Riciclo e sostenibilità sono le parole chiave di Conscious Exclusive, la nuova collezione di H&M, confezionata con i rifiuti plastici del mare. Eppure il mondo della moda continua un percorso produttivo ambiguo con un’attenzione altalenante alle tematiche dei diritti.
H&M, la collezione sostenibile
H&M ha lanciato sul mercato Conscious Exclusive, collezione composta da vestiti e abiti prodotti con materiale riciclato e attenta a combinare lo stile e la moda con il rispetto per l’ambiente. Molti capi della collezione sono realizzati con il BIONIC®, un particolare poliestere ottenuto dal riciclo dei rifiuti plastici provenienti dal mare, e con il TENCEL®, una fibra cellulosa della pianta di eucalipto. Combinando insieme a tessuti di matrice biologica e plastiche riciclate, l’azienda ha lanciato uno stile estroso e originale, disponibile dal 20 aprile online e in 160 negozi, con la prerogativa di responsabilizzare il consumatore sulle tematiche ambientali.
Logiche di mercato ambigue
La collezione di H&M è inserita in un discorso più ampio, poiché l’azienda ha avviato diverse campagne per sensibilizzare il pubblico e agevolare un consumo consapevole. La stessa azienda, però, risponde a logiche di mercato che risultano essere ambigue, poiché mescolano la lodevole attenzione per l’ambiente ad un differente atteggiamento per i diritti umani.
Nel 2016 in relazione alla campagna Abiti Puliti, l’International Labor Rights Forum e l’United Students Against Sweatshops hanno lanciato una mobilitazione di stampo internazionale per chiedere ad H&M di rispettare i patti presi con la firma sull’Accordo sulla prevenzione degli incendi e la sicurezza degli edifici in Bangladesh, ovvero di migliorare le condizioni lavorative della catena di forniture e effettuare maggiori controlli per avviare misure correttive e agevolare le pratiche di sicurezza.
Secondo le Ong, a tre anni dalla firma dell’accordo e dall’impegno preso di togliere i blocchi alle uscite di sicurezza, porte e serrande scorrevoli, e installare porte tagliafuoco e recinzioni alle scale, molte delle aziende fornitrici di H&M risultavano essere sprovviste di uscite di sicurezza adeguate.
Nel mirino anche Century Tex, azienda cinese che lavora per H&M, denunciata per violazione dei diritti dei lavoratori in Birmania, per non aver pagato per 15 mesi il salario minimo e gli straordinari a molti dipendenti.
Gli esempi di denunce e mobilitazioni sono molteplici, e non riguardano soltanto H&M ma l’intera industria della fast fashion.
Le campagne di H&M per la tutela dell’ambiente sono importanti e lodevoli però, per un cambio effettivo e maggiormente efficace serve intraprendere un percorso di tutela univoco e coerente, provando a cambiare le strette e ambigue regole di mercato.