Per umanizzare sempre di più i periodi di cura dei pazienti, in Umbria sarà permesso l’ingresso negli ospedali degli animali d’affezione, nel rispetto delle regole delle strutture. Lo annuncia l’assessore regionale alla Salute, Luca Barberini, anticipando i contenuti di un’iniziativa della Regione.
“Stiamo lavorando – spiega l’Assessore – a un progetto innovativo per aumentare la capacità della sanità umbra di rispondere ai bisogni dei cittadini e al tempo stesso per promuovere e valorizzare il ruolo sociale degli animali di affezione nella vita quotidiana della comunità e delle singole persone, consentendo il loro ingresso negli ospedali per contribuire a supportare il percorso di cura e di guarigione dei padroni ricoverati”.Come sottolineato da Barberini, “gli animali di affezione possono aiutare i pazienti a superare lo stress da ricovero e l’ansia causata dalla malattia. L’affetto, la vicinanza e il calore che trasmettono – prosegue l’assessore – possono contribuire a rassicurare chi si trova in un momento di fragilità, in particolare ciò vale per gli anziani e i bambini. Siamo convinti che, accanto a cure e prestazioni sanitarie di qualità, sia possibile realizzare nei nostri ospedali momenti di simpatia, di benessere e di armonia a favore dei pazienti, con il coinvolgimento degli animali da compagnia. Una nuova opportunità di pet therapy, che vogliamo introdurre per realizzare, anche in questo modo, una sanità sempre più vicina ai cittadini“.
Un po’ di storia
La lodevole proposta umbra non è un caso isolato in Italia. Lo scorso anno, Regione Lombardia ha individuato nel Regolamento regionale del 13 Aprile 2017 di attuazione delle disposizioni di cui al Titolo VIII, Capo II, della l.r. 33/2009 recante norme relative alla tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo, i criteri per l’accesso di animali d’affezione alle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private accreditate. Per diffondere la notizia dell’entrata in vigore del regolamento attuativo, avvenuta nel novembre 2017, è stato realizzato uno spot finanziato dall’associazione Amo gli animali, per la regia dell’inviato di Striscia la notizia Edoardo Stoppa.
Protagonisti dello spot, Lavinia, una giovanissima paziente, l’attore Gabriele Cirilli e Luna, una splendida border collie. Parlando dell’iniziativa, il dottor Mauro Cervia, veterinario e presidente dell’associazione Amo gli Animali, ha dichiarato: “Prima di questo regolamento, entravano in ospedale solo gli animali usati per pet therapy e i cani guida per ciechi. L’obiettivo è far sapere a tutti di questa opportunità e invitare tutte le Regioni a fare altrettanto“.
Andando a ritroso nel tempo, nel dicembre 2014, la Regione Toscana ha varato apposite “Linee di indirizzo per l’accesso degli animali d’affezione in visita a degenti presso strutture sanitarie e ospedaliere pubbliche e private accreditate” in cui sono specificate le regole nel rispetto delle esigenze sanitarie e ambientali, delle condizioni dei pazienti ricoverati e del benessere degli animali.
Restando tra i confini toscani, va ricordato che nel dicembre del 2017, in tutti i presidi ospedalieri dell’Azienda Sanitaria Toscana Centro (Firenze, Empoli, Prato e Pistoia) è stato adottato il regolamento per l’accesso degli animali d’affezione in visita ai degenti nelle strutture ospedaliere.
Come riportato nel regolamento, l’accesso degli animali da compagnia è finalizzato ad “assicurare la continuità della relazione empatico-affettiva tra il paziente e il suo animale” e a “generare un effetto motivazionale utile a superare le difficoltà in atto del degente“.
Dal canto suo, invece, la Regione Emilia-Romagna, con delibera del 23 dicembre 2013, ha approvato la disciplina per l’accesso di animali d’affezione nelle strutture ospedaliere pubbliche e private in caso di paziente ricoverato.
Le varie esperienze, insomma, dimostrano che, pur nel giusto rispetto delle regole, qualcosa si sta muovendo e che l’accesso degli animali nelle strutture ospedaliere italiane stia pian piano divenendo realtà. I primi importanti passi sono stati mossi. D’ ora in poi ci aspettiamo un futuro completamente in discesa.
Se non fosse possibile vedere il nostro pet sarebbe un dramma nel dramma