Operazione difesa Antartide, Sea Shepherd contro la pesca eccessiva del krill

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Operazione difesa Antartide, Sea Shepherd contro la pesca eccessiva del krill ultima modifica: 2023-04-11T06:44:42+02:00 da Marco Grilli
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Con l’operazione difesa Antartide Sea Shepherd torna nell’oceano Meridionale per proteggere la fauna marina dalla pesca eccessiva del krill

Il fondamento dell’ecosistema antartico è costituito da un piccolo crostaceo, il krill (Euphasia superba), un organismo erbivoro che si nutre principalmente di fitoplancton ed è fonte di cibo per balene, foche, pinguini, pesci ed uccelli marini. Oggi questa risorsa così preziosa è minacciata non solo dal cambiamento climatico ma anche dalla pesca eccessiva, perché la farina di krill è un importante additivo per i mangimi utilizzati nell’acquacoltura, mentre l’olio ricavato da questo crostaceo trova largo impiego nell’industria farmaceutica per la preparazione degli integratori alimentari di Omega-3. Quanto basta per far rompere gli indugi a Sea Shepherd, l’organizzazione internazionale che si batte per la difesa degli oceani e delle specie che li abitano, già tornata nelle acque dell’oceano Australe con la nuovissima nave Allankay per proteggere un ecosistema unico definito “colonna portante per la salute del nostro pianeta”. È partita l’Operazione difesa Antartide.

Operation Antarctica Defence

La storia di difesa dell’Antartide da parte di Sea Shepherd ha radici lontane. Dopo ben 15 anni di campagne di azione diretta contro la caccia illegale alle balene, nel 2017 il governo giapponese ha posto fine a questa crudele pratica nelle acque dell’oceano Antartico. Due anni prima due imbarcazioni dell’organizzazione, la Bob Barker e la Sam Simon, si erano rese protagoniste dello spettacolare inseguimento marittimo della nave Thunder, durato ben 110 giorni, il cui capitano era ricercato dall’Interpol per la pesca di frodo degli austromerluzzi. Un’azione diretta a lieto fine, poiché la Thunder fu affondata dal suo stesso capitano ormai impossibilitato alla fuga per distruggere le prove a bordo, mentre altre due navi gemelle furono catturate.

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Tornando all’attualità, Allankay ha fatto rotta verso sud per difendere questo crostaceo simile ad un gambero dall’eccessivo sfruttamento. Perché proteggerlo significa garantire la catena alimentare dell’Antartide e quindi la tenuta dell’ecosistema. “La nostra ultima campagna, operazione difesa Antartide, è una missione volta a monitorare ed affrontare la più grande minaccia ecologica contro l’ecosistema antartico: la crescente attività di pesca delle vitali popolazioni di krill attuata da numerose flotte di pescherecci da traino”, scrive Sea Shepherd.

Quest’ultima interviene attraverso azioni dirette contro le attività di pesca illegali, mentre quando la pesca è legale svolge attività di documentazione e monitoraggio per sollecitare i cambiamenti necessari.  “La pesca del krill nell’Antartico dovrebbe essere immediatamente vietata per i suoi effetti devastanti sulle specie che dipendono dal krill”, ribadisce il capitano Alex Cornelissen, amministratore delegato di Sea Shepherd Global.

Allankay
La Allankay, la nave utilizzata per l’ Operazione difesa Antartide

L’ultimo aggiornamento sulla campagna riguarda l’individuazione di due mega pescherecci pronti a piombare su un branco di oltre 100 balenottere comuni, intente a cibarsi di krill al largo delle isole Orcadi meridionali in Antartide. “I due mega pescherecci non hanno fatto nulla per cambiare rotta. Anzi, sembrava persino che si dirigessero deliberatamente verso il branco, sapendo che dove ci sono le balene, si trovano anche i krill”, ha dichiarato il capitano della Allankay Peter Hammarstedt. Altri due mega pescherecci hanno preso il largo e sono fuggiti alla vista della nave di Sea Shepherd, a dimostrazione del suo prezioso lavoro.

