Chi abita nelle grandi città lo sta vedendo ovunque, è il fenomeno dei supermercati aperti 24 ore su 24, sette giorni su sette.
Idea importata dagli USA dove i megastore sempre aperti ci sono da anni, ora anche nel nostro Paese, dopo l’avvento della liberalizzazione delle aperture domenicali si sta affacciando l’offerta del 24/24h.
Dal punto di vista sociale è un fenomeno, quello del poter fare la spesa sempre –in qualunque momento- è sicuramente oggetto di studio. La potenzialità di avere tutto a disposizione in qualunque giorno e in qualunque orario è, e lo diventerà sempre di più, una caratteristica del nostro tempo.
Dal punto di vista ambientale quale impatto ha questo fenomeno? Grandi punti vendita perennemente illuminati, riscaldati o condizionati a seconda della stagione, con un consumo di elettricità in continua crescita. Per non parlare dell’afflusso di merci, continuo, per approvvigionare scaffali che devono essere sempre pieni, a portata di tutti coloro che passano, anche alle ore piccole.
Sono andata in un punto vendita a vedere chi e cosa stava comprando alle 23,40 di un venerdì sera, in una grande città, Torino. Ho visto molti adolescenti intenti a scegliere bibite gassate e patatine, coppie con bambini intenti a riempire un carrello con una spesa di alimentari, come fosse un orario “normale”.
La riflessione dal lato green è pesante, il portare le persone a poter comprare tutto quello che desiderano incrementa in qualche modo i consumi di cibi confezionati, “pret à manger”, come patatine e snack di veloce consumo?
Quanti, di coloro che vanno a fare la spesa di notte, scelgono frutta e verdura fresca di provenienza locale?
E in ultimo, perché portare i bambini al supermercato alle 23, 40? Per far vedere che tutto si può avere senza limiti di orario, potendo pagare?