Une Grande Dame, la land art di Saype stupisce ai piedi del Monte Bianco

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Une Grande Dame, la land art di Saype stupisce ai piedi del Monte Bianco ultima modifica: 2023-07-12T06:33:30+02:00 da Marco Grilli
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La grandiosa opera di land art di Saype, Une Grande Dame, invita al rispetto della natura e potrà esser ammirata dalla funivia del Monte Bianco per tre settimane

Une Grande Dame Saype

Una monumentale opera “effimera” a ben 2.300 metri di quota stupirà e farà riflettere i turisti in visita al Monte Bianco. È Une Grande Dame di Saype, un affresco di circa 2.500 metri quadrati realizzato sull’erba con soli materiali biodegradabili, che raffigura di spalle una nonna mentre stringe a sé la nipote tesa ad allungare il braccio per indicare la maestà del Monte Bianco e della natura circostante. A Courmayer (AO) tutta la tenerezza di una semplice scena familiare per sensibilizzare sulla necessità della tutela dell’ambiente, fondamentale per  il futuro delle nuove generazioni.

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L’arte di Saype

La nostra vita e le nostre azioni sono destinate a diventare tracce del nostro passaggio in questo mondo, sta a noi sapere cosa farne”, scrive Saype nella presentazione del suo sito. Un messaggio veicolato in tutte le opere di questo affermato artista franco-svizzero, pioniere di un movimento che fonde land art e street art e noto soprattutto per  i suoi enormi affreschi su prato visibili dall’alto, improntati alla pace ed alla solidarietà.

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Nel 2019 la rivista Forbes lo ha inserito tra i 30 under 30 più influenti al mondo nell’ambito dell’arte e della cultura. Autodidatta e sensibile alle tematiche sociali, Saype ha iniziato a dipingere scene in bianco e nero nelle metropolitane, là dove la gente si ammassa nel grigiore delle nostre megalopoli, per poi giungere a una svolta nella sua arte. Da una parte convintosi che i graffiti sono diluiti nell’inquinamento delle nostre attuali società consumistiche e troppo spesso ignorati, dall’altra traendo ispirazione dalla democratizzazione dei droni in Europa che consente un facile accesso alle vedute aree, decide di sollecitare il pubblico iniziando a dipingere sull’erba per realizzare affreschi sontuosi con vernici biodegradabili al 100%. Obiettivo: mettere l’arte al servizio dell’essere umano, senza tralasciare una vena poetica ed una ventata di ottimismo.

Dopo il suo progetto autofinanziato a sostegno dell’associazione SOS Méditerranée, dal 2019 Saype si è dedicato al suo lavoro globale più ambizioso, Beyond The Walls (Oltre i muri), un simbolico gesto di due braccia che si afferrano dipinto su prato, che ambisce ad essere la catena umana più grande del mondo. “Solo insieme, mano nella mano, possiamo affrontare le più grandi sfide del nostro tempo”, afferma Saype, che con questa opera mastodontica, realizzata per la prima volta a Parigi e replicata in varie parti del mondo, invita a valicare i muri reali e mentali, testimoniando i valori dell’altruismo, della solidarietà, della resilienza e del rispetto dell’ambiente.

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Une Grande Dame

“Il Monte Bianco è un luogo iconico ed emblematico. Un ambiente che cambia velocemente ma fragile al contempo di cui abbiamo il dovere di prenderci cura. La sua magnificenza ci ricorda quanto sia grande la natura rispetto all’uomo”, ha affermato Saype.  Une Grande Dame sarà visibile dalla funivia SkyWay Monte Bianco solo per tre settimane, dopo di che scomparirà sepolta dalla vegetazione per volontà dello stesso artista.

Stiamo parlando infatti di un affresco “effimero”, destinato ad affascinare e stupire ma non a durare, che sarà inglobato da quella stessa montagna da dove è sorto senza provocare alcun impatto. Un disegno immenso e denso di significati che “rimarrà per sempre nel suo cuore di pietra e nel cuore di tutte le persone che avranno avuto la fortunata possibilità di poterlo vedere. Ogni cosa, se vissuta per breve tempo, lascia un solco nella memoria di chi la vive”, si legge nella nota dedicata all’opera.

Con questo meraviglioso dipinto su prato Saype elogia la grandezza e magnificenza della natura, invitando ad un corretto rapporto tra quest’ultima e l’uomo nell’abbraccio tra generazioni diverse, chiamate a collaborare per la salvaguardia del Pianeta. In quest’opera d’arte contemporanea che rappresenta un tutt’uno con l’ambiente circostante,  la bambina pare esprimere il gesto infantile di stupore e meraviglia di fronte alla bellezza oggettiva ed alla potenza della natura, mentre la donna anziana che la stringe amorevolmente sembra simboleggiare le vecchie generazioni che con la loro razionalità ed esperienza devono far sì che tale spettacolo resti integro e non ostile all’uomo.

Un passaggio di testimone per la speranza di un futuro miglioresi legge ancora nella nota, “una nonna con la nipote che osservano il Monte Bianco, la montagna e la natura, indicandola. Come un ponte che collega due mondi ma dove ognuno scorre alla sua velocità”.

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L’opera di Saype, immersa nella natura e per la natura, è totalmente ecosostenibile. L’artista ha infatti utilizzato solo materiali biodegradabili composti da gesso, carbone e caseinaUne Grande Dame si staglia sui pascoli pietrosi di Pavillon e rappresenta fino ad ora l’opera a più alta quota (2.300 metri) realizzata dall’artista, che non ha nascosto il notevole dispendio fisico necessario a tale lavoro, ampiamente compensato dalla bellezza e immensità dei luoghi definiti “assolutamente stupefacenti”.

Come ha specificato in un post diffuso sui suoi profili social, Saype ha lavorato direttamente sul massiccio del Monte Bianco senza preparare il terreno o tagliare l’erba, dipingendo semplicemente quell’area così come la natura gliel’ha offerta. Nessun impatto quindi, perché con la naturale degradazione dell’opera il luogo deputato all’arte tornerà ad essere esattamente quello che era.

Altrettanto suggestiva risulta l’infrastruttura per la fruizione dell’opera, la funivia Skyway Monte Bianco a Courmayer, un capolavoro ingegneristico che regala un’esperienza sensoriale unica con le quattro cabine panoramiche che ruotano a 360° durante tutta la salita della durata di 15 minuti, offrendo una vista mozzafiato sul Monte Bianco e le altre vette intorno (Cervino, Monte Rosa, Gran Paradiso e Grand Combin), prima dell’arrivo alla quota più alta di Punta Hellbronner, sita a  3.466 metri.

Mentalità d’impatto, senza impatto sulla natura”, afferma Saype. Con lui la land art pare davvero in buone mani.

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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