Quest’ultima, un peschereccio a palamito per austromerluzzi della Patagonia convertito in imbarcazione per la difesa marina, deve il suo nome ad Allan e Kay, due coniugi australiani che hanno donato a tal fine cinque milioni di dollari alla sezione australiana dell’organizzazione. L’equipaggio a bordo della Allankay in Antartide promette ferrea volontà e fermezza nel monitorare la pesca al krill e l’impatto sulle balene, prefiggendosi la mappatura dell’intera catena di approvvigionamento.

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La pesca del krill

La pesca del krill nell’oceano Australe è regolata dalla Conservazione delle risorse biologiche dell’Antartico (CCAMLR), un organo del Trattato Antartico che nel 1991 ha fissato il limite di pesca all’1% della biomassa stimata. Come conferma il reportage di One Earth, oggi l’industria del krill sta crescendo vorticosamente, basti pensare che l’azienda norvegese leader di mercato ha inaugurato due nuove navi e pensa ad un aumento di produzione del 60%, mentre il governo cinese sta sussidiando quest’attività economica dal 2016 e ha già quattro navi nell’Antartico.

Attualmente si contano 12-14 pescherecci industriali dediti alla pesca del krill nell’oceano Meridionale, operanti per conto di sette aziende che si riferiscono soprattutto a cinque Paesi: Norvegia, Cina, Cile, Corea del Sud ed Ucraina. Nelle riunioni del CCAMLR ogni tentativo di istituzione di nuove aree marine protette nell’oceano Antartico è andato finora a vuoto a causa dei veti posti da alcuni Paesi, quali Cina e Russia. Dal 2017 è stata respinta ogni anno la proposta per creare un’area protetta laddove si concentra principalmente la pesca del krill, ovvero ad ovest della penisola antartica.

Sea Shepherd denuncia che le attività di pesca del krill in Antartide hanno pure effetti diretti verso alcune specie quali le balene. I pescatori entrano infatti in competizione con questi cetacei per la stessa preda, il krill, adottando modalità di pesca altamente invasive, come ad esempio le reti a strascico. Sea Shepherd cita lo studio della Stanford University che ha documentato la presenza di quattro grandi pescherecci intenti a pescare il krill con questo metodo dentro un branco di oltre 1.000 balenottere comuni. Quanto rilevato da Sea Shepherd nelle isole Orcadi meridionali non rappresenta dunque un caso isolato. Filtra pessimismo anche dalle conclusioni dello studio citato, secondo il quale il conflitto tra pescherecci e balene è destinato ad intensificarsi in futuro.

Oltre ogni limite etico, i moderni pescherecci di krill hanno disposto all’estremità della rete a strascico una pompa d’aspirazione che garantisce l’attività 24 ore su 24 e assicura la massima resa, poiché impedisce che i krill siano schiacciati dal loro stesso peso durante l’innalzamento sul ponte, salvaguardando così il loro prezioso olio.

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Stiamo assistendo ad un forte calo delle gravidanze di balene megattere, una diminuzione della massa corporea delle otarie orsine e un crollo delle popolazioni di pinguini antartici. Tutte e tre le specie dipendono dal krill come fonte primaria di cibo. Il tutto mentre il cambiamento climatico ha ridotto sia la quantità che la durata del ghiaccio marino di cui il krill ha bisogno per sopravvivere”, denuncia Peter Hammarstedt.

La farina di krill è impiegata anche come mangime negli allevamenti di salmone, affinché la carne grigia di questo pesce in cattività possa diventare rossa o rosa come è allo stato selvatico. Un’assurdità e un crimine contro la natura anche per gli attivisti della Bob Brown Foundation, la fondazione australiana che collabora con Sea Shepherd ed indagherà sulle compagnie di pesca del krill e sull’approvvigionamento di questo crostaceo nei supermercati e nelle farmacie australiane.

Lunga vita al krill!

[Credits foto Flavio Gasperini/Sea Shepherd Global]

Operazione difesa Antartide, Sea Shepherd contro la pesca eccessiva del krill ultima modifica: 2023-04-11T06:44:42+02:00 da Marco Grilli

Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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