle meraviglie che una natura in salute sa offrire a chi la rispetta